Povero olio di palma!

In principio era il burro, passando per uova e formaggi, poi è stata la volta della carne rossa e dunque del latte. Adesso, negli ultimi tempi, in attesa del prossimo capro espiatorio sotto condanna, è il turno del tanto bistrattato olio di palma. Il 3 maggio del 2016, ha infatti destato scalpore un articolo dell’EFSA che mette in guardia sulla cancerogenicità dell’olio di palma. Da lì in poi, le pubblicità in televisione e le confezioni di prodotti come biscotti e merendine hanno iniziato a torturarci psicologicamente con il claim “no olio di palma”. Stanco, decisamente stufo, della demonizzazione dell’ennesima sostanza che poi come al solito porta a una fobia irrazionale nella popolazione meno scientifica e razionale, ho deciso di scrivere questo articolo per fare chiarezza. Innanzitutto, l’EFSA identifica due sostanze FORSE cancerogene. Queste due sostanze sono il 3-MCPD e il 2-MCPD (GE). Provate a chiedere a coloro che demonizzano l’olio di palma di dirvi quali sostanze dell’olio di palma sono ritenute pericolose e 90 volte su 100 almeno non ve le sapranno dire. Il punto è che solo per il 3-MCPD hanno trovato delle soglie a rischio, mentre per il 2-MCPD i dati risultano insufficienti. Ma anche ammesso (e ovviamente non concesso, visto che è ancora tutto da approfondire) che il 3-MCPD e il 2-MCPD siano davvero cancerogeni, tanto vale prendercela anche con l’olio di girasole, visto che, seppur in quantità minore, contiene le stesse sostanze accusate. Il punto è che TUTTI gli oli vegetali raffinati contengono GE e in generale sostanze tossiche. Se vogliamo dirla tutta, quotidianamente siamo sempre circondati da sostanze tossiche e cancerogene, ma non ce ne accorgiamo. E sono sostanze anche molto più pericolose, ma è chiaro che l’industria alimentare e gli interessi degli uni e degli altri siano un campo molto sentito e dunque redditizio su cui marciare. Tra l’altro, non ha senso bandire l’olio di palma se poi lo si sostituisce con altri oli ben peggiori. Vedi il caso della nuova ricetta dei Ringo, che declama il “no olio di palma” e poi, tra gli ingredienti, leggi una sfilza di altri grassi che, insieme, sono decisamente più dannosi dell’olio palma (olio di semi di girasole, olio di colza e burro di karitè… che senso ha così? e ve lo ricordate che anche l’olio di girasole contiene le sostanze incriminate dell’olio di palma, vero?).

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Olio di palma e ambiente

È doveroso fare chiarezza su questo aspetto. Quando l’olio di palma non viene demonizzato per la salute, lo è perché provocherebbe danni ambientali. Bene, bisogna spiegare questa cosa. Innanzitutto, l’impatto zero è impossibile. Il problema parte da monte, cioè che siamo in troppi e, da qui, qualunque soluzione si rivelerebbe inutile. A meno che la popolazione mondiale rimanga almeno quella di ora! Fatta questa importante precisazione, non sono sicuro che l’olio di palma sia così dannoso per l’ambiente. È vero che per produrre un litro di olio di palma va via molto suolo, ma meno di altri potenziali sostituti. L’olio di soia e di girasole, gettonati come alternative, hanno una resa peggiore. Quindi, se io smetto di mangiare un biscotto con olio di palma, ma ne mangio uno con olio di colza o di girasole, provoco un danno maggiore. Questo non lo dico io, ma gli esperti e gli studi. È un dato di fatto. E trovo che sia assurdo lamentarsi della deforestazione della Malesia, quando la nostra Pianura Padana è tra le zone più inquinate d’Europa. Perché noi possiamo devastare l’ambiente come ci pare e piace e i malesiani no? L’unica valida alternativa che accetto in un biscotto è il burro, ma ciò significa che i biscotti costerebbero di più. Il che non è un male, visto che magari ne mangeremmo meno…

Il vero problema è che, per coltivare la palma da olio, arrivano i bulldozer e sfrattano gli abitanti locali. Non si tratta dell’olio di palma, ma di togliere i diritti alle persone, che si ritrovano senza nulla. Ma queste ingiustizie sarebbero più gravi se si coltivasse altro! Pensate che cambierebbe qualcosa coltivando altro? Sarebbe bello poter dire di sì ma, purtroppo, non è possibile. Vince sempre il mero profitto e ciò non dipende dall’olio di palma. Inoltre, la vera è propria deforestazione in paesi come l’Indonesia avviene perché la palma da olio serve anche per produrre il biocarburante. Come dire, per ridurre il consumo di petrolio, cosa di per sé virtuosa, abbiamo trovato delle alternative che provocano la deforestazione. Ah beh…

Non è una molecola!

