Doctor Who, come imparare sulla vita e sul mondo

Con il suo esordio nel 1963, Doctor Who è il telefilm più longevo al mondo, tanto da entrare nei Guinnes dei primati. Ben 26 stagioni della cosiddetta serie classica, un film e la decima stagione della nuova serie che uscirà tra qualche mese per quello che è il telefilm che spazia per almeno due generazioni di nerd e appassionati della fantascienza. Tuttavia, non guardo mai un film o un telefilm giusto perché è solo piacevole, ma anche con criticismo. E ho trovato molti spunti interessanti in Doctor Who, altro che i cinepanettone, i medici in famiglia e idiozie varie per, direbbe un Peter Capaldi, budinocerebrati. È vero, si tratta di un film di fantascienza, non della descrizione nuda e cruda della realtà come nei film di Aldo, Giovanni e Giacomo o ne “La grande bellezza” di Sorrentino. E ho visto far volare una cabina blu della polizia solo nel programma televisivo “Te l’avevo detto”, ma all’interno non era ovviamente più grande come il vero TARDIS. È però anche vero che si trovano tantissimi elementi della vita quotidiana di ognuno di noi, spunti che ci fanno riflettere con particolare profondità. E ho deciso di descriverli. Premetto che ho visto la serie classica solamente di sfuggita qualche volta e quindi mi concentro sulla nuova, ma direi che ciò non neghi la bontà delle mie riflessioni.

Si può pensare che alcune tematiche, come la discriminazione razziale e l’omosessualità, siano ormai abusate e quindi sminuite. Ma non bisogna dimenticare il pubblico a cui è rivolta la serie. Doctor Who, fin dalla sua nascita negli anni ’60, nasce come serie televisiva di fantascienza per le famiglie. È qui il suo scopo, cioè quello di trattare in modo distaccato e leggero (ma non superficiale!) delle tematiche delicate o importanti. Se un bambino vuole sapere sull’omosessualità, di certo non andrà a frequentare forum di stampo LGBT. In questo senso, Doctor Who è una piattaforma con lo sguardo rivolto verso ciò che siamo e ciò che ci circonda, permettendo ai bambini, futuri adulti, di crescere con spirito critico e senza che siano educati tra fate e cicogne. L’educazione trasmessa da Doctor Who è efficace, perché è comico, divertente e serio insieme, ma mai serioso e moralista, anzi.

Doctor Who

Star Trek e Doctor Who

Doctor Who non è l’unica serie, risalente agli anni ’60, a regalarci interessanti spunti e riflessioni. L’altra serie di quel periodo è Star Trek. Per quanto riguarda Doctor Who, è stato sicuramente più facile ritornare al successo grazie alle ripresa della serie negli anni 2000. Ma dovrebbe essere menzionato anche Star Trek, con cui condivide l’eccezionale capacità di essere moderna. Due soli esempi su Star Trek: la ricerca del pianeta Eden e i “trogloditi” del pianeta Ardan. La ricerca del pianeta Eden critica la visione di chi rifiuta ogni forma di artificialità e la scienza, nella speranza di trovare la felicità. Speranza che, come tutte le cose utopiche e non concrete, si trasforma in terribile delusione. L’argomento è ancora attuale e può essere calato in coloro che credono nelle scie chimiche o nei vaccini che provocano l’autismo, credenze legate a chi vede il mondo con semplicismo. I “trogloditi”, invece, rappresentano il razzismo che ancora persiste, soprattutto con il problema dei migranti che si è diffuso. Star Trek, allo stesso modo di Doctor Who, ha abbattuto i pregiudizi, mettendo nello stesso equipaggio un russo (Chekov), un alieno (il vulcaniano Spock) e un’afroamericana (Uhura). Non a caso, il nome del sito si ispira a Star Trek! Guardare Star Trek, di cui la serie originale è degli anni ’60, è come guardare esattamente la società di oggi. L’articolo vuole spiegare cosa possiamo ricavare di utile da Doctor Who per la vita quotidiana ma, proprio per questo motivo, era doveroso spendere qualche parola anche per Star Trek. Le due serie, anche grazie al sogno della Luna di quel periodo storico, sono strettamente imparentate.

La scienza è bella!

