La ciotola di cibo

Di cos’ha bisogno l’essere umano per essere felice? Del lavoro? Dell’amore di coppia? Della famiglia? Dei figli? Della carriera? Del successo (in ogni campo che volete)? Della laurea (o scuola)? Di Dio? Del sesso? Della magrezza? Beh, se rispondete che avete bisogno di almeno uno dei detti elementi, avete fallito il test. Se dite che ne avete bisogno, siete degli idolatranti e avete fallito il test. Ogni volta in cui si dice di aver bisogno di qualcosa per essere felici, si ha un idolo. E se non avete il lavoro, piuttosto che i figli, dovete essere infelici? Siete così asserviti al vostro idolo da accettarlo ciecamente, senza sottoporlo a critica? Vuol dire che vi fate incatenare per riuscire a sopravvivere, anziché vivere: vi fate incatenare dal vostro idolo per ricevere la ciotola di cibo con cui sopravvivere. Non vivete asserviti al vostro idolo. Così facendo, non fate altro che vivere come dei drogati. Quando non c’è la droga, andate in crisi di astinenza. E quando c’è, ne rimanete assuefatti. Se non l’avete e qualcuno ve la dà, ne rimanete riconoscenti, ma non rinascete esistenzialmente perché chi vi dà la dose non vi sta affatto aiutando, bensì sta fomentando la vostra dipendenza. Essere felici non vuol dire laurearsi o trovare un partner, ma coltivare i propri oggetti d’amore con l’obiettivo di migliorarsi ogni giorno di più, senza essere dei vecchi che non ci provano mai o abbandonano perché non vogliono faticare, scegliendo magari delle scorciatoie che poi tornano contro con gli interessi. Essere felici vuol dire saper risalire la china per vivere meglio, non per il bisogno di rivalsa. Essere felici vuol dire arrivare ultimi dopo aver dato tutto se stessi e gratificarsi della fatica compiuta, non primeggiare per sentirsi forti. È questa la vera leggenda, non l’idolo. Non accettate la ciotola di cibo e non fatevi incatenare, ma faticate e lottate per cacciare liberi nella foresta.

Idolo

Eroi o masochisti?
Una vita in catene