Un’altra cosa su cui vorrei dire le cose chiaramente è che l’olio di palma o qualsiasi altro olio vegetale non è una molecola, ma un insieme di più tipologie di grassi. È la percentuale di questi acidi grassi che classifica un tipo di grasso da un altro, nonostante l’origine sia molto diversificata. Detto in questi termini, se impariamo a vedere in questo modo ciò che ci circonda e mangiamo, tutto ci apparirebbe sicuramente meno spaventoso e ci faremmo meno problemi o paranoie. L’olio di palma è formato principalmente da grassi saturi, che sono più “stabili” in quanto a forma di “bastoncino dritto”. Il che rende l’olio di palma dalla consistenza semisolida, di crema. Per questo, l’olio di palma in realtà NON è affatto un olio! È più simile al burro, ma evidentemente qualcuno si è voluto divertire un po’ quando, per definire il “grasso” dell’olio di palma ha voluto mettere la dicitura “olio”. Anche qui, chi demonizza l’olio di palma lo sapeva? Prima di dire qualcosa, ci si dovrebbe informare e approfondire su una tematica. Infatti, per via della sua struttura, l’olio di palma non viene usato a caso in biscotti e merendine, perché in pratica è un’alternativa a basso costo del burro vaccino. Ciò comporta, nella maggioranza dei casi ma non sempre, una scarsa attenzione per la qualità di un prodotto (ma ciò vale un po’ per tutti gli oli vegetali generici!). Un biscotto vero al burro è sempre qualcosa di unico e impareggiabile, ma non saranno di certo quei 3-4 biscotti con olio di palma pucciati nel caffelatte al mattino a uccidervi, perché chi segue una corretta alimentazione sa che biscotti e merendine sono alimenti da consumare in modo limitato. Cioè, è sempre la dose che fa il veleno e, sì, anche l’acqua per alcuni soggetti malati può risultare tossica.

Ma fa male?

L’olio di palma dovrebbe essere preferibilmente evitato non perché fa male, cosa tutta da dimostrare, ma perché è scadente e offre un aroma peggiore rispetto al burro. Il burro è più buono in un dolce, mentre se si usa l’olio di palma si deve magari aggiungere svariati aromi a basso costo e di scarsa qualità. Un’azienda che usa il burro per i suoi biscotti è un’azienda attenta alla qualità. Ah già, dimenticavo che ce l’hanno anche con il burro.

Vorrei precisare un aspetto che pilatescamente viene ignorato, ovvero che l’AIRC non ha affatto puntato il dito contro l’olio di palma. Questa è una cosa che hanno fatto i fobici e che puntualmente hanno sfruttato i marchi che sono sempre ben attenti a diffondere la giusta propaganda per vendere. Riporto direttamente le parole usate dall’AIRC nel quote.

È bene però ricordare che molte altre sostanze alimentari rientrano nella stessa categoria di rischio (per esempio la caffeina, l’alcol, le aflatossine che a volte sono contenute in alcuni derivati dei cereali
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sono moltissime in natura le sostanze potenzialmente cancerogene ad alte concentrazioni, anche nell’alimentazione. Il rischio è legato alla frequenza e quantità delle consumazioni: non è mai pari a zero, ma per un consumo normale non è neppure molto elevato e rientra in quello che gli epidemiologi considerano il rischio generale legato all’ambiente esterno e agli stili di vita.
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La storia dell’olio di palma è un buon esempio di quanto sia complesso valutare se un alimento è salutare o meno quando si considera l’insieme dei fattori in gioco e non solo un aspetto. L’olio di palma non è il grasso più salubre che esista, ma nemmeno il peggiore: prima di bandirlo bisogna verificare con che cosa lo si sostituirebbe. Molti prodotti che mostrano sulla confezione la scritta “senza olio di palma” contengono olio di cocco o burro di cacao, che sono altrettanto nocivi di quello di palma per altri aspetti della salute che non sono legati direttamente allo sviluppo di tumori.

La parola dell’esperto

Per concludere l’articolo, vi lascio un video di Dario Bressanini che ci parla dell’olio di palma. Il video dura circa 23′, ma è ben esaustivo e spiegato in modo molto semplice. Vi consiglio la visione di questo video perché si dicono tante cose interessanti e viene, per così dire, smontato questo mito dell’olio di palma che sarebbe così pericoloso, radioattivo, e chi più ne ha più ne metta. Tra le altre cose, nel video, ve lo anticipo come chicca, si fa notare che l’olio di palma è un prodotto tradizionale in molti paesi!

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