Doctor Who è una serie con innumerevoli riferimenti alle moderne teorie della fisica. Tutto è fatto con coerenza. Le stesse leggi della fisica vengono costantemente sfidate, tuttavia senza mai violarle, bensì “aggirandole” come davvero i fisici nella realtà immaginano di fare. Tante storie sono basate su fantasmi e mostri, ma viene sempre data una spiegazione razionale e scientifica. Doctor Who allena quindi ad avere spirito critico e questo è sicuramente un plus in una società dove la gente ha bisogno di credere in entità divine e miracoli. Doctor Who rispetta una perfetta coerenza, anche quando gli eventi sembrano assurdi e impossibili. Ma la straordinarietà di come lo fa sta nel costante creare un’atmosfera di meraviglia e stupore per la scienza, l’evoluzione e le sue leggi.

Il Dottore

O i Dottori, se vogliamo. Il Dottore si rigenera quando è sul punto di morire. Ogni volta in cui si rigenera, anche se è sempre lui, cambia il suo volto e cambia diversi tratti del carattere. Ma il Dottore è sempre il Dottore, e la costante rimane il suo essere infantile, arrogante, con atteggiamento di superiorità, ma sempre di buoni principi e con senso del dovere. Come dire… la maglia numero 7 del Manchester United è sempre la maglia numero 7 del Manchester United, anche se indossata da George Best, Eric Cantona e David Beckham. Se Indiana Jones è solo e soltanto Harrison Ford, e interpretato da un altro attore è una bestemmia, il Dottore è… il Dottore, punto! Non mi dilungo sulla lunghissima e ultracentenaria storia del Dottore, ma la sua figura è interessante e va ben oltre il più comune ruolo dell’eroe. Il Dottore non è un eroe qualunque, che salva costamente l’umanità o altre specie, ma ha le sue debolezze, le sue paure, le sue insicurezze, i suoi dubbi. Il Decimo (David Tennant) colpisce per il suo senso di solitudine e malinconia, pur avendo i suoi compagni. È quello più attaccato alla vita, terrorizzato dall’idea di rigenerarsi che non è altro se non una metafora della morte che attende tutti quanti. Il Decimo sa che si rigenererà in un altro, ma non sarà più lo stesso. Avrà un nuovo volto e un carattere diverso. È un po’ un modo di chiedersi che cosa c’è dopo che muoriamo. Saremo ancora noi, reincarnandoci, o finiremo in paradiso o all’inferno o diventeremo cibo per vermi e basta? Non importa, in ogni caso cambieremo, ci trasformeremo, avremo in ogni caso una nuova “rigenerazione”. La stessa tematica, in modo un po’ diverso, è ripresa dall’Undicesimo (Matt Smith) il quale, prima di rigenerarsi, spiega a Clara Oswald (sua compagna) che tutti noi nella vita cambiamo. Ed è vero. Le nostre cellule si rigenerano (cit.) continuamente, e siamo diversi sia caratterialmente sia fisicamente ad esempio dai 18 anni ai 40 anni. E proprio come il Dottore, possiamo mantenere dei tratti, ma altri ancora possono variare. Ma, ecco, siamo sempre noi. E, come dice l’Undicesimo, non dobbiamo “dimenticare tutte le persone che siamo stati prima”, perché “va bene così, è bello”. Emblematico anche il passaggio dal Dodicesimo (Peter Capaldi) al Tredicesimo (Jodie Whittaker). Il Dodicesimo è un uomo scozzese di mezza età e, come ogni scozzese da stereotipo, è molto brontolone. Inizialmente, sembra troppo freddo, ma pian piano si scopre che lo fa per mascherare i suoi interrogativi e le sue insicurezze. Si chiede se sia un “uomo” buono oppure no e fa del suo meglio per salvare il mondo. E finisce per farsi amare come tutti gli altri Dottori! Poi, di colpo, si passa al Tredici, un personaggio energico e vitale. Anche la Whittaker interpreta il personaggio secondo uno stereotipo, apparendo la tipica donna “iperattiva”, ma positiva e un po’ stramba (tutti i Dottori sono strambi ed è fatto apposta così!). Questo discorso è interessante, perché vale per tutti noi. L’umanità possiede diversi tratti di personalità. È la “quantità” di quella personalità che ci rende ciò che siamo, un po’ come i caratteri ereditari che si possono combinare in tantissimi modi. I cambiamenti del Dottore, pur rimanendo il Dottore sempre lui o lei, rappresentano ciò che è l’uomo stesso. Non a caso, le sembianze del Dottore sono quelle di un essere umano! E, ammettiamolo, se tutti fossimo un po’ “Dottori”, nel senso di possedere la sua positività e il suo buon cuore, mantenendo nel frattempo lo spirito critico e la razionalità, ci sarebbero meno ingiustizie. Non lo dico per fare una frase fatta, ma perché una persona con spirito critico nota facilmente che, spesso, non apprendiamo gli insegnamenti positivi. Il Dottore è l’eroe amato che vorremmo essere, ma il punto è che, nella vita di tutti i giorni, possiamo esserlo se ne comprendiamo l’aspetto umano.

