Perché è così importante la memoria

Negli ultimi tempi, il presidente Mattarella ha parlato spesso del ricordo come valore del paese. Ma cosa vuole davvero esprimere? Beh, innanzitutto, l’ha fatto per combattere la violenza del recente sovranismo europeo o del nazifascismo tornato in voga. Cosa può fare la memoria? Ah, la memoria può fare tantissimo. Molte problematiche sulla mancanza di memoria le ho scritte nell’articolo sull’olocausto ebreo, che porta con sé parecchie conseguenze inimmaginabili e variegate di cui noi europei, per ignoranza o dolo, conosciamo solo parzialmente. Vedi anche sullo scenario del Vicino Oriente.

Per quanto riguarda noi europei, la mancanza di memoria diffonde sempre di più il più becero sovranismo di individui come Orban e Salvini. Ecco perché è importante la memoria. Non me voglia Barbero, che personalmente seguo sempre e, ogni volta in cui lo vedo, pendo dalle sue labbra perché ha una capacità eccezionale di narrare la storia. In questo caso, intendo la memoria di ciò che più ci tocca. Alcuni canali televisivi propongono documentari molto interessanti, diversi dal solito, mostrando sfumature poco note delle due grandi guerre. Altri, purtroppo, a causa dell’attuale governo, hanno suscitato polemiche per aver fatto un servizio che inneggia il duce (scritto volutamente in minuscolo). Molta colpa di quello che sta avvenendo è della scuola, che tratta questi argomenti all’acqua di rose. L’avevo già detto in altri articoli e lo ripeto adesso, affinché il concetto sia chiaro. Si perde molto tempo su altri argomenti di storia, ma poi si tratta la seconda guerra mondiale come qualcosa da finire in fretta e furia perché è una pagina troppo oscura della storia recente. E la seconda guerra mondiale è importante, perché ci tocca da vicino, indirettamente o indirettamente. Oltre al fatto che, in quel periodo dell’anno scolastico, spesso si avvicinano gli esami e la seconda guerra mondiale sembra d’impiccio. Inutile dire che:

la memoria esiste quando qualcuno ce la trasmette!

Se nessuno trasmette la memoria, la memoria, a mano a mano, si perde. E se la memoria si perde, non c’è modo di contrastare le derive cattive. Vedi tutti quei balordi di Casapound o Forza Nuova o tutti quegli pseudo-fascisti della Lega che credono in bufale come che all’epoca di Mussolini non c’era la mafia e i treni erano puntuali. Gente che, tra l’alto, crede che siano gli immigrati a stuprare. Sì, andatelo a dire alla 36enne di Viterbo, a cui è stato detto di stare zitta perché tanto non l’avrebbe sentita nessuno. Il loro slogan, eppure, è sempre stato “difendila”. Le loro sono tutte bufale, colossali, belle e grosse. Ma bisogna dire queste cose e ci dev’essere un’interazione reciproca tra canali media, educazione familiare e scuola. Altrimenti, lo sciovinismo prenderà sempre più piede. Bisogna imparare a dire che Mussolini non è diventato razzista nel 1938 con le legge razziali, ma che era già uno psicopatico assetato di potere, a cui non fregava nulla di mandare gli italiani al macello. E non gliene fregava nulla di inflazionare la Lira per una ridicola e folle politica di autarchia.

Sì, vero, ci sarà sempre chi dice che “Mussolini ha fatto anche bene”. Mica lo nego. Anche un Saddam Hussein ha fatto del bene. Chiunque è capace di fare qualcosa di bene e indubbiamente Mussolini ha avuto consenso, anche tacito, per durare 20 anni. In questo bene, però, di certo non ci sono le pensioni, perché esse sono nate prima, nel 1919. Le pensioni sociali, come le conosciamo oggi, sono nate addirittura nel 1969. Mussolini era morto da 24 anni! Semmai, possiamo dire che è stata fatta una discreta (ma dispendiosa) campagna di bonifica. Ma, anche qui, non penso che sia sta una buona idea, perché ha messo in testa agli italiani che, più si cementifica, più otteniamo progresso. Il che, come dice anche l’esperto Mario Tozzi, è più che fasullo. In Florida, nessuno si mette in testa di bonificare le Everglades, così come nessuno lo vuole fare per l’Atchafalaya in Louisiana. Non avrebbe senso. Ci hanno provato, ma non ha funzionato perché hanno un ruolo ecologico. In Italia no, Mussolini ci “insegna” ancora che bisogna bonificare tutto e costruire le città fantasma o coprire con il cemento. Assurdo.

