Alcolismo, binge drinking e danni dell’alcol

Un bicchierino di vino ai pasti  può essere un piacere per il palato, ma chi è affetto da dipendenza incorre in una serie di problemi. Il danno più citato causato dall’alcolismo è quello al fegato, ma ce ne sono altri che dovrebbero teoricamente scoraggiare chi esagera. L’alcol comporta:

– calo delle prestazioni sportive (vedi “Alcol e sport… binomio possibile?“);
– danni al cervello;
– danni al metabolismo;
– avitaminosi;
– infiammazioni del tubo digerente (esofagite, gastrite, pancreatite);
– aumento della frequenza cardiaca e cardiopatia alcolica;
– alterazioni della sessualità (calo della libido, infertilità, impotenza);
– tumori al tubo digerente;
– indebolimento del sistema immunitario.

In più, i figli di donne alcoliste possono avere deficit mentale, microcefalia e malformazioni cardiache. Questo sito non è assolutamente contro il consumo di alcol. Una buona birra birra può rendere il pasto più piacevole, ma chi esagera, dopo quanto riportato, dovrebbe ritrovare un rapporto sano ed equilibrato con l’alcol oppure astenersi del tutto dagli alcolici. Se vi piacciono gli alcolici, la strategia è bere con moderazione e questo in effetti non è sempre facile. Se non siete ancora convinti, vi consiglio di dare un’occhiata alla risonanza magnetica del cervello di un alcolista: praticamente non ha più neuroni funzionanti! Una buona birra ogni tanto non ha mai ucciso nessuno ed è un’occasione per sperimentare nuovi gusti e bontà, a patto di essere veramente amanti o appassionati della birra (o degli alcolici in generale). Come per il cibo, esistono prodotti scadenti e prodotti di alta qualità, ma l’eccesso fa sempre male. Il difficile è proprio bere nei limiti! L’articolo sul bere poco ma bene spiega nel dettaglio come gestirsi se amiamo il vino o la birra, cosa che effettivamente non fa nessuno perché ci si limita a discorsi generici e superficiali o ambigui per non fare torto al mercato (e però, ovvio, di certo non si può dire che l’alcol sia un toccasana!).

Non dimentichiamo che l’insonnia è uno dei problemi correlati all’alcolismo e avviene nel periodo di astensione, protraendosi anche per un anno o più. Molti alcolisti, dopo un periodo di astensione (breve o prolungato che sia), riprendono a bere, fra le altre cose, proprio per placare l’insonnia.

Il punto è che, per sviluppare problemi e malattie, non è necessario arrivare ai livelli dell’alcolista che passa da mattina a sera con il cartone di vino. È sufficiente “solo” mezzo litro di vino al giorno per avere il fegato andato. E non riguarda solo chi si sbronza al sabato sera. Prendete una “normalissima” persona che abitualmente beve:

– una Moretti grande a pranzo (660 ml);
– un aperitivo dopo il lavoro (40 ml);
– un bicchiere di vino a cena (125 ml).

A tante persone sembrerà addirittura accettabile, complice il fatto che si beve in più momenti. Benissimo, se però uno beve così tutti i giorni è spacciato. Fatevi pure il calcolo delle ore che l’organismo impiega per smaltire l’alcol etilico ingerito. 3-4 ore per la Moretti grande e ci si fa già l’aperitivo. Probabilmente senza neanche aver del tutto smaltito l’aperitivo e per cena arriva il bicchierino di vino. In pratica si ha alcol in corpo per quasi tutto il giorno! Tale quantitativo di alcolici corrisponde a circa mezzo litro di vino. Usando questo confronto, direste che il consumo è salutistico? Pensateci. Non c’entra il non ubriacarsi. È l’organismo che è troppo impegnato nello smaltimento dell’alcol etilico e così facendo, prima o poi, il fegato vi parte! L’errore che fanno in tanti è quello di paragonarsi all’alcolista comune. Verosimilmente, chi beve “tanto”, ma non a livelli di alcolista puro, avrà problemi di salute meno gravi. Ma è con la popolazione sana ed equilibrata che bisogna fare i paragoni. Eccedere con gli alcolici provoca comunque dei problemi. Decisamente si dovrebbe moderare il consumo di alcolici per evitare quei tipici “acciacchi” o problemi che troppo superficialmente vengono definiti come normali. Paragonatevi con chi ha uno stile di vita corretto, e vi accorgerete di quanto significativamente migliorerete la qualità della vostra vita!

