Commedie per aspiranti stalker e violenza sulle donne

Avrei potuto intitolare questo articolo con il titolo “Violenza sulle donne”, senza la prima parte, ingraziandomi così la parte femminista dei lettori. Ma sarebbe stato fuorviante. È sicuramente corretto sensibilizzare sul problema e discuterne. Ma come al solito, i media trattano sempre i problemi in modo sciatto e superficiale. Nessun media infatti ha voluto realmente scendere, incredibilmente, nella causa che fa scaturire la violenza sulle donne. Si fanno slogan, su Facebook ognuno posta messaggi di sensibilizzazione. Si invita a denunciare la violenza, ad aprirsi. Ma nessun media, e dico davvero nessuno, è andato alla causa del problema. Prendete le seguenti frasi (vedi anche su “Essere ‘profiler’ nella vita quotidiana“):

– “Senza di te, non vivo”;
– “Sei tutta la mia vita”.

Se uno dice che non vive senza la sua ragazza, è facile intuire che, nel momento in cui viene lasciato, possa reagire uccidendola! Sì, qualcuno controbatterà dicendo che, ad esempio, la pornografia non necessariamente istiga allo stupro. Verissimo, ma c’è una differenza sostanziale: l’amore malato viene proprio incentivato nella nostra società, la pornografia decisamente no! In TV girano continuamente film “sentimentali” dove l’uomo si inginocchia davanti alla donna chiedendole di sposarlo con in mano il costosissimo anello. O basta pensare alle tipiche commedie all’italiana dove la lezione di vita dice che in amore si soffre e bisogna saper perdonare, che si deve scendere a compromessi per non rovinare un matrimonio. E un sacco di altre idiozie colossali del genere che non finiscono più. In pochi riflettono su tutto quello che non va in questi gesti e in queste espressioni. Tutti pronti a immolarsi per amore, a compiere gesti estremi, ed è tutto visto addirittura come normale o incoraggiato. E ci stupiamo se poi qualcuno arriva a uccidere? Ipocrisia pura! La violenza sulle donne viene interpretata in modo riduttivo. Se ne fa un gran parlare, ma si dicono anche un sacco di sciocchezze o mezze verità. Perché evidentemente dire davvero la verità non conviene. L’immaginario della violenza sulle donne, per molti, è ancora quello del marito che picchia la moglie, cosa che di fatto avviene, certo, ma solo nei paesi meno avanzati come quelli islamici o al sud Italia (intendo come statistica, sia chiaro). La verità è invece ben più vasta e drammatica! Ci sono programmi che trattano l’argomento violenza sulle donne (vedi “Amore criminale”). Programmi che drammatizzano molto le storie e attirano, ma poi si trascura tutta una serie di dinamiche che sono ben più comuni di quello che si crede. Si descrivono queste storie come qualcosa di terribile, e lo sono, ma come se fosse distante dalla vita quotidiana. Nulla di più falso!

Trovate romantico l’uomo che si inginocchia davanti alla donna chiedendole di sposarlo? A me un uomo del genere fa pena, è uno che non sa vivere e che non ha dignità. E un uomo che non ha dignità per se stesso non sa averla nemmeno per gli altri, compresa la partner. Ma cosa vuol dire inginocchiarsi davanti a qualcuno? Mi inginocchio davanti a te, cioè rimetto la mia vita a te. Benissimo, quindi se mi molli, visto che viene meno ciò che dà senso a tutta la mia vita, ti ammazzo!

