Terrorismo islamico e scenario del Medio Oriente

Nell’articolo sull’immigrazione, ho scritto che Islam e mondo occidentale sono incompatibili, a meno che anche gli islamici non si laicizzino (obiettivo ancora lontano!). Sulle vicende del Medio Oriente (*), però, c’è ancora molta superficialità. Eppure, il problema ci riguarda, perché in un modo o nell’altro ne paghiamo le conseguenze. E no, non si tratta solo degli attentati o dei camion che stendono la gente nelle città europee. Lo so, già così è drammatico, ma in realtà la situazione è ben più drammatica.

* In realtà, esistono il Vicino Oriente e il Medio Oriente, quest’ultimo che comprende anche il Vicino Oriente. Il Vicino Oriente comprende specifici paesi, cioè quelli appunto più vicini a noi: Turchia, Siria, Iraq, Libano, Palestina, Israele e Giordania. Il Medio Oriente deriva da una influenza perlopiù americana e raggruppa un po’ tutti i paesi di quell’area, anche l’Egitto, oltre all’Arabia Saudita, lo Yemen e l’Oman. Per comodità, noi useremo la dicitura “Medio Oriente”, ma sappiate che Vicino Oriente e Medio Oriente sono due concetti diversi.

La domanda che vi pongo è: chi sono i cattivi? Sono convinto che la maggior parte delle persone sbaglierà la risposta. Certo, posso capire che il Medio Oriente è così lontano geograficamente, ma nella politica di oggi dovremmo conoscere di più quello che accade lì. Ovviamente, nel mondo ci sono molte situazioni complicate e difficili. Vedi la guerra del Donbass nella nostra Europa (*), anch’essa una situazione di caos dove parteggiare a prescindere è uno sbaglio. Tuttavia, una discussione sui problemi del Vicino Oriente merita per come la politica si sta evolvendo.

* In seguito, la guerra si è allargata a tutta l’Ucraina nel 2022 e gli scenari geopolitici sono andati in subbuglio.

Può sembrare banale e sconvolgente allo stesso tempo, ma la risposta alla domanda su chi è il cattivo è: un po’ tutti! Noi conosciamo l’Isis, in passato era Al Qaeda. Ma l’Isis uccide gli stessi “fratelli” islamici. L’Isis, infatti, si basa sull’Islam sunnita e ammazza gli sciiti. Quindi, i sunniti sono quelli cattivi e gli sciiti così buoni? Neanche per idea! Quello che l’Isis fa agli sciiti, gli sciiti lo fanno ai sunniti, senza che questi ultimi siano necessariamente dell’Isis. Nemmeno la posizione di paesi “canaglia” (altro termine tutto americano) come l’Iran è netta. Da un lato, il governo iraniano combatte l’Isis, ma al contempo non l’Iran non è di certo un paese libero (e, forse, il concetto di libertà non corrisponde neppure a quello in cui gli islamici credono). È lo stesso errore fatto in Afghanistan. Si decide, quasi a caso, chi è il cattivo, ma poi quelli che hai considerato come i buoni ti si rivoltano contro e iniziano ad ammazzare anche loro. E non è nemmeno un errore nuovo. Le ingerenze occidentali avevano già fatto fallire i tentativi di modernizzazione dell’Iran nel novecento, da cui alla fine degli anni ’70 l’antica Persia si trasformò definitivamente, dopo una rivolta, in una Repubblica Islamica. Un’altra cosa poco nota è che anche la mafia italiana foraggia il terrorismo, in cambio di reperti archeologici trafugati illegalmente. Sì, il terrorismo fa male in tanti ambiti e non solo in diritti umani, morti, e politica.

La realtà del Medio Oriente è ancora poco nota. Ci sono giornalisti che iniziano a descrivere questi scenari, rischiando tra l’altro la vita e dimostrando che c’è chi non fa solo gossip. Ma ci si ammazza, c’è sempre guerra, poi arrivano gli “alleati” che decidono chi è il cattivo e diventano altrettanto i cattivi. Noi siamo abituati che il problema sono i migranti. E ciò è vero, ma i migranti sono solo una piccola parte di un problema molto più grosso.

L’errore comune è pensare che i terroristi fanno la Jihad contro l’occidente, mettendo nei promotori della Jihad tutti gli islamici. Errore. Non fanno solo la Jihad contro l’occidente, ma genocidi e stupri nei confronti dei locali, che sono altrettanto islamici. È un continuo di violenza sistematica e reciproca, dove coloro che pagano sono i normali civili, le famiglia e i deboli. Se poi vogliamo sottolineare che l’Islam è incompatibile con l’occidente, allora va bene, ma la realtà tragica del Medio Oriente è questa. I terroristi sono islamici che non fanno solo attentati nelle città europee, ma uccidono anche altri islamici che hanno interpretazioni diverse del Corano. Ma d’altronde, questa cosa l’ha fatta pure la Chiesa cristiana per secoli…

