Birra artigianale o industriale? Una sincera opinione!

Questo articolo non vuole discutere della birra, perché tanto troverete in rete tantissimi articoli su tecniche e produzione e marchi vari. Voglio invece discutere su quello che sta avvenendo intorno a questa bevanda da parte della gente. Negli ultimi anni, infatti, sicuramente ci sono molti più appassionati della brasseria in Italia. Anche i più profani sanno ormai cosa sono le lager (fermentazione bassa a circa 10 °C) e le ale (alta fermentazione a circa 20 °C). Poi, ovviamente, i più esperti si addentrano tra birre d’abbazia, lambic, stout, fruttate, corpose, beverine ecc. Da notare che però, in Germania, non si dice lager per motivi che potete intuire. Non vi azzardate a chiedere una lager in Germania. Ordinate una helles, che è il termine con cui si identificano le lager in Germania. Insomma, dire birra è come aprire un vaso di pandora con dentro tutto l’universo. Sono due i punti che ritengo quelli più scottanti e controversi riguardo alla birra: il fanatismo per l’artigianale e la birra artigianale italiana.

Fanatismo filoartigianale

A riguardo, la mia opinione è che è positivo che ci si stia aprendo di più anche alla birra in un paese dove c’è ancora la (falsissima!) leggenda del buon vino che fa buon sangue. Dall’altro lato, però, come sempre quando arrivano le mode, si perde il contatto con la ragione. I fanatici della birra infatti disprezzano la birra industriale e non vogliono sentire nulla al di fuori dell’artigianale. Ma cosa si intende per birra industriale? Perché, com’è noto, per birra artigianale intendiamo una birra non pastorizzata e non filtrata. Il che permette di conservare degli aromi e di rendere ogni birra “un’esperienza unica e viva”. Questo è vero, ma per industriale che si intende? Girano un sacco di definizioni create ad arte e ad hoc, ma è chiaro che il processo di produzione della birra sia SEMPRE industriale, perché la tecnologia usata lo è. Certo, chi beve birra come se fosse aranciata è probabile che abbia qualche problema. Ma vorrei sapere quanti di quei sapientoni e fanatici dell’artigianale riescono davvero a distinguere una birra artigianale da 9 euro per 75 cl da una buonissima birra “industriale” che però costa 3 euro al litro. Io sostengo che tutti questi “intenditori” dell’artigianale vogliano solo darsi arie e riescono a fare gli esperti fintanto che leggono sull’etichetta che birra è e riescono a leggere sugli scaffali il prezzo. Attenzione, non sto dicendo che non sanno distinguere birra buona da birra pessima o una stout da una chiara. Sto dicendo che, in una prova in cieco, la stragrande maggioranza di loro non distingue una buonissima ma “normalissima” non filtrata della Kaiserdom (da non confondere con quella a latta blu filtrata e che fa schifo!) venduta in promozione all’Eurospin da una birra prodotta nell’abbazia ignota e che costa 9 euro per 75 cl. Il concetto è ben diverso. Se riuscite a percepire di più, allora avete il superpalato. Ma non credo proprio che al mondo ce ne siano così tanti. Si vedono in giro dei veri e propri fanatici, che disprezzano e si atteggiano a degustatori mega esperti e invece è tutta fuffa. Non contesto assolutamente la birra artigianale, che effettivamente ha una qualità superiore, ma chi vuole fare quello che ne sa e invece ne sa ancora meno di me e si limita solo a fornire dei nomi per fare il figo di turno. Mi sembra un po’ come i soliti vegan, anti-OGM, anti-qualcosa, fanbenisti. E infatti è esattamente così. Ad esempio, ho letto il promo di una birra artigianale venduta a peso d’oro che recitava “birra luppolata”. Ma che diamine vuol dire? Nella birra il luppolo c’è per definizione e il suo retrogusto si sente SEMPRE, quindi per definizione TUTTE le birre sono luppolate!