C’è un esame molto semplice per identificare chi beve troppo, anche senza farlo “in eccesso” nel singolo evento: la transferrina carboidrato carente (CDT). Chi beve anche “un po’ troppo” occasionalmente non avrà valori alterati di CDT. Chi, al contrario, beve due birre medie al giorno, un quantitativo che non è binge conclamato nel singolo evento (spiego dopo sull’argomento), avrà la CDT alterata. Volete sapere quanto occorre per alterare questo valore? Anche solo 2 settimane di consumo continuo! Infatti, non è binge nel singolo evento, ma lo è come frequenza settimanale. Ora guardate nei ristoranti e nelle trattorie che frequentate. Sì, avete capito bene. Ci sono parecchi binge drinker che ignorano di esserlo!

Quale dose fa male?

La risposta più sensata è: qualunque dose! Al più si dovrebbe cercare di capire quale dose sia tollerabile dall’organismo, che è una cosa diversa. Chi è astemio o al massimo si limita alla birra artigianale del sabato sera mangiando uno spuntino, senza sballarsi fino a tardi, non sbaglia nulla. Il rischio è basso o trascurabile se il consumo rimane entro certi limiti e non li superiamo. Questi limiti sono di 20 g al giorno di alcol per gli uomini e 10 g per le donne. Queste sono le dosi MASSIME, non quelle raccomandate! I chiarimenti sui limiti appena detti sono nell’articolo (già linkato) sul bere moderato.

Gli esami del sangue vi daranno il feedback salutistico, se non credete al mio discorso (gamma-GT e transferrina desialata). Valori elevati di gamma-GT significano che il fegato è appesantito in qualche modo da qualcosa, verosimilmente dall’alcol se non ci sono altri fattori come farmaci o problemi particolari di ossa. Chi per 20-30 anni beve un litro di vino al giorno ha valori di gamma-GT molto elevati (anche 200 UI/l) e fegato andato, ma anche chi si fa il mezzo litro ha il fegato che presenterà il conto. Si dovrebbe sempre moderare il consumo di alcolici quando i valori superano i 30 UI/l e non si devono fare distinzioni tra uomo e donna, poiché i valori più elevati per gli uomini derivano dal maggior consumo di alcolici da parte degli uomini. Chi è astemio e segue uno stile di vita corretto facendo sport ha la gamma-GT inferiore a 20 UI/l, dunque valori maggiori di 30 UI/l fanno parte di quell’ipocrisia che condanna gli alcolisti ma salva chi esagera al sabato sera o alle occasioni conviviali. Ma avremo modo di discuterne. Quelli che alla pausa pranzo devono sempre spararsi il mezzo litro di vino rischiano concretamente di avere il fegato spappolato. E senza ridursi come gli alcolisti anonimi, oltre al fatto che sono anche calorie in più che non possiamo ignorare di assumere. Per ripristinare i normali valori di gamma-GT in caso di eccesso, occorrono almeno 4 settimane di completa astensione, anche di più in base alla gravità.

“Ma io tollero l’alcol!”

È un’espressione comune. È vero che la sensazione di ubriachezza è soggettiva, genetica e legata al sesso. Ma il fatto che uno non senta i sintomi da ubriachezza non vuol dire affatto che l’organismo non subisca danni. Anzi, se bevete un buon quantitativo di alcolici e non percepite ubriachezza è più probabile che ci sia un rischio di dipendenza! A proposito di tolleranza, gli asiatici reggono meno l’alcol non perché funziona meno l’alcol deidrogenasi (ADH). Lo tollerano meno esattamente per il motivo opposto. L’ADH lavora troppo, si produce più acetaldeide e si sentono di più gli effetti della sbornia!

Alcol e cancro

L’alcol è una sostanza unanimemente riconosciuta come cancerogena. Come ogni sostanza nociva, però, esiste una probabilità di rischio. E i tumori non sono tutti uguali, quindi ci sono tumori su cui l’alcol influisce direttamente e altri tumori in cui esiste solo una correlazione, cioè non una causa diretta imputabile al consumo di alcol.