Autosufficienza ed emancipazione

Sarà spiacevole da dire, e sicuramente le Asia Argento di turno mi criticheranno. Ma purtroppo, il problema è che spesso sono le stesse donne ad essere attratte dalla “variante” malata dell’amore (mi viene davvero arduo usare la parola “amore”, perdonate). Sono donne che vivono con il mito del principe azzurro, bello ed elegante sul cavallo bianco, e invece finiscono per essere vittime di questo stesso ideale e degli uomini sbagliati. Bisogna insegnare alle donne non a diffidare degli uomini, al contrario di ciò che fanno diversi movimenti femministi, ma a saper essere autosufficienti e a non sentirsi senza valore se non si sposano o se non hanno in generale un partner. La capacità di amore è globale e non bisogna limitare la felicità al solo amore di coppia e tutto il resto è al massimo secondario. Questo sì che sarebbe un grandissimo progresso, per tutti e non solo per le donne. E invece no, purtroppo mi è capitato di confrontarmi con donne che hanno subito violenze e che però continuavano imperterrite a credere nell’ideale del principe azzurro e della felicità nell’amore di coppia. E quindi, senza tutto questo, erano sempre infelici, con un vuoto dentro, ma allo stesso tempo anche facilmente predisposte a incontrare l’uomo violento (di nuovo). In questo, sicuramente c’è un concorso di colpa. Non c’è concorso di colpa nell’essere uccisi da un uomo da cui ci si è già allontanati non appena questi dimostra comportamenti sospetti. Questo è bene chiarirlo. Vedi in merito alle frasi di prima, o anche gli scatti di gelosia. Già, la gelosia… chi crede che la gelosia sia segno d’amore non ha assolutamente capito nulla! Ecco, però, sicuramente c’è un concorso di colpa quando, pur con questi “indizi”, si continua la relazione anziché staccarsi. Ma allora ritorniamo sempre lì: occorre spiegare alle donne, fin da bambine, che è importante ottenere la propria indipendenza, piuttosto che accasarsi e farsi mantenere dal marito! Una volta, avevo discusso con una ragazza che difendeva i pari diritti delle donne, ma poi pretendeva che fosse sempre l’uomo a prendere l’iniziativa, ad aprire lo sportello della macchina. Che senso ha parlare di pari diritti delle donne quando poi, per comodo o condizionamento, è sempre in qualche modo l’uomo a “dover” essere la figura dominante? Quindi, sveglia, finiamola con i messaggini d’amore delle commediucole italiane, o con i “grandi classici” che si concludono con il lieto fine dopo il gran gesto finale dell’uomo. Il danno che fa questo tipo di condizionamento è ENORME, ma non si ha il coraggio di dirlo. E invece no, anche i giocattoli per bambini condizionano già le bambine, con le bambole, a calarsi nel ruolo di mogli e madri. Il che non è di per sé un male, ma quando rispecchia una via prestabilita del ruolo della donna nella società è sbagliato. Questo spiega perché, anche se in aumento, la violenza delle donne sugli uomini (sì, esiste anche la controparte, ma non se ne parla) è sempre statisticamente inferiore. Le donne crescono più inibite a causa dei condizionamenti, quindi diventano più inclini ad essere vittime dell’uomo violento rispetto all’opposto. Tra l’altro, è lo stesso motivo per cui le donne tendono di più ai disturbi alimentari piuttosto che a problemi più “maschili” (sì, ci sono anche anoressici maschi).

Per approfondimenti sui meccanismi della dipendenza affettiva, vedi anche il relativo articolo.

Se non ci fossero le avances, ci estingueremmo!

Visto che fa parte di me andare controcorrente, andiamo fino in fondo. Con il caso Weinstein, si è scatenata una specie di caccia ai molestatori (ho avuto l’istinto di dire caccia alle streghe, ma forse qualche femminista mi avrebbe accusato di sessismo). Tutti vengono accusati, sotto il tag “me too”. Nessuno si salva, in pratica si dovrebbe creare il tag “siamo tutti molestatori” o qualcosa del genere. Per legge, la molestia viene identificata come un gesto per petulanza o per altro biasimevole motivo che riconduca alla petulanza. Quindi, potrà anche essere riprovevole, un uomo che chiede a una donna se vuole fare sesso non è una molestia, ma lo diventa se l’azione viene ripetuta, sfociando magari in vero e proprio stalking. Le Asia Argento vedono molestie dovunque. Se un regista dice a un’attrice che, per recitare in un film, deve andarci a letto, si può sempre rifiutare, ma diventa stupro se il regista insiste e si prende con la forza quello che vuole. Se l’attrice ci va a letto, non c’è nessun reato. È una libera scelta dell’attrice, non c’è costrizione né nulla. Da notare come in molti non avrebbero da ridire se la medesima richiesta viene fatta da una donna manager nei confronti di un giovane che vuole fare carriera. Le Hope Solo (che ha accusato Blatter) e le Asia Argento scatenano un vero e proprio razzismo sessuale. Il loro intento non è quello di rendere le donne consapevoli e tenerle alla larga dagli uomini violenti, ma indurre una sorta di isteria contro gli uomini. Per carità, non nego che possono essere persone che hanno avuto brutte esperienze, ma vediamo anche di mantenere la giusta misura. Che poi, se i diritti delle donne devono essere rappresentati da chi ha dovuto risarcire un minorenne per molestie sessuali (la Argento), non ci siamo proprio. Mi viene in mente un episodio di Special Victims Unit, che a quanto pare è geniale nella sua verosimiglianza. Nell’episodio, c’era un pedofilo che partecipava pubblicamente alla lotta contro la pedofilia, ma rivelandosi lui stesso un pedofilo!

