Auto a metano, a benzina, ibrida o elettrica?

Ultimamente, si parla molto di alternative come il metano e l’elettrico al posto delle comuni auto a benzina. Poiché i distributori a metano sono comunque, per quanto non capillari come i benzinai classici, più a maggior portata del consumatore, il metano è la scelta di punta per molti. Spesso la motivazione è un mix di rispetto per l’ambiente e la convenienza economica del gas in questione. In tanti sfruttano anche gli incentivi statali, ma va chiarito subito questo aspetto. Il governo non è stupido. Con la scusa dell’aria pulita, del traffico e dell’ambiente, le auto eco-sostenibili sono incentivate dal governo. Peccato che la maggior parte della clientela rimanga sempre per la benzina. Se tale maggioranza fosse dirottata al metano, fidatevi che il governo non si farà problemi non solo a togliere gli incentivi, ma a tassare il metano. Ed è normale, perché il sistema si basa su un equilibrio formato da svariati fattori. Quindi la scelta di ripiegare sul metano per gli incentivi statali non è molto forte. Come valutare, dunque, la scelta tra metano e benzina?

Metano vs benzina

L’errore di molti è quello di valutare la scelta in base al costo del carburante, ignorando gli altri costi che sono di: assicurazione, bollo, usura, controlli ecc. Sorprendentemente, ci si accorge che il costo del carburante, quando si tratta di motore a benzina, influisce solo per una parte. Questo considerando un utilizzo “medio” su percorsi quotidiani di casa-lavoro e spesa, più ogni tanto qualche viaggio medio-lungo con l’allegra famiglia. Il contro di un’auto a benzina è il maggior costo del carburante. Con un litro di benzina, si fanno decisamente meno km rispetto a 1 kg di metano. Il punto è che il metano perde tutto il vantaggio nell’affidabilità, che non è elevata rispetto a un motore a benzina il quale, se di qualità, può anche fare 350000 km, ovvero, per lo stesso chilometraggio considerato poco sopra, parliamo di 20 anni di vita. Oltre al fatto che, a parità di condizioni, un’auto a metano è un po’ più costosa alla base per via del tipo di impianto. L’inaffidabilità del metano non si vede nel breve termine, ma nel lungo periodo. È inutile risparmiare in carburante per i primi anni e poi dover riparare o cambiare la testata. Il risparmio economico va dunque a farsi benedire se, ad esempio, dopo 100000 km devo rifare la testata. Il discorso ambientale può essere eticamente comprensibile, ma personalmente ritengo che non abbia senso se l’etica mi penalizza la qualità della vita. La mia non è una campagna alla Trump contro il metano. Il metano è una buona scelta se il chilometraggio annuo è elevato, diciamo superiore ai 25000 km almeno, cioè all’incirca 70 km in media al giorno. L’utente medio automobilistico, compreso chi fa ogni tanto dei viaggi in macchina, non arriva a percorrere così tanti chilometri quotidianamente. È lo stesso tipo di ragionamento che si faceva diversi anni fa tra benzina e diesel, quest’ultimo che pure ha dei costi di gestione e manutenzione maggiori rispetto alla benzina!