L’artigianale nazionale

Per quanto riguarda la birra artigianale italiana, il problema è diverso, anche se poi ci sono fattori correlati. Intanto, ritengo che la birra artigianale italiana non sia affatto inferiore a quella belga o tedesca. E in alcuni casi la trovo anche migliore! Anche se poi si va a gusti, ma sinceramente non noto differenze tra birra artigianale italiana e birra artigianale estera se non, appunto, nelle preferenze. Tantissimi fanatici vorrebbero decantarmi la superiorità di questa o quella birra, ma a la prova in cieco dimostra sempre che, a certi livelli, il nostro palato distingue semplicemente birra buona da birra cattiva o una scura da una chiara. Il vero problema della birra artigianale italiana è che, riprendendo l’abusatissimo paragone con il vino, la birra artigianale italiana purtroppo subisce dei costi a monte molto elevati. In sostanza, il governo ha deciso che l’Italia dev’essere prettamente a stampo vinicolo e non c’è spazio per mastri artigiani della brasseria. Il che inevitabilmente penalizza il cliente. E questo, a sua volta, comporta che si consumi ancora poca birra artigianale italiana. E consumandone poca, le tasse chiaramente continuano a rimanere alte, portando avanti un circolo vizioso senza fine. Almeno fino a quando non cambieranno le leggi e si smetterà di voler sempre appoggiare sempre e solo il vino.

È vero, tanti birrai se ne approfittano e, sapendo che sappiamo che ci sono grosse spese ordinate dal governo, essi tendono a gonfiare i prezzi in modo ingiustificato. E questo è verissimo, ma non è solo questo, cioè è innegabile che il governo boicotti davvero la produzione nazionale di birra artigianale. Cosa fare, dunque? Beh, il mercato è semplicemente fatto da ciò che il cliente vuole. Fermo restando quanto discusso sulla distinzione di una birra da 9 euro per 75 cl da una Kaiserdom non filtrata (ma non “industriale”!) che costa meno di un terzo al litro, chi può e apprezza davvero, chi coglie veramente le differenze e le peculiarità è libero di comprare birra artigianale italiana. I prezzi, tra l’altro, sono sicuramente più alti rispetto alle birre artigianali straniere, ma il prezzo medio è sempre di circa un euro in più rispetto ai 3-4 euro al litro delle birre artigianali straniere, che però in questo prezzo comprendono ovviamente le tasse e l’esportazione dal loro paese. Ciò vale per il supermercato o agli spacci. Se al contrario pretendete di berla in birreria e con personale pagato per servirvi e riverirvi con il sorriso come se fosse una degustazione di un vino invecchiato per 200 anni, beh, allora è ovvio che vi facciano pagare 10-12 euro, permettetemi il termine, inculandovi! E a mio parare, gli apparenti meritano di essere spennati come polli fino all’ultimo centesimo.

La birra doppio malto non esiste!

A riprova di come il nostro governo piloti il mercato, sappiate che la birra doppio malto non esiste! Il governo italiano ha dato la definizione “doppio malto” per birre con un maggior quantitativo zuccherino, che si traduce in una gradazione alcolica un po’ più alta (lo zucchero viene convertito in alcol dai lieviti). Non è una birra di maggior pregio. A volte lo è, altre volte no. È una definizione tutta italiana (del nostro governo) per mettere una tassa in più. La birra “doppio malto” in Inghilterra, in Germania, in Austria o in Belgio non sanno cosa sia!

Gli ingredienti zuccherini

Termino con un’ultima considerazione. Le birre artigianali sono viste come opere d’arte e amore per la brasseria. Ultimamente, però, le birre artigianali sono spesso arricchite con ingredienti zuccherini, come lo sciroppo. Ciò rende le birre artigianali più calorie di quelle industriali o non filtrate. Questi ingredienti servono a conferire un particolare gusto o ad arricchire quello di base della birra. Questi zuccheri non hanno lo scopo di aumentare la gradazione, ma di dare particolari retrogusti. In genere si usa lo sciroppo di glucosio, ma non solo. Si possono usare anche il succo di mango, il caramello, l’uvetta ecc. E non sto scherzando. Se avete dimestichezza con l’artigianale, avrete sicuramente visto di tutto e di più. Fatto sta che sono birre più caloriche, a parità di gradazione e tipologia. Io non sono un amante di questi ingredienti, come non lo sono delle belghe che vanno tanto di moda. Esistono delle weissbier non filtrate buonissime, che non hanno alcuna traccia di sciroppo e con il gusto puro della birra. Però, sappiate che la birra artigianale può avere molte più calorie delle altre birre. E sono calorie che, ovviamente, nella dieta influiscono parecchio se l’abitudine è frequente.

Quanto alcol possiamo bere nella dieta?