In sintesi, quando Mattarella parla di memoria, ha ragione. Ma deve dirlo su qualcosa di specifico e che ci tocchi nei tempi più recenti. Personalmente, grazie ancora una volta a Barbero, mi sono appassionato al Medioevo, che è un’epoca storica, in proporzione, molto più moderno di quello di oggi. Nel discorso di Mattarella, tuttavia, c’è tutta una serie di meccanismi che deve coinvolgere la scuola, le famiglie, i media, i politici e le istituzioni in generale. L’obiettivo è che l’ondata di sciovninismo venga ricacciato indietro per evitare una nuova guerra. Guerra che, localmente, sta già avvenendo! Dal Donbass in Ucraina-Russia alla primavera araba, dalla Libia al Sud del Sudan, fino a tutti i quei paesi in cui non c’è ufficialmente la guerra ma ci sono persecuzioni e stupri di guerriglia. Ecco a cosa serve la memoria.

Il negazionismo (di ieri e di oggi)

La storia umana è fatta da tantissimi genocidi, purtroppo. La Shoah è tra le più recenti. Eppure, per molti individui non è mai esistita. È il negazionismo. A cosa è dovuto? Come detto, la scuola italiana ha delle grossi colpe. Se non si sa la storia ma, anzi, essa viene rimossa sempre di più dai programmi, l’ignoranza rischia di costruire una società senza valori (non solo per questo, ma non dilunghiamoci). La verità è che il nazismo e il fascismo non sono mai stati estirpati dall’Europa, soprattutto in quei paesi che l’hanno vissuto direttamente. I tedeschi all’epoca erano bravissimi a fare negazionismo, vedi la farsa del film a Terezín. Pensate che oggigiorno non sia così? Beh, basta pensare al decreto “sicurezza” (messo tra virgolette) della Lega. I nazisti dicevano che Hitler dava una città agli ebrei, mentre Salvini dice che ha salvato le persone dall’annegamento. Come dire, se non sai quello che accade, è facile dire che non esiste. Così come i tedeschi non sapevano dei campi di concentramento perché Hitler diceva di dare a loro una città, allo stesso modo i migranti continuano a morire in mare, ma Salvini dice che li salva perché, se le navi non sbarcano, nessuno sa cosa accade lontano dai porti. A sorpresa, si scopre che tantissima gente crede alle panzane di Salvini. Non solo chi è già schierato per l’estrema destra, ma anche molte persone che sono all’apparenza normali e rispettabili, proprio come i cittadini della Germania nazista. Intendo persone che non per forza devono essere razziste o anti-migranti, ma che negano in qualche modo lo stesso. Forse ha ragione Liliana Segre: è più facile credere che non sia vero, come il vicino di casa che spara alla donna ma, agli occhi altrui, è sempre apparso simpatico (il paragone è suo, ma è verissimo). Ricordiamo che lo sterminio programmato compiuto dai nazisti era l’ultimo atto di un lungo percorso di discriminazione sociopolitica. All’epoca si iniziava con i bambini ebrei respinti a scuola, mentre oggi sono i richiedenti asilo senza medico di base o i senzatetto multati. Chi non vede il parallelismo o minimizza è cieco o vuole esserlo. Per ricalcare una citazione della serie TV Shetland (che originariamente si riferisce al traffico di esseri umani):

Finché i bagni sono puliti, le auto lavate e il cibo è puntuale, siamo felici di ignorare.

