Untori, baby gang e “giornalismo” demenziale

Il giornalismo italicus sfocia sempre più nel ridicolo. Nel sito, nella sezione sulle bufale, ho già descritto la superficialità con cui tante tematiche vengono trattate dagli scribacchini di oggi. Ne abbiamo ormai a bizzeffe. Ma ecco l’ennesima notizia che fa capire perché anche il miglior governo del cambiamento non riuscirà a cambiare nulla, visto che generalmente continuiamo a restare scemi.

La notizia che mi è balzata stavolta è su un serial killer (abbrevierò in SI, ovvero Soggetto Ignoto – n.d.r. citando anche la serie Criminal Minds) malato di HIV, che ha fatto sesso non protetto e provocando oltre 200 potenziali vittime. E come lo hanno chiamato i nostri scribacchini? Come un “untore”! Quando leggi oscenità del genere, non sai se metterti a ridere. Ridere per la demenzialità totale con cui i media trattano gli argomenti. Il cosiddetto “untore” è un soggetto malato da circa 10 anni di HIV ed è il classico profilo dell’SI. Ma per i media, è un “untore”, e ovviamente sull’ANSA, anziché dare rilevanza sulla gravità dell’episodio, non si fa altro che discutere di come per Salvini sia sempre colpa degli immigrati e dei litigi con la Francia. Ah beh!

Il fatto è che “l’untore” non è l’unico caso di demenzialità del “giornalismo” odierno. Basti pensare alla dicitura “baby gang”. Ma “baby” cosa? Sono criminali affetti da sociopatia. Non sono “baby” e non sono “ragazzi”. Hanno la stessa crudeltà di un adulto e hanno compiuto crimini efferati. Non hanno nessuna empatia e sono un problema serissimo per la società. Sanno simulare i sensi di colpa o i sentimenti e le emozioni, ma è tutt’altra cosa perché lo fanno per convenienza! Eppure, i media li definiscono come baby gang. Con tutti difetti che hanno gli americani, almeno loro sanno che sono sociopatici e pericolosi e per questo ci possono essere controversie su come giudicarli. Ma almeno loro lo sanno, sono consapevoli della situazione. Le espressioni usate dai nostri media sono ridicole e non permettono di comprendere la gravità dei gesti compiuti o della situazione (vedi anche “So’ ragazzi… dementi!“). Un tizio che contagia potenzialmente oltre 200 persone non è un “untore”, ma un SI e come tale si merita una condanna durissima. E lo stesso vale per i minorenni che stuprano, uccidono e commettono crimini. Non sono “ragazzi”, ma soggetti crudeli, che sanno quello che fanno, ma non gliene importa nulla perché credono di farla franca (e purtroppo a ragione, considerando l’inefficienza della nostra giustizia). Ah, ma noi italiani continuiamo a votare e idolatrare un 80enne che è la massima espressione del sociopatico narcisista, e che addirittura più volte è stato a capo del governo.

Già così, il quadro è veramente pessimo. Ma non basta ancora. Cosa succede se un malato di mente viene trascurato dal sistema sanitario? Succede che i media lo definiscono come uno squilibrato! Uno schizofrenico non è uno squilibrato come ho beceramente letto sull’ANSA. Può avere reazioni improvvise se è spaventato, ma non è uno squilibrato. Ha bisogno di cure dal sistema sanitario, appunto, che però purtroppo è pessimo. E gli esempi di pessimo giornalismo non finiscono qui. Anche la famosa Gazzetta dello Sport ha addirittura attribuito a un “virus” (parola testuale!) la forte perdita di peso di una ex tennista professionista, che invece era malata di disturbi alimentari. Ecco, queste tutte queste cose delle gravissime assurdità che non vogliono dire come stanno le cose.

Se non si ha il coraggio di dire com’è davvero la realtà, che miglioramenti ci possiamo aspettare?

Nessuno, ovvio! Se sono minorenne e stupro barbaramente una donna o uccido un immigrato, sono “solo un ragazzo” anziché un criminale sociopatico. Se ho consapevolmente contagiato tante persone con l’HIV, sono un “untore” anziché un SI. Se soffro di schizofrenia e vado in crisi perché nessuno si è curato di me…  sono uno squilibrato! Sarà che io non cerco mai il capro espiatorio di turno (gli immigrati secondo Salvini e la Meloni), sarà che riesco sempre a trovare ciò che non va, ma sono sempre più convinto che il “giornalismo” che passa sull’ANSA o nei TG non sia quasi mai vero giornalismo. Il vero giornalismo l’ho visto raramente negli ultimi anni. Ad esempio, l’ho visto quando hanno raccontato con testimonianze dirette com’è la drammatica vita quotidiana nei paesi del Vicino Oriente. Ma la piega è sempre più verso il gossip, sempre più nella ricerca del titolo da clickbait. È specchio di com’è la gente, perché ovviamente questi sbricacchini esistono in quanto esiste gente altrettanto superficiale e demente. Purtroppo, come al solito, cambiare andazzo è molto difficile…