Bruciare grassi per dimagrire?

Fare attività fisica ad andature blande, si sa, fa consumare prevalentemente grassi. Questo è il mantra del cardiofitness e delle palestre, degli allenamenti rigorosamente con il cardiofrequenzimetro per non superare mai un tot di frequenza cardiaca massima con l’ossessione di scongiurare infarti e collassi. Rimango sempre sorpreso su quanta ignoranza c’è su questo argomento. Sulle riviste del tipo Donna Moderna o su siti come dilei.it non si fa altro che ripetere in un articolo sì e l’altro no, come dei somari patentati, di correre sempre a ritmo blando, senza mai esagerare, magari con un pianissimo jogging di mezz’ora del tutto inutile con il walkman. Il tutto allo scopo di dimagrire meglio e più velocemente. Quello che assurdamente non capiscono è che:

per dimagrire, sempre e comunque le calorie bruciate!

Lo ripeto sempre, ma testardamente questa cosa continua a non voler essere capita. Il nostro corpo non è un imbecille. Sa reagire, nel bene e nel male. Sa riadattarsi ed è molto più forte di quello che pensiamo. Facciamo due esempi per comprendere che non ha senso parlare di bruciare grassi per dimagrire, ma che bisogna considerare quante calorie vengono spese. Il come riuscire a ottenere il deficit calorico è la vera questione (vedi come creare una ricetta ipocalorica), ma la fisica è incontestabile.

Caso 1

Un soggetto sovrappeso di 80 kg cammina per 5 km. Il suo dispendio calorico è intorno alle 240 kcal. Benissimo, ammettiamo ipoteticamente che i grassi consumati siano pari al 100% (cosa nella realtà impossibile). Andiamo a casa e assumiamo le 240 kcal spese con un alimento che sia tutto formato da carboidrati (zucchero?). Il fabbisogno calorico non varia rispetto all’abituale. Le 240 kcal andranno fisiologicamente a recuperare il grasso speso. Il soggetto NON dimagrisce, perché non si è generato nessun deficit!

Caso 2

Un sportivo di 60 kg fa 10 km di corsa a ritmo gara. Il consumo di carboidrati è sul 95% (non è di certo un lento). In questo caso, il soggetto rigenera i 140 g di carboidrati, ma il suo fabbisogno calorico giornaliero è inferiore rispetto all’abituale. Risultato: il soggetto dimagrisce perché, avendo ricaricato il glicogeno (se non lo facesse, cannibalizzerebbe i muscoli), il deficit viene prelevato dai grassi!

Capito ora il discorso? Mi auguro di sì. Inoltre, i casi considerati fanno capire che, a livello di efficienza, ha molto più senso fare seriamente sport, anziché limitarsi a camminare. Perché è vero che camminando si bruciano grassi, ma il dispendio calorico è decisamente inferiore perché manca l’intensità. Un soggetto di 60 kg che cammina per 10 km consumerà pure grassi per la maggior parte, ma spende solamente 360 kcal. La camminata è cioè riservata a chi ha tanti chili da perdere e, per evitare i traumatismi della corsa, non può che limitarsi a camminare. Inizierà a correre quando mancheranno gli ultimi chili da perdere.

20-30′ al giorno, attività bruciagrassi… meglio lasciar perdere!
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