I compagni del Dottore

Il Dottore viaggia nello spazio e nel tempo (con il TARDIS, appunto) con dei compagni o amici. Essi variano sempre più o meno in base alle rigenerazioni e sono di solito attaccati a uno specifico Dottore.TARDIS Nella nuova serie, Rose Tyler ama così tanto il Decimo che è disposto a cercarlo dovunque, tenacemente. È una storia romantica ma allo stesso tempo drammatica, legata all’impossibilità di una vera storia d’amore vissuta tra i due. È l’amore struggente di due persone destinate a staccarsi ma anche sempre unite. Peccato che nella vita reale l’amore sia molto meno da sogni, più monotono. E il quotidiano affligge. Alcuni hanno una così bassa autostima di sé tale per cui, pur avendo le capacità, diremmo che non si applicano. Ed ecco allora Donna Noble che, grazie al Decimo, scopre di essere speciale anche lei durante il corso delle avventure. Amy Pond è la bambina solitaria ma che sa indubbiamente il fatto suo, non è una stupida. Amy aspetta che succeda qualcosa, che arrivi la fata madrina che l’Undicesimo impersona benissimo. È disposta ad aspettarlo per anni, per tutto il tempo, impaziente come quando si aspetta di ricevere i regali di Natale. Eternamente bambina e mai veramente cresciuta, l’esperienza con l’Undicesimo la porta a prendere nuova consapevolezza di sé, a diventare una donna forte e decisa. E che dire di Rory Williams, futuro consorte di Amy? Il classico ragazzo sfigatello, senza capacità, che però aspetta Amy, in una delle tante avventure con l’Undicesimo, per ben 2000 anni. Alla fine, Amy e Rory lasciano il Dottore capendo che la vera avventura è una quotidianità felice e appagante. Arriviamo quindi a Clara Oswald. Clara Oswald assiste alla rigenerazione tra l’Undicesimo e il Dodicesimo, passando da un “uomo” giovane a uno anziano. Dapprima con la palese cotta, il Dottore cambia davanti ai suoi occhi così tanto che si ritrova a cambiare radicalmente il suo rapporto con il Dottore. Quante volte ci è capitata una cosa del genere nella vita? Di dire a qualcuno che non lo riconosciamo più, che è troppo diverso? Bene, ciò che nel quotidiano non notiamo per cecità nostra o per distacco temporale si condensa in una manciata di secondi di rigenerazione. L’evento è appositamente traumatico in modo tale che il pubblico possa riconoscersi. A differenza di altri compagni, però, Clara è una ragazza molto intelligente, così tanto da arrivare a salvare lei stessa il Dottore (sia l’Undicesimo che il Dodicesimo) più volte. Non a caso, il Dodicesimo le dice che sarebbe un buon Dottore. Questo è molto importante, perché fa capire che gli eroi alla Hercules non esistono.

