Sacrificheresti te stesso o uccideresti il partner?

Se fossimo costretti dalle circostanze, chi decideremmo di uccidere tra noi stessi e il partner? L’esperimento è stato mostrato in una puntata della serie televisiva Criminal Intent, ma in diverse varianti viene posto da molti scienziati che, ovviamente, non lo realizzano in modo crudelmente reale come nel film ma solo per finzione. Il test è utile per due motivi:

1) evidenzia che molti scienziati sono più innamorati della propria filosofia che delle oggettive evidenze;
2) serve a capire i perché di una scelta.

I due motivi sono correlati. Dal primo punto infatti ci accorgiamo che lo sperimentatore parte spesso da una sua idea e, se trova un riscontro numerico nelle sue prove, assolutizza i risultati uscendosene con frasi del tipo “in base al test, x si comporterà per forza così” oppure “x, date queste condizioni, opterà sempre per la scelta A”. Ed è un errore madornale, da dilettanti, che purtroppo commette anche chi ha cattedre importanti. Le prove possono anche convalidare al 90% dei casi l’idea dello sperimentatore. Il 90% è una percentuale piuttosto elevata, ma il compito di uno scienziato serio è spiegare il restante 10%. Torniamo all’esperimento proposto in Criminal Intent per capire meglio cosa intendo. L’aspirante Mengele esegue 10 prove, dove si fa scegliere a una delle due parti di una coppia se uccidere se stesso o il partner. Lo scopo del novello Mengele è quello di dimostrare che l’altruismo non esiste e che, se costretti, tra la propria vita e quella di un altro, si sceglie sempre la propria. Ebbene, in 9 dei 10 casi si sceglie di sacrificare il partner per salvare se stessi. Nell’altro caso si spiega l’anomalia con un fattore di età, visto che la coppia è anziana e, quindi, il nostro sadico scienziato giustifica la scelta con il fatto che la vita di un vecchio non conta tutto sommato nulla e tanto vale sacrificarsi per salvare il partner. Premesso che l’obiezione è legittima sull’irrisorio numero di prove, cosa per altro tipica di moltissime ricerche con cui quotidianamente ci bombardano (la fatidica frase “lo dice la scienza” e, il giorno dopo, la scienza sembra dire l’esatto contrario!), il test è utile per capire le motivazioni di una scelta. Possiamo ad esempio valutare il fatto che molte coppie stanno insieme per caso, che il partner è solamente qualcuno con cui passare il tempo per non sentirci soli. Il test non fa altro che evidenziare questo aspetto nel modo più crudele ed estremo che ci sia: la scelta sulla vita o la morte! Ammettiamo però il seguente scenario:

1) amo profondamente il mio partner;
2) amare il partner significa desiderare il suo bene e che stia bene.

Ne consegue che scelgo di sacrificare me stesso. In apparenza contravverrei all’attesa dello sperimentatore e opterei per una scelta assurda, ma in realtà sarei coerente. Test del genere, con sfumature diverse, vengono proposti spesso. Famoso è anche il “Quesito del ramo deviato” di Philippa Foot. Su un binario, sono legate cinque persone. Esse saranno investite da un treno in arrivo. Voi però avete la possibilità di salvare queste cinque persone deviando il treno con una leva. Azionando la leva, però, uccidete una sola persona. Cosa decidete? Secondo diversi, la maggior parte delle persone ha deciso di sacrificare una sola persona per salvarne cinque per sostenere che è giusto sacrificare un singolo individuo per salvare il collettivo. Ma questo non è necessariamente il comportamento assoluto che si può avere e chi agisce diversamente non necessariamente è un folle o uno psicopatico. Infatti ci sono diverse possibilità.

) Le cinque persone sono dei terroristi, l’altra è un bambino. Ammazzo i terroristi.
B) Fra le cinque persone, c’è la persona che amo (mio figlio, il partner). Ammazzo una persona per salvare, tra le cinque, la persona che amo.
C) La persona singola è quella che amo. Ammazzo quindi cinque persone per salvare quella che amo.
D) Decido di sacrificare le cinque persone perché c’è sovrappopolazione nel mondo.

Scommetto che molti di voi stanno pensando che la D) è ridicola, eppure potrei benissimo scegliere davvero di uccidere cinque persone per questo motivo, e per me sarebbe una scelta del tutto coerente e giusta. Mi si chiede di scegliere e io giustamente lo faccio seguendo la mia etica! In sostanza, il test della Foot è il tipico esempio di esperimento spurio, cioè fasullo, di nullo spessore scientifico anche perché il quesito è decisamente vago per avere un valore scientifico. A dimostrazione di quanto detto, in rete c’è un video dove un bambino risolve il test della Foot spostando l’individuo singolo insieme agli altri e facendo investire tutti quanti! Il bambino non è un futuro psicopatico, ma fa capire bene come l’esperimento sia pilotato. Non essendo ancora condizionato dalle norme sociali, il bambino non concepisce perché, davanti a tutta questa gente che non conosce affatto, debba porsi delle seghe mentali e decide di far morire tutti quanti piuttosto che vedere che non succede nulla. Non è né giusto né sbagliato, ma è solo il suo metro di giudizio, cioè quello di un bambino che ama l’azione e non è patosensibile: gli omini raffigurati, infatti, non rappresentano nessun suo caro, sono del tutto neutrali! E come l’esperimento della Foot, esistono un sacco di altri esempi di esperimenti spuri basati su meccanismi identici o simili (vedere anche, con fini diversi, i cani di Pavlov, esperimento altrettanto spurio perché il condizionamento si ha con il cane tenuto in cattività!). Però è utile a capire il comportamento umano, come ragiona il nostro cervello e quanto siamo capaci di essere coerenti. Non sviate dal test dicendo che è un esempio esagerato, che non si può chiedere di fare certe scelte. Nella vita, saper scegliere e avere un giudizio (purché costruttivo) è importante. Consideratelo un esame per allenare lo spirito critico e per saper analizzare un problema senza dare NULLA per scontato e senza affrettare le conclusioni.