I meccanismi del nazismo dell’epoca sono tremendamente attuali. Ad esempio, sui rom che non vogliono integrarsi. Il pensiero della destra è che “non siamo noi i razzisti, ma sono loro che non vogliono integrarsi” (*). È quello che dicevano anche degli ebrei durante il nazismo! Il negazionismo nasce da un residuo di nazifascismo che non è mai stato sradicato del tutto. Abbiamo creduto di sbarazzarci di quei fatti troppo in fretta. E la scuola n’è responsabile! I fascisti e i nazisti dell’epoca che sono sopravvissuti hanno continuato le loro vite, facendo figli e nipoti. Con un ruolo carente della scuola nello spiegare gli eventi del novecento, hanno continuato a diffondere le loro ideologie. Ora ci ritroviamo in un’ondata di “sovranismo” (leggasi estrema destra) preoccupante. Il problema, tuttavia, è nato ben prima, rimanendo latente o nascosto, in attesa. Purtroppo, intimamente o in modo più esplicito, molti italiani, in molti sono rimasti ancora fascisti e rappresentano un grave problema (lo spiego anche quando parlo degli insulti a Liliana Segre). Abbiamo fallito l’opera di educazione scolastica, predisponendo i giovani ad accogliere nuovamente il seme dell’odio. I fascisti, dopo la guerra, mica sono magicamente spariti. Dovevano andare da qualche parte, senza dichiarare esplicitamente di esserlo. Il partito che lo permise fu la Democrazia Cristiana che, non a caso, ha molto in comune con la Lega di Salvini. Se avessimo considerato il problema all’epoca, oggi non saremmo a questo punto, con il timore che chi ha vissuto le tragedie del nazifascismo muoia per vecchiaia e non possa più testimoniare.

* Il pensiero è vero in parte, ma ne viene distorto il senso. I rom hanno molti elementi diversi dalla società per così dire “civile” e fanno fatica ad adattarsi. Ma è anche vero che molti rom vorrebbero mandare i figli a scuola per integrarsi. Invece succede che vengono sgomberati, senza dare una soluzione al problema. Risultato? Finiscono per unirsi alla criminalità, così la destra può dire che i rom spacciano, rubano e stuprano. Sono rom che vivono anche da 20 anni in Italia, con figli nati in Italia e a tutti gli effetti italiani (ma non vengono riconosciuti come tali). Passando per “invisibili”, questi figli è come se fossero già segnati a diventare criminali della successiva generazione. La destra vede il comportamento illegale di molti rom, dando per scontato che nessuno o quasi nessuno voglia integrarsi.

Il negazionismo di oggi nasce da tante dinamiche. Intanto perché, appena finita la guerra, troppo facilmente si è dato un colpo di spugna. Si dovrebbe avere il coraggio di dire che la liberazione dell’Italia fu in realtà una guerra civile, cosa su cui in quel momento non era mistero ma che dopo è stato rivalutato per non ammettere la cruda realtà in nome della riconciliazione. Ma dove pensiamo che vadano i vecchi fascisti? Che scompaiano come nulla fosse? Questi vecchi fascisti si sono fatti delle famiglie, con figli e nipoti. Hanno votato Democrazia Cristiana e sono arrivati fino ad oggi votando la Lega. Inoltre, abbiamo commesso l’errore di non voler sapere perché era tutto troppo brutto per sapere. Ed è stato un doppio colpo sia per la democrazia futura (cioè di oggi) sia per i sopravvissuti. Quasi nessuno si è filato Primo Levi, reputato troppo sempliciotto come autore per essere considerato. Oppure si ragionava con il “non raccontare che è troppo brutto e non vogliamo sapere”. Tutti grossissimi errori che hanno lasciato campo libero a un ritorno nel “sovranismo” di oggi e al negazionismo. Alessandro Barbero, in una puntata di “Passato e presente”, dice che ancora poco è stato analizzato degli archivi statali di quel periodo e che scopriremmo molte cose interessanti se lo facessimo. Sono d’accordo con lui. Non abbiamo voluto indagare fino in fondo per svariati motivi ma, per evitare il negazionismo e il ripetersi di certi fatti, è una cosa da fare. Ecco perché ho scritto un articolo sulla giornata della memoria e un altro sul perché è importante ricordare. Le statistiche dicono che il 19.8% degli italiani ritiene che Mussolini è stato un grande leader che ha solo connesso qualche sbaglio. È un dato che dovrebbe allarmare e spiega come ci sia ancora un fascismo non minimale. Non sarà la maggioranza, ma vuol dire che, su 5 italiani, 1 negherà l’Olocausto, voterà Lega o comunque minimizzerà gli atti di odio. Ciò tiene il paese schiavo di una mentalità bigotta e retrograda, mentre altri paesi guardano avanti.

Notate come il negazionismo sia una strategia comune alle dittature in generale. L’esempio lampante è la Turchia, che nega il genocidio armeno. Secondo il governo turco, sono stati gli armeni a provocare una rivolta e i turchi furono obbligati a sopprimerla. Insomma, la colpa è sempre degli altri.