Perché esistono ancora le guerre (l’esempio russo-ucraino)

Quello che ho scritto sull’immigrazione e la crisi dell’Afghanistan, evidentemente, viene compreso da pochi. L’ennesima crisi, quella dell’Ucraina e della Russia, è ulteriore conferma di come non si impara mai la lezione. Non è mio scopo parlare del conflitto in sé. Ci sono già “eserciti” di giornalisti che, dopo essere diventati esperti di virus, si sono rivalutati in esperti di Ucraina e Russia. Io preferisco guardarla sotto altri aspetti. Non tanto perché mi piace andare controcorrente, bensì perché i problemi vanno trattati in modo distaccato e razionale. Agire di pancia non fa mai bene e porta a decisioni avventate, che possono rivelarsi controproducenti (questione gas e benzina ma non solo, come ad esempio la crisi dei migranti ucraini che va ad aggiungersi a quella che già c’era da altri paesi e si aggraverà con i cambiamenti climatici). Purtroppo, i pochi che hanno provato ad agire in modo razionale, vedi Andrea Purgatori, sono stati trattati con ostilità.

Innanzitutto, una domanda: perché nascono le guerre? Molti in questi giorni hanno condannato di qua e di là, mostrato solidarietà, ma la domanda più importante non l’hanno posta. Eppure è qui la chiave per capire come non ripetere sempre gli stessi errori. Risposta:

le guerre nascono quando le parti non sono capaci di affrontare civilmente un problema o quando almeno una delle parti percepisce l’inesistenza di altri modi per risolvere il problema.

Insomma, alla base c’è sempre un qualcosa che non va, una questione che può essere di qualsiasi origine (sociale, economica, ideologica, etnica, diplomatica ecc). Se è accaduto quello che è accaduto in Ucraina (*), le responsabilità sono da ricercare da TUTTE le parti. Putin per sua natura autoritaria, l’occidente nella sua arroganza di voler determinare ancora le sorti nel mondo, Zelensky approfittando della situazione per ambizione personale. Insomma, la degenerazione a cui si è arrivati in Ucraina era verosimilmente impossibile da evitare per la situazione politica in cui ci è ritrovati. Un’ulteriore dimostrazione di come la crisi in Ucraina sia stata scatenata da tutte le parti è che ognuna accusa l’altra di essere nazista! La guerra è praticamente impossibile da evitare se ognuno pensa di avere ragione e vuole averla vinta: qualcuno molto probabilmente (nel caso specifico Putin) farà la prima mossa e passerà alle armi. Provate a pensarci. Noi abbiamo creduto per decenni di vivere nella pace, ma facciamo parte di un’alleanza (NATO), con una forza dominante (gli USA), superarmata. Rifletteteci. D’altronde, gli americani hanno combattuto in Vietnam, in Iraq due volte, in Afghanistan due volte, ma ovviamente l’Ucraina è vicina a noi occidentali e ci sconvolgiamo. L’evento dell’Ucraina non è nulla di diverso rispetto a quello che è sempre accaduto e che hanno fatto anche la NATO e l’occidente. Chi si ricorda dello slogan “Iraqi freedom” nel 2003? Una “libertà” che però sembra stridere con i 600 mila morti (iracheni, ovviamente) sotto i bombardamenti americani durante l’arco della guerra. Storici accreditati come Barbero vi esprimeranno ciò che vi sto dicendo, a costo di sembrare cinici.

* A sfondo di chiarezza, la guerra in Ucraina c’era già dal 2014. Successivamente, si è aggravata e allargata, ma non nasce a febbraio 2022. Per 8 anni, questa guerra è passata nell’indifferenza dei media e dei politici.

Notate come i timori di una terza guerra mondiale vengano paventati quando è in gioco una potente forza contrapposta. È il motivo per cui le guerre nei paesi poveri vengono ignorate. Se è il paese vattelapesca contro pincopallino remoto a fare la guerra, è tutto a posto. Alcuni sostengono che l’aver ignorato le guerre nei paesi poveri non è giustificazione per non intervenire stavolta, ma la frittata intanto è fatta. Basta guardare quali sono i paesi che si sono astenuti sulle sanzioni alla Russia e si capisce che c’è un altro mondo che la pensa diversamente oppure ha dei sassolini nella scarpa da togliere. Qui sta l’errore che commettono quelli che giustificano il dare più attenzione alla guerra in Ucraina perché è alle porte, cioè non capire che non c’è nulla di lontano oggigiorno. Quello che noi consideriamo lontano (vedi ad esempio i cambiamenti climatici), prima o poi in qualche ci arriva. Se Cina e India si sono astenute, che sono potenze emergenti, significa che esistono altre ragioni oltre a quelle dell’occidente. Chi pensa che questi due paesi e i loro correlati non peseranno negli scenari mondiali è un ingenuo.

Le sanzioni valgono pertanto, nei tempi odierni, relativamente. Accordi commerciali di forza si possono trovare dappertutto, cosa dimostrata dal fatto che la Cina continuerà la sua partnership commerciale con la Russia. Nel mondo di oggi, è impensabile che le sanzioni servano davvero a qualcosa, a meno di non essere, purtroppo, paesi già in forte difficoltà come l’Iraq (ci stiamo dimenticando del suo embargo, che ha provocato centinaia di migliaia di bambini morti, considerando come aggravante che le armi chimiche neppure sono state trovate?). Inizialmente la borsa crolla, la moneta si indebolisce, ma poi ci si riprende. Cuba è un esempio. Se si è ripresa Cuba che ha ricevuto l’embargo in un’altra epoca storica, e non quella di oggi con tante voci che emergono per dire la loro, figuriamoci la Russia (o la Cina, l’India o chi altro sia) oggi. Come detto in precedenza, guardate quali sono i paesi che si sono astenuti sulle sanzioni alla Russia. Non conta che la maggioranza le abbia approvate. Conta il “peso” dei paesi che si sono astenuti: bisogna essere ciechi o in malafede per ignorarne l’importanza nello “scacchiere” mondiale.

La verità è che viviamo in un modo dove ci sono tante parti che non imparano dalla storia (perché la storia è maestra di vita, dice Manzoni, ma spetta a noi avere la capacità di ragionare) e pensano tutte di avere ragione per varie motivazioni. Quando poi si arriva alle armi, in molti si chiedono cose come “eh, ora come ne veniamo fuori?” Si cercano di mettere pezze con le sanzioni, ma si deve partire ragionando sul perché nascono le guerre e lavorare su questo, cosa su cui tutte le parti coinvolte direttamente o indirettamente nel conflitto in Ucraina non hanno fatto. Quando una guerra parte, il danno è già ormai fatto e ogni parte cercherà di prevaricare sull’altra (con le armi, con le bufale, con le sanzioni, con la propganda e qualunque altro strumento possibile). Bisogna lavorare a ritroso se si vuole fare in modo che certe cose siano almeno minimizzate (non avere mai guerre trovo che sia utopistico, perché fa parte della natura umana).