È un bel casino, sì, e questo spiega come sia come la religione faccia danni, a meno che non si viri verso il laicismo (pretendere di essere atei sarebbe ottimistico…), sia come i paesi occidentali abbiano capito veramente poco (per dolo, ignoranza o comodo) di queste dinamiche. Come dovrebbero intervenire i paesi occidentali? Non di certo bombardando per puro gusto di fare i guerrafondai o essere convinti che il proprio modello di democrazia sia il migliore in assoluto. In mezzo a quella gente, ci sono cattivi da tutte le parti, ma anche tanti civili onesti e che vogliono vivere in pace. Civili che, purtroppo, finiscono vittime dei soldati occidentali tanto quanto dei terroristi o dei miliziani. Il compito dei paesi occidentali è pertanto molto più difficile di quello che appare e, purtroppo, non sarà risolto in tempi brevi. Paradossalmente, viene da dire che era proprio Saddam Hussein a mantenere calme le acque in Iraq. Il fatto è che questi paesi non sono ancora pronti alla democrazia. Se invece stiamo a bombardare perché piace farlo o perché si cerca un “nemico comune”, allora continueremo a subire le conseguenze anche noi. Tanto, possiamo abbattere Bin Laden, possiamo abbattere l’Isis, ma domani sarà qualcos’altro. Anzi, sicuramente sarà qualcos’altro.

Forse, potrei sembrare pessimista a descrivere lo scenario. Non è così. Quello che ho scritto sul Vicino Oriente serve per far capire che è un quadro complesso, veramente molto complesso, ma è dalla comprensione di esso che si può intervenire correttamente. Come possono avvenire il dialogo e l’educazione? Ci sono vari mezzi e questo spetta ai politici, se si decidessero a voler sapere cosa davvero accade. Indubbiamente, occorre schierarsi apertamente dalla parte dei normali civili, affinché non passino tra le fila di terroristi o miliziani. Il problema è che, dagli attacchi degli “alleati”, ci rimettono anche loro perché vengono confusi con qualunque altro terrorista o perché tanto sono tutti uguali e vanno tutti ammazzati. Purtroppo, quest’ultimo ragionamento è molto più tipico di quello che si pensa. Sono civili che poi svilupperanno odio, diventeranno terroristi e faranno qualche attentato in Europa. In pratica, siamo anche noi occidentali che foraggiamo i terroristi. Brutto da dire, politicamente scorretto e sicuramente gli islamofobi si risentiranno. È anche così (ma non solo, chiaro!) che i terroristi fanno proseliti, ci puntano spietatamente e ci marciano trionfanti. Provate a mettervi nei panni di un normalissimo civile a cui viene ammazzata la famiglia da un americano per cui tutti gli islamici sono uguali e cattivi. Un conto è l’incompatibilità e quindi ognuno per conto suo, un altro andare lì ad ammazzare gli innocenti! Un esempio di come sia intricata la situazione del Medio Oriente è l’annuncio di Trump di ritirare le truppe dall’Afghanistan (sebbene esso non faccia parte tecnicamente del Medio Oriente). I pacifisti rimarranno confusi da una scelta controintuiva per un personaggio così violento, misogino e megalomane. In realtà, Trump va a giocare proprio con il sentimento di chi ha vissuto la guerra e vorrebbe che finisse. Non lo fa per pura bontà, ma per prendere i voti degli scontenti e di chi è rimasto traumatizzato dalla guerra. Allo stesso tempo, senza le truppe americane in Afghanistan, si lascerebbe campo libero ai terroristi, con il rischio di provocare maggior caos (sotto questo punto di vista, trovo che sia anche utile capire meglio, vedi quello che ho scritto qui). L’attacco della Turchia ai curdi, avvenuto proprio in seguito al ritiro dei soldati americani dall’Afghanistan, lo dimostra, con i terroristi dell’ISIS che sono fuggiti dalle prigioni! Alla fine, si è di nuovo instaurato il regime talebano e l’ISIS rimane lì sempre in agguato in una situazione che definire delicata è riduttivo (paradossalmente, il regime talebano permette l’ordine!).

La cause

La domanda sorge spontanea: ma come nasce tutto questo casino? Non dimentichiamoci che stiamo parlando di paesi che sono stati praticamente disegnati con un righello, senza pensare troppo alle differenze interne. La stessa cosa vale anche per i paesi dell’ex URSS. L’Ucraina dove c’è la guerra, ad esempio, prima non era un paese indipendente. Quando lo è diventato, al suo interno ha racchiuso ucraini e russi insieme e ciò ha portato a una situazione perennemente instabile, che infine è sfociata nella guerra armata, inizialmente nel solo Donbass nel 2014 e successivamente in tutto il paese nel 2022. Stessa sorte è toccata all’India britannica, divisa tra India, Pakistan e Pakistan orientale in seguito diventato indipendente come Bangladesh. La convivenza è spesso complicata sia all’interno dei singioli paesi sia reciprocamente: sono risapute la rivalità tra India e Pakistan e le difficoltà tra hindù e islamici in India, ma non dimentichiamo tra la minoranza cristiana in Bangladesh rispetto al resto del paese islamico, per non dire dell’inimicizia tra Pakistan e Bangladesh a causa della guerra e la non simpatia di alcuni indiani verso i bengalesi.

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