Sacchetti bio, ipocrisia all’italiana e consumismo

Gli italiani contro il furto dei sacchetti bio. C’è chi pesa le arance una per una per non acquistare il sacchetto per la frutta e la verdura, che ora viene menzionato come costo nello scontrino. Beh, è innegabile che questo sia l’ennesimo esempio di come l’Italia primeggi sempre quando c’è da mettere un costo o una tassa in più. Siamo sempre indietro sulle istituzioni e abbiamo sempre la burocrazia lentissima, ma quando c’è da alzare qualche prezzo qui e lì non ci facciamo mai togliere la pole position. Tutto questo non lo nego affatto. La polemica sui sacchetti bio nasce da una direttiva europea che ha come fine la salvaguardia dell’ambiente. Solo che l’Italia ha voluto fare a modo suo e disordinatamente, rischiando di incappare in sanzioni. E come al solito, per rimediare andiamo a complicare la vita alla gente. E sono anche non d’accordo, ma d’accordissimo, che per come siamo abituati sia l’ennesima trovata per poter truffare la gente con regolamentazioni ridicole e da pagliacci. I sacchetti bio possono cioè essere benissimo contestati dicendo che i problemi ambientali non si risolvono mai per davvero se continuiamo ad essere in sovrappopolazione, quindi tante normative sono solo una specie di terapia del dolore finché si arriverà al punto di reset. Che senso ha impuntarsi sui sacchetti bio, se poi si abita in città e si respira smog e inquinamento? Ipocrisia!

N.B. Nei paesi nordici non esistono i sacchetti per frutta e verdura come da noi. In Inghilterra la gente se la porta da casa o alla peggio lascia il pomodoro o il peperone così nel carrello perché si paga al pezzo. Non c’è la bilancia per pesare. Altrimenti si accetta di pagare la confezione e stop.

Vorrei però andare oltre a tutte queste considerazioni e sottolineare come la gente sia incoerente. Tutta questa gente che si lamenta dei sacchetti bio,

perché non si lamenta e non protesta contro i rincari del consumismo?

Quelli delle arance pesate una per una sono gli stessi che vanno in giro con i super cellulari. Io mi ricordo che 6 anni fa si poteva ancora trovare un buon cellulare di medio-bassa fascia a 150 €. Oggigiorno non esiste più questa fascia. Si passa da quelli a bassa fascia (gli Wiko) a cellulari da 180 € che si rompono più facilmente. Ma nessuno se n’è mai lamentato. Considerando una durata “media” di un cellulare, abbiamo un rincaro sui cellulari di almeno 5 € all’anno, cioè un costo del tutto paragonabile ai sacchetti bio se non maggiore. Nessuno si è mai lamentato del rincaro dei cellulari, ma per i sacchetti bio sì. Naturalmente i cellulari servono solo per Facebook. 500 € di cellulare sprecati per un social network dove la gente si illude di poter contare qualcosa come i VIP.

E che dire dei portatili venduti alla Media World, all’Euronics, da Trony ecc? Hanno tutti Windows preinstallato (quando non è un costosissimo e griffatissimo Apple, si intende) e sono sempre ogni volta 50 € che volano via. Siamo obbligati. Non c’è nulla da fare. Se compri il portatile in queste catene, avrai sempre Windows preinstallato, quindi il portatile ogni volta costa di fisso 50 € in più di sola licenza Windows. Mai visto nessuno protestare contro Euronics o Media World. Nessuno va a cercare un computer freedos nel negozio all’antica, per poter installare un vecchio Windows o un altro sistema operativo come Linux (io ho fatto così, ho un freedos dove ho installato al momento Xenial Xerus… ci vuole un attimo!). E protestano per i sacchetti bio.

Poi possiamo pure trovare altri esempi. Sono sicuro che in pochi si salvano. Le donne che hanno sempre bisogno di scarpe, gli uomini che vanno al bar e spendono 4 euro di aperitivo. Ce n’è per tutti e per tutti qualcosa si trova. Ah già, ti stanno a rispondere che uno si deve “pur” divertire (già questo è indice del sopravvivere anziché vivere). Bene, i soldi per divertirti li hai ma per mettere la verdura nel sacchetto no? Insomma, i soldi per apparire li hanno sempre. Quindi perché lamentarsi dei sacchetti bio? La coerenza prima di tutto, se no criticare i sacchetti bio diventa goffo ed è normale che i legislatori continuino con queste trovate.

Insomma, la solita ipocrisia all’italiana. Protesta contro i sacchetti bio e guerriglia nelle partite di calcio, ma nessuna protesta diretta contro i politici, il governo e la burocrazia. Anzi, domani siamo tutti a votare qualcuno della vecchia politica. Gli italiani non ce li vedo proprio nei panni dei coraggiosi catalani. No, macché. Non conta la vera libertà, ma impuntarsi sui sacchetti bio. Quello che conta è apparire. Della serie, compro un cellulare da 500 € così ho il top gamma e me ne posso vantare su Facebook, poi siccome voglio apparire anche un populista che “ci tiene” protesto contro i sacchetti bio. E poi ditemi voi se non siamo allo sbando.