Quando il tifo è malato

Qualche giorno fa, il Napoli ha certificato matematicamente la vittoria dello scudetto, il numero tre della sua storia. I napoletani si sono riversati dappertutto, sono stati eretti murales e Osimhen è stato paragonato a Maradona. Infine, alcuni tifosi si sono vestiti da Osimnhen in uno Juve Store per cantare “i campioni d’Italia siamo noi”. Ecco la mia opinione, che va in contrasto con le “lacrime” di gioia dei napoletani: queste manifestazioni sono sono altro se non la prova che il calcio è un motivo per molti di cercare rivalsa. Da un lato, è del tutto comprensibile essere contenti se la propria squadra vince. Ma le scene che si sono viste per i festeggiamenti del Napoli sono quanto di più grottesco e patetico esista. Sta qui la differenza tra un tifoso equilibrato e un tifoso malato. Il tifoso equilibrato segue la propria squadra ed è contento quando vince ma, se perde, si dice “pazienza, andrà bene la prossima volta, facciamo altro”. Il tifoso malato vive invece una “tossicodipendenza”. Il termine può sembrare esagerato, ma serve a rendere l’idea del comportamento. Il tifoso malato basa il proprio umore sul risultato della squadra. Se vince, va alle stelle, mentre se perde si dispera, arrivando non di rado a reazioni contro l’arbitro, contro presunte scorrettezze dell’avversario, a dare addosso all’allenatore reo di aver schierato i gicatori scagliati o di averli cambiati male ecc.

Il tifoso malato usa l’espressione “noi”, ma un “noi” non esiste. Sono i giocatori a portarsi a casa i soldi e sono sempre i giocatori che si portano a casa il trofeo. Il tifoso, il lunedì mattina, torna il solito schiavo di sempre. Il tifoso non vince un bel niente. Capite bene la differenza. Non è un crimine essere contenti per la propria squadra. È quando il nostro umore dipende da 11 uomini in pantaloncini che denota un fallimento esistenziale. La vittoria del Napoli non ha assolutamente cambiato la quotidianità dei napoletani, allo stesso modo di quando l’Italia ha vinto l’Europeo nel 2021: caroselli dappertutto, ma il governo ci ha poi “beffati” con il green pass e il carrello della spesa è diventato sempre più caro. Personalmente, sono contento per i giocatori del Napoli e per l’allenatore Spalletti che in Italia è stato finora considerato un perdente, nonostante abbia vinto in Russia con lo Zenit. Dal punto di vista professionale e della programmazione, tanto di cappello.