Una scuola senza valori

Lo spunto dell’articolo mi è venuto leggendo la news della prof disabile che, presa da un malore, è stata salvata dai suoi alunni. Sicuramente, il gesto è da apprezzare perché dimostra che si è instaurato, tra la prof e gli studenti, un rapporto che va ben oltre l’insegnamento. Tuttavia, la reclamizzazione dell’episodio nei media è la dimostrazione di come si tratti di un’eccezione in un quadro generale pessimo. Si è puntato sulla patosensibilità del gesto, cosa amplificata dalla disabilità della prof. Ma noi italiani siamo fatti così. Arriva l’episodio eccezionale ed ecco che, in un attimo di patosensibilità di massa, non vediamo più quello che non va. È sempre stato così in Italia, vedi ad esempio la vittoria al Tour di Bartali dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Anziché accalappiare i patosensibili, io prenderei l’episodio per far capire come vivere la scuola. La scuola non deve limitarsi a insegnare la lezioncina da bravo ragazzo, ma prima di tutto formare umanamente coloro che, in teoria, sono il futuro del paese. Certo, l’educazione principale dei valori e della razionalità spetta ai genitori. Ma la scuola ha il suo dovere ben preciso, perché gli adulti sono l’esempio per i giovani in ogni contesto.

Sfortunatamente, la scuola non funziona né dal lato di chi sta dietro i banchi né dal lato di chi sta dietro la cattedra.

I ragazzi sono abituati a non avere rispetto per niente e nessuno, perché tanto “sono ragazzi”, giustificando così le maggiori crudeltà.

Gli insegnanti non sanno trasmettere i valori e si limitano alla lezioncina, che magari si devono pure preparare perché non amano davvero il lavoro.

Sì, lo so, direte che non tutti i ragazzi sono sbandati e che ci sono insegnanti che amano trasmettere valori e conoscenza. Il mio discorso è statistico. Gran parte dei ragazzi e gran parte degli insegnanti rappresentano un generale quadro di scuola che ha fallito! E questo ci rende sempre più indietro come paese. Sì, ci possiamo lamentare dei politici, ma che senso ha farlo se non impariamo noi a comportarci come persone civili? Come dire, se lasci aperta la porta, è inutile che ti lamenti dei buoi che scappano!

L’episodio della prof salvata dovrebbe essere la normalità. Ogni ragazzo dovrebbe andare a scuola e trovare insegnanti così e, allo stesso modo, ogni insegnante dovrebbe trovare studenti così. Quindi, per favore, apprezziamo pure il gesto, ma non rimaniamo ciechi sulla situazione globale. Evidentemente, anche i media e i politici avevano bisogno di una bella notizia per far dimenticare i problemi della nostra società. Troppo facile così! Si racconta una storia bellissima di umanità e solidarietà, con l’intento di mettere la polvere sotto il tappeto e fingere che non ci sia. Il mio non è un vedere a tutti i costi il negativo anche dove c’è il positivo. In realtà, sono i media e i politici che fanno esattamente il contrario! Noi cittadini dobbiamo impegnarci affinché la scuola sia sempre così, obbligando i politici a riformare la scuola e l’educazione. Dobbiamo promuovere una società dove i ragazzi non devono aspirare solamente a un pezzo di carta pensando che sia il passepartout per il lavoro migliore bensì, ancor prima, devono saper essere persone con valori positivi e umani. Se ciò non avviene, come ad oggi, la scuola ha fallito di brutto.

Ah già, ma tanto, è più importante che gli studenti a scuola seguano il “dress code” (vedi a Bari), ma poi fa nulla se c’è ancora un dilagante bullismo ed escono lo stesso degli asini con un certificato. E allora R.I.P. al paese.