Quando si parla di alcolismo, si parla spesso di tumore al fegato. Appunto, parliamo di alcolismo, cioè casi in cui le dosi sono anche di molto superiori ai 20 g/die. La probabilità di tumore al fegato, nella popolazione, è già bassa ma, se beviamo troppo (oltre i 20 g/die), è da ingenui pensare di cavarsela. Rispetto al tumore al fegato, decisamente l’incidenza maggiore è nei confronti del cancro al colon-retto, motivo per il quale gli uomini devono restare in una dose tollerabile (NON raccomandabile!) di 20 g/die. La probabilità di cancro al colon-retto è del 7%, con un aumento del 14% con 20 g/die di alcol puro. Il tumore al fegato ha un aumento maggiore, ma per ammalarsi di tumore al fegato, come detto, bisogna praticamente essere alcolizzati. Tuttavia, questo non vuol dire che le altre forme di tumore devono essere sottovalutate. Anzi, è esattamente il contrario, cioè è proprio a questi altri tumori che dobbiamo fare attenzione! Oltre ai tumori citati, anche per il tumore al cavo orale e faringe e all’esofago ci sono cause dirette, ma parliamo di consumi elevati.

Il vero e proprio rischio è per le donne e riguarda il tumore al seno. Le donne devono fare molta attenzione non solo per il fatto che si ubriacano più facilmente per costituzione e peso. Secondo le statistiche, 1 donna su 8 si ammala di tumore al seno almeno una volta nella vita. Vuol dire il 12%. È già tanto così, pertanto un consumo smodato di alcolici diventa deleterio. Infatti, abbiamo un aumento del 10% per ogni 10 g/die di alcol puro, ma la probabilità parte già alta. La regola del “meno è meglio”, per chi ama gli alcolici, è quella giusta.

Lo preciso, quando si parla di alcol, il rischio non è mai nullo anche alla singola goccia, ma solo basso e tollerabile nei limiti consentiti e se si segue un corretto stile di vita. E naturalmente,

più fattori di rischio ci sono oltre all’alcol (fumo, sovrappeso, mancanza di sport ecc), più aumenta la probabilità di contrarre qualunque forma di tumore.

E la sopraccitata condizione è assai comune. Lo sportivo che segue un corretto stile di vita riesce a tollerare l’alcol (nei limiti!) proprio in quanto sportivo con uno stile di vita corretto. Se uno non fa sport ed è in sovrappeso, difficilmente il suo organismo potrà tollerare l’alcol a lungo andare! Molti giovani iniziano a bere e fumare da minorenni, non sapendo che fare così provoca già da subito un aumento di probabilità di ictus e infarto. Se smettono, i danni sono reversibili, ma spesso non lo fanno tranne che da vecchi quando è troppo tardi. Non sottovalutate i gravi danni del fumo e dell’alcol insieme!

Si stima che il 10% di tutti i tumori che colpiscono gli uomini e il 3% di tutti i tumori che colpiscono le donne sono imputabili all’alcol. Il che dimostra la portata del problema, che è grave. Per intenderci, statisticamente l’anoressia, altro grave problema della società, ha una incidenza dell’1-2% circa. Mediamente, in Italia si assumono 20 g di alcol puro pro capite. È un dato grave e preoccupante, perché va mediato con chi è astemio. Da questo, è facile intuire il dilagante problema di abuso dell’alcol, in un quadro generale già pessimo in termini di stile di vita. È un dato che però sono riuscito a reperire con difficoltà, perché tutti tendono a parlare di percentuali e fasce di età, senza però dire nulla sul reale consumo. Evidentemente, dire QUANTO si beve non conviene. Ah, lo so già: ci sarà sempre chi dice che i russi sono quelli davvero ubriaconi!

Bisogna dire che l’attività sportiva riduce la probabilità generale di ammalarsi di cancro. Bastano “appena” 3 ore di corsa a settimana e il rischio si riduce del 20-30% per il tumore al seno. 3 ore di corsa, giusto per chiarirlo, sono il minimo sindacale per mantenersi in salute con lo sport. Vuol dire che, se una donna beve 20 g di alcol in media al giorno, con 3 ore di corsa ritorna alla probabilità iniziale. Ciò vale anche, e soprattutto, dopo la menopausa. Che poi, a dirla tutta, lo smog e l’inquinamento provocano molte più morti dell’alcol, con l’Italia perennemente maglia nera in Europa con circa 45 mila decessi nel 2016. Non ha senso mettere in guardia dall’alcol e trascurare o minimizzare altri gravi rischi. Il fatto è che la priorità, per uno sportivo, non dev’essere smaltire l’alcol, bensì non bere troppo per poter praticare al meglio lo sport. Se lo sport abbassa fino al 30% il rischio di tumore al seno, è sempre meglio bere con moderazione e diminuire la statistica di questo tumore. Non è affatto un caso se, per le donne, i limiti massimi per il consumo di alcol devono essere dimezzati.