L’umanità e il mondo

Qui ci sarebbe da discutere molto. Le oltre 800 puntate uscite finora hanno tematiche di svariato genere, riprese sotto diversi aspetti e approfonditi sempre maggiormente. È veramente difficile essere completi al 100% su questo punto. Uno degli argomenti che più ricorre nella serie è la paura del diverso o dello sconosciuto. Gli esseri umani, infatti, in una puntata vogliono distruggere la Luna, che in realtà si rivela essere il guscio di una creatura. In realtà, la creatura non è pericolosa e la Terra non subisce alcun danno, ma è interessante il modo in cui l’uomo, senza nemmeno studiare il fenomeno, sancisca di uccidere la Luna-guscio. Pensiamo agli OGM, ai vaccini, alle scie chimiche. Quando non si conosce qualcosa, si prendono spesso, direi praticamente sempre, delle incredibili e assurde cantonate. È per questo che il Dodicesimo usa la dicitura “budinocerebrati” in riferimento alla specie umana. In un’altra puntata, il Sole emette dei venti solari fortissimi, e allora la Terra sviluppa delle fittissime foreste in ogni angolo per salvare l’uomo. Ma l’uomo non lo capisce e vede le foreste come minacce. Ecco, pensiamo a quanti danni ambientali compiamo pensando che la natura sia d’impiccio. Annientiamo boschi o la biodiversità (anche i vegani, sì!) per i nostri comodi, usi e costumi. Ecco perché Doctor Who è una serie concepita per le famiglie. Ci sono argomenti nella società che bisogna far conoscere ai propri figli, per permettere loro di essere consapevoli della realtà che vivono. Questi argomenti non possono essere trattati con la seriosità dei film come “La grande bellezza” (che è un ottimo film, ma non di certo ideale da vedere in famiglia), ma con spunti e riflessioni adatti a chi diventerà adulto. Purtroppo, da noi in Italia non ci sono serie così. Siamo ancora troppo bigotti per ideare qualcosa del genere. I nostri figli e gli adolescenti hanno bisogno di conoscere e avere il mondo davanti a sé, senza pregiudizi. E Doctor Who, che mischia gli argomenti seri a un tono quasi di gioco, è sicuramente efficace!

Forse ci sono appassionati di Doctor Who tra i miei lettori. Spero comunque di essere riuscito a colpire degli aspetti del mondo e della vita. Analizzare, seppur in breve, una serie così lunga come Doctor Who è anche un esempio che serve a distinguere un’opera che ci porta insegnamenti per migliorare se stessi ed eventualmente chi ci sta accanto. Doctor Who ha indubbiamente questo potenziale. Non è l’unica opera ad averlo, ma provate a guardare la televisione facendo la stessa analisi che ho fatto io ora con Doctor Who perché è una serie che ovviamente mi piace. Scoprirete che tanta roba è spazzatura, ma tanta altra merita di essere approfondita.

Dante o Doctor Who?

Per tutto quanto finora detto, Doctor Who può a tutti gli effetti essere considerato come la Divina Commedia dell’era moderna. Non è solo per via delle centinaia di puntate finora prodotte e della sua longevità di oltre mezzo secolo. Dante viaggia attraverso i giorni infernali e il purgatorio e infine giunge nel paradiso. Il Dottore, invece, anch’egli con i suoi compagni, viaggia attraverso l’universo, nello spazio e nel tempo, citando le nuove scoperte scientifiche o le nuove teorie, raccontando trame inverosimili ma che riescono a trovare una coerenza inattaccabile tanto quanto geniale. E questo lo rende decisamente interessante, un plus. Insomma, Doctor Who ha anche il pregio di allenare lo spirito critico! La serie ha poi innumerevoli personaggi e ognuno ha un suo scopo, sia tra i “buoni” che tra i “cattivi”. E tante volte, anche il cattivo di turno sembra mostrare una qualche umanità a cui il Dottore non rimane indifferente, la stessa che possiamo riscontrare in Dante nei gironi infernali. Chi contesta il mio paragone con un grande capolavoro della letteratura classica, probabilmente è troppo contemplativo, poco aggiornato e ricettivo alla società moderna. È proprio per questo che Doctor Who riscuote così tanto successo in tutto il mondo. La gente riesce a “sentire” le storie e le avventure narrate sul Dottore e i suoi compagni. E riesce incredibilmente a farlo anche con storie ambientate nell’anno 5 miliardi o nell’epoca di Madame de Pompadour o con Van Gogh, perché i suoi temi sono attuali e possiamo comprenderli. Assolutamente non voglio sminuire l’opera di Dante ma, suvvia, in quanti leggerebbero Dante se non lo si studiasse a scuola? E in quanti, sinceramente, ne sono “spontaneamente” attratti senza che nessuno dica loro che si tratta di una importante opera letteraria? Non a caso, si sente spesso dire che, tranne che per l’Inferno, la Divina Commedia è una palla. Ed è vero. Ha la sua utilità, ma le storie che vengono raccontate, appunto tranne l’Inferno, non sono attuali e non ci coinvolgono. Cosa che Doctor Who riesce al contrario a fare, parlando di discriminazione, dei problemi etici legati all’uomo che gioca ad essere Dio, alla possibile esistenza di forme di vita extraterrestri con cui convivere mostra le stesse difficoltà che abbiamo oggi tra paesi diversi, o lo sfruttamento e lo schiavismo.

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