Ah, dimenticavo. Per chi contesta il titoletto sulle avances, sappiate che ho riportato il pensiero di Catherine Deneuve. Le parole della Deneuve sono le seguenti: “Sì alle avance, espressione della libertà sessuale, no alla caccia alle streghe”. Direte che forse è la Deneuve a essere la traditrice contro i pari diritti delle donne, e invece è in buona compagnia. Dice la Gerini: “Giorni fa un amico, prima di abbracciarmi, mi ha chiesto di firmargli la liberatoria. Scherzava, ma si respira ormai un clima di diffidenza. Lo scandalo Weinstein ha avuto il merito di far scoppiare il bubbone degli abusi e dei ricatti sessuali, ma le giuste proteste femminili rischiano di trasformarsi in una caccia alle streghe che, paradossalmente, indebolisce proprio noi donne”. Non credo che ci sia molto altro da aggiungere, le loro parole spiegano esattamente il mio pensiero. È corretto chiedere giustizia per le vere molestie e gli abusi, ma quando una Hope Solo accusa di molestie per una pacca diventa ridicolo e infama proprio le donne che lottano per la loro libertà e per i loro diritti. Mi viene da fare una provocazione: non è che le Asia Argento o le Hope Solo denunciano di molestie qui e lì perché non hanno le capacità e il fascino di una Deneuve? Non sono la Gerini e la Deneuve a essere “lobotomizzate” (epiteto usato dalla Argento), ma è quel gruppo di attiviste che ha smarrito la ragione. Basta già sottolineare il termine “lobotomizzata” con cui viene definita la Deneuve, rimandando a un rancore non solo verso gli uomini, ma anche verso le donne che la pensano diversamente da loro.

Ovviamente, non bisogna mai estremizzare i concetti in entrambi i versi. È vero che la violenza delle donne sugli uomini è in aumento e se ne parla pochissimo, cosa ingiusta, anche vedendo i vademecum del tipo “Non è amore se…” che sono palesemente sbilanciati e danno per scontato che il cattivo sia sempre il maschio. Ed è vero che, se le donne imparassero ad essere più autosufficienti (anziché imitare gli uomini nei loro difetti), sarebbero forti da ridurre le violenze contro di loro. Ma sostenere che il 90% delle accuse di violenza è falso è da beceri. Purtroppo, ci sono tante persone che si riallacciano a questo pensiero. Non scandalizziamoci troppo per i personaggi come La Morgia, perché non fanno altro che rispecchiare un carattere che, purtroppo, esiste già nella nostra società.

Persino gli americani!

A chi ulteriormente contesta la mia posizione, faccio presente che addirittura quei super religiosi degli americani trattano il problema in modo diretto e ad ampio raggio. Vedi la serie televisiva Special Victims Unit (appartenente franchigia Law & Order). Da un lato, giustamente si punta il dito contro le brutalità degli uomini violenti. Ma dall’altro lato, duramente si evidenzia anche l’incapacità della donna di essere davvero emancipata, continuando a dipendere economicamente ed emotivamente dal partner violento. Questo l’ha capito benissimo una pornostar quale Valentina Nappi che, dietro alle provocazioni che implica il suo tipo di lavoro, pone dei ragionamenti veritieri. In sostanza, se nella società la donna non ha bisogno di dipendere dall’uomo, l’uomo violento non ha senso di esistere. Nei tipici media italiani, credo di non aver mai sentito nessuno dire una cosa del genere. Come può essere che una “svergognata” come la Nappi ci arrivi, mentre ci sono ancora tante donne malate dell’ideale di amore di coppia? E che continuano sempre questa malattia anche dopo una storia di abusi? Com’è possibile che non sappiano ritrovare se stesse, perdonatemi il gioco di parole, ripartendo da se stesse?

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