I drogati del sabato sera (binge drinking)

Se l’alcolismo conclamato è riconosciuto come un serio problema da trattare clinicamente, purtroppo ancora da molti è reputato normale quello che si può definire come un alcolismo da occasione, ma in pratica è sempre alcolismo. Tanta gente non beve quotidianamente e trascorre anche tanti giorni senza bere ma, quando lo fa, si devasta. Mi riferisco a coloro che praticano il rituale (da dementi) del sabato sera, ubriacandosi nel peggiore dei modi in luoghi da gregge solitamente rumorosi. Gente che si sballa senza nemmeno sentire cosa dice chi ci sta accanto. In condizioni normali non avrebbero nulla da dirsi, ma così possono avere la scusa del rumore che non permette di sentire. Loro non devono temere di bruciarsi i neuroni con l’alcol, perché ce li hanno già bruciati a prescindere. E una volta storditi a sufficienza dall’alcol e dai frastuono, via in macchina a causare l’ennesimo dramma del sabato sera. Chi ha bisogno di bere alcolici al sabato sera, dopo una lunga e stressante settimana da schiavo o da sopravvivente, è uno che ha capito ben poco della vita. Da qui alle droghe pesanti come la cocaina o l’ecstasy è un passo. Il binge alcolico è sottovalutato anche per via del fatto che è socialmente molto diffuso. E in alcuni ambienti, non solo tra i giovani (vedi il vinello dei contadini), l’abuso di alcol è addirittura incentivato. Ci sono gruppi di arrampicatori che, quando terminano le fatiche della montagna, “devono” bere a crepastomaco. Non capiscono che la vita si apprezza da sobri. Che poi si voglia bere e sgarrare di più ci sta, ma l’arrampicatore che ti narra il giro di tutti i bar come tradizione obbligatoria post-arrampicata non è certamente equilibrato. Tutti questi esempi sono una forma di alcolismo di cui non viene considerata l’estrema gravità. Se avete degli “amici” che vi istigano a bere o che vi considerano sfigati se non bevete, anziché cercare la loro approvazione o di adattarvi, cambiate frequentazioni e fate capire che gli sfigati sono loro che hanno bisogno di bere per divertirsi ed evadere! Al 2016, i dati riportano che quasi 9 mln di italiani soffrono di binge drinking disorder.

È pur vero che bisogna distinguere l’intossicazione acuta da quella cronica. I problemi dovuti all’intossicazione acuta scompaiono come viene smaltito l’alcol, mentre chi soffre di intossicazione cronica non ha la reversibilità di alcuni problemi anche con la totale astensione. Esistono diversi studi che segnano più rischi per la salute con un consumo frequente di alcolici, ma ridotto, rispetto a un episodio o due a settimana di maggior quantità. Insomma, detto così sembra che il sabato sera sia salvo. I problemi nascono per quello che sta dietro e le conseguenze, spesso tragiche come testimoniano le cronache. Ci sono tanti “giovani” che accusano di essere perseguitati come alcolisti dopo essere stati beccati con alcolemia alle stelle. Non bevono tutti i giorni, ma quella volta in cui lo fanno e si mettono alla guida diventano dei potenziali killer della strada. Con che coraggio si lamentano di essere perseguitati? Se volete bere, anche sgarrando perché siete dei veri amanti del vino o della birra, fatelo pure. Ma non mettetevi alla guida e rispettate i vincoli dell’articolo che ho proposto all’inizio!

È proprio il meccanismo del sabato sera che è sbagliato. La vita è stressante o deludente, c’è bisogno di evadere e quindi si beve. Poi, un drink dopo l’altro, ecco che serve sempre quella droga per evadere e sopportare il mondo. Per molti, gli alcolici non sono un oggetto d’amore o una passione, ma nulla di diverso rispetto al tossico che ha l’appuntamento con la sua dose e arriva all’evento tanto atteso preparando minuziosamente la siringa. Così come il tossico freme per farsi la dose, il truzzo della discoteca aspetta il sabato sera per imbottirsi di alcol. E il giorno dopo, ovviamente, si dorme fino alle 2 del pomeriggio con un gran mal di testa a fare da sveglia. Parliamo di gente sbandata che nel giro di poche ore si fa fuori troppi drink e finisce devastato. Dite che l’alcol aiuta a disinibirsi? Francamente, se uno ha bisogno di una droga per superare le inibizioni, ha qualche problema. Sì, idealmente potrete dire che eccedere sulla filosofia del “semel in anno licet insanire” non influisce nella salute come chi beve un litro di vino tutti i giorni. Può darsi, ma si sta male sul momento e il mattino dopo ne subiremo gli effetti, perdendo ogni volta degli attimi di vita. Quindi: perché mai fare una stupidaggine del genere?

L’alcolismo da sabato sera ha suscitato maggior sensibilità negli ultimi anni, anche se purtroppo non ancora abbastanza per responsabilizzare le persone sul consumo eccessivo di alcol. A prescindere dalla definizione, il meccanismo è sempre lo stesso e comporta svariati problemi di salute e sociali. Anziché usare definizioni alternative per sminuire il problema, si dovrebbe dire le cose come stanno, e cioè che il binge drinking è sempre una forma di alcolismo. Poi, la sottodistinzione ci può anche stare, ma trattasi sempre di alcolismo. Se non impariamo a dirlo, il binge drinking non verrà mai ritenuto un serio problema dalla gente.

Cos’è il binge drinking?

La definizione di binge drinking non è unanime. Ognuno ha dato definizioni diverse, basate sulla quantità di alcol consumato o sul tasso alcolemico. L’OMS ha dato la sua definizione. Il binge drinking è:

60 g o più di alcol puro in almeno un’occasione nei precedenti 30 giorni.

Per le donne si dovrebbe abbassare a 40 g, visto che, pesando meno e avendo una percentuale maggiore di massa grassa per costituzione, si ubriacano di più rispetto ai maschi (a pari quantità di alcol). La verità è che non esiste una definizione universale per il binge drinking. Ad esempio, nel Regno Unito il “drink” corrisponde a 8 g. Lì, il binge drinking è definito come 8 o più drink per gli uomini (64 g o più) e 6 o più per le donne (48 g o più). Tuttavia, gli inglesi hanno posto a 16 g la quantità tollerabile di alcol al giorno sia per gli uomini che per le donne. In effetti, gli inglesi tendono a bere molto nel fine settimana. Pertanto, devono mediare questa loro attitudine rispetto a noi italiani che tendiamo a farlo in modo più frequente. È diversa la lingua, ma il messaggio resta invariato!

I parametri che realmente contano per identificare il binge drinker sono:

– la frequenza;
– l’obiettivo mirato dell’ubriacarsi.

Se volete ridurre gli alcolici, potete farlo gradualmente, avvicinandovi pian piano ai limiti consentiti.

È la psiche che realmente identifica il binge drinker, più che la ricerca di una quantità che metta tutti d’accordo. È chiaro che l’intossicazione fa sempre male, esiste ed è molto grave. Ma non è questo il fattore determinante per il binge drinking, bensì lo è la predisposizione psicologica a ricercare l’eccesso. In tale definizione, rientra anche chi beve troppi bicchieri di vino a fine anno perché “semel in anno licet insanire”. È un modo di atteggiarsi rovinoso, perché psicologicamente si correla allo sballare “premeditato” in una vita non del tutto vissuta in pieno. Si beve a fine anno, si beve a Pasqua, si beve alla pizza con gli amici ecc. E poi, cosa pensate che imparino i vostri figli? Che è lecito ubriacarsi al sabato sera!

I problemi del bere troppo

Assolutamente non bisogna sottovalutare il consumo eccessivo degli alcolici, senza essere per forza alcolisti conclamati. I binge drinker sono poi, spesso, anche dei fumatori, quindi abbiamo un binomio salutistico devastante. Già il fumo da solo è cancro allo stato puro. Per non dire di tutti quegli idioti che mischiano farmaci o droghe per aumentare lo sballo. I problemi di cuore legati all’abuso di alcol sono molto gravi, tanto che è stata identificata una vera e propria sindrome: la sindrome del cuore in vacanza. Sembra quasi uno scherzo, e invece è così. Succede a coloro che in vacanza, appunto, o al sabato sera eccedono con gli alcolici e sperimentano problemi cardiaci vari. I sintomi della sindrome del cuore in vacanza sono diversi, ma identificabili: aumento del battito cardiaco, vertigini, palpitazioni, respiro corto, sudorazione. I sintomi passano come l’alcol viene smaltito (12-24 ore), ma è chiaro che, se l’abuso è frequente e si protrae negli anni, il cuore finisce per scoppiare definitivamente. In cuori già compromessi dagli eccessi, sopraggiunge proprio la morte improvvisa. In alcuni casi, gli effetti di un’assunzione elevata possono durare fino a 4 o 5 giorni. Praticamente, se bevete al fine settimana, appena recuperate siete già nuovamente a bere, con un sovraccarico dell’organismo non minimale.

Altre conseguenze del binge drinking sono:

– ipertensione;
– diabete di tipo II;
– sindrome metabolica;
– problemi legati all’aterosclerosi in generale.

Il ruolo della società

Non mi riferisco solo ai vecchietti che si calano il grappino e spingono anche i giovani a farlo. Per questo motivo, ne ho parlato in un altro articolo. Francamente, quando vedo il solito servizio del TG che accusa i giovani sull’abuso di alcol o la dipendenza da social network, storco il naso. Se leggete l’articolo che vi ho linkato, nella parte sul ruolo della società, capirete perché ho questa reazione.

Non è un problema di oggi!

Non vorrei che il problema del binge drinking fosse ridotto solo all’immagine degli ubriachi in discoteca. Il problema è molto più complesso e anche gli adulti che accusano le discoteche non sono affatto esenti da colpe: i giovani prendono esempio dagli adulti. Quindi, se siete voi adulti, per primi, a bere qualche bicchiere di troppo alla serata di gala tornando a casa a zig zag, come potete pretendere che i vostri figli non lo facciano nel loro gruppo sociale? Dunque, il consiglio agli adulti è: imparate a dare il buon esempio, ancor prima di riprendere i vostri figli perché bevono troppo in discoteca! Gli adulti dovrebbero teoricamente dare il buon esempio ai giovani. Ma se ad ogni possibile occasione diventano loro stessi degli alcolizzati perché “semel in anno licet insanire”, non stupiamoci più di tanto di quello che combinano i nostri figli. Per loro valgono tutte le considerazioni sul binge e la sindrome del cuore in vacanza. Se tornate a casa barcollando dalla serata all’opera, pensateci meglio prima di dire che tanto un bicchiere di vino in più ogni tanto è concesso. È proprio la superficialità che si dà a quel “bicchiere in più” che fa la differenza. Rifletteteci, invece. Fatelo per voi, per i vostri figli, per i vostri amici e per chi vi sta accanto. Questo aspetto non è ben compreso da molte persone, le quali credono che sia solo questione di tempi e generazione. Certamente oggigiorno non si lavora per campi da mattina a sera e, 60 anni fa, la macchina era un lusso. Ma si beveva, si beveva eccome anche all’epoca. All’epoca lo si faceva nella cantina di campagna, o alle sagre del paese, ma si beveva. Ancora adesso è molto comune trovare un veneto che si fa la bozza di vino nella cantina a fine giornata! Se ritenete che le generazioni attuali non rimangano influenzate da queste malsane abitudini, siete degli illusi. Le aggravanti della società del terzo millennio ci sono, non lo nego affatto (computer, social network, auto per tutti i membri della famiglia, lavoro sedentario ecc), ma da qualcuno, ahimè in questo caso negativamente, si “impara”. Oggigiorno si ha la macchina e, dopo aver bevuto, ritrovandosi magari a centinaia di chilometri da casa, non stupisce se ci si mette a giocare a birilli con qualche pedone che va a messa al mattino. Semplicemente, all’epoca si tornava a casa a piedi, ma per ubriacarsi ci si ubriacava, e anche parecchio. La macchina è cioè un’aggravante, ma i problemi di alcol non sono cosa di oggi! Il fenomeno è comunque generalizzato a diversi comportamenti, non solo per quanto riguarda l’alcol, pertanto ne ho discusso anche qui.