Facciamo due conti per verificare che è vero che il metano conviene quanti più chilometri si macinano all’anno. Standardizziamo i costi per bollo, assicurazione e normale usura in un costo mensile di 200 euro sia per un’auto a metano che per un’auto a benzina. Il tragitto casa-lavoro è di 30 km tra andata e ritorno. Più ogni tanto la spesa e qualche viaggetto possiamo stabilire una media annua di 15 mila km. Quanto ci costa la benzina? Anche ammesso che costi tanto, 1.90 €/l, in benzina spendiamo 6.30 € al giorno (considerando un consumo di 8 l/100 km). Al mese quindi abbiamo 389 € da spendere per la macchina. Se avessimo un’auto a metano, spenderemmo invece circa 1.20 € al giorno, quindi 236 € al mese. Tuttavia, le recenti normative europee prevedono che le auto a metano debbano essere revisionate ogni quattro anni. La revisione non è di solito mai inferiore ai 120 euro e per un impianto da 4-5 bombole si può arrivare a un costo di 350-450 euro. Non solo, dopo 100000 km è molto probabile che si debba rifare la testata e sono altri ALMENO 1200-2000 euro. In alcuni casi, la testata cede molto prima di 100000 km. E se se si deve cambiare la bombola? Insomma, con i conti si finisce per scoprire che, per il normale utente che fa casa-lavoro, spesa e qualche viaggio ogni tanto la soluzione tra metano e benzina è la benzina. Capisco la sorpresa e l’accusa di peccare in etica ambientale, ma la matematica non è un’opinione, anzi, probabilmente un utente standard è proprio scegliendo il metano che danneggia l’ambiente! O forse che le bombole e le testate difettose o da rifare non si debbano smaltire in qualche modo? Il discorso cambia radicalmente quando si aumenta il chilometraggio. In questo caso, il costo di manutenzione e della revisione per l’impianto a metano viene ampiamente ammortizzato dal costo del carburante più economico, mentre è l’auto a benzina a perdere tutti i vantaggi di affidabilità a causa del costo maggiore della benzina. Inoltre, ammettiamolo, al giorno d’oggi con i voli low-cost ha anche poco senso fare un viaggio di 1000 km in macchina come si faceva 20 anni fa. Trovo sinceramente inutile spendere una giornata intera in macchina quando potrei essere a Parigi nel tempo massimo di 4-5 ore tra attese, navette ecc. E per fare Milano-Roma o Milano-Firenze, per rimanere in territorio nazionale, esiste ormai la soluzione Italo rispetto ai costosissimi Frecciarossa. Sono pur sempre delle “eccezioni” e anche il tempo, si sa, è considerato denaro. Quindi di fatto l’auto permette un utilizzo di pochi km giornalieri o quello di lavoratori che ogni giorno devono spostarsi molto, e solo nel secondo caso si può pensare al metano. Il concetto è: imparate a scegliere quantificando in numeri, non con i “viva il metano” oppure i “viva il benzina” a prescindere!

E il prezzo della macchina?

Naturalmente, ai costi detti occorre aggiungere quello della macchina alla base. Acquistare un’auto da 30 mila euro e che ha un motore che potenzialmente dura 20 anni in base all’utilizzo vuol dire aggiungere 125 euro in più ogni mese. È un costo che va necessariamente calcolato e che fa aumentare la spesa per la macchina non di poco. A questo punto, a molti converrebbe riabilitare i cari e vecchi mezzi pubblici, sempre così cronicamente carenti e in ritardo…

Ibrida vs elettrica

L’ibrida gioca sul fatto che il sistema è combinato benzina + elettrico ma, a mio parere, guardando al futuro non è la miglior soluzione. Una delle lamentele nei confronti dell’elettrica pura, infatti, è quella di non avere ancora una modalità di ricarica capillare. Premesso che, come purtroppo ho sentito, una tratta Milano-Modena è meglio farla in treno per lavoro (*), quindi il problema della distanza va valutato in questo senso, qui sorge la fatidica questione della gallina e dell’uovo. Ovviamente, è nato è prima l’uovo e il che significa che, se più persone richiedessero l’auto elettrica, di pari passo aumenterebbero le modalità di ricarica. È la regola basilare dell’economia: domanda e offerta. In Svezia e in Norvegia è tutt’altra storia e le ricariche sono capillari proprio per una richiesta maggiore. Vero che le auto elettriche costano, ma ormai diversi marchi offrono soluzioni sempre più economiche. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che un’auto elettrica non ha gli stessi problemi di attrito di un motore a combustione, la frenata è basata sul magnetismo (un’auto elettrica non ha le ganasce!) e la manutenzione è ridotta all’osso. Tutto questo comporta una longevità senza paragoni da parte dell’auto elettrica e pertanto, nel lungo periodo, il vantaggio abbatte i costi iniziali di acquisto.

* Se si trattasse di un viaggio, il discorso non cambia. Il viaggio è una tantum, quindi anche viaggiando con l famiglia non andremo di certo in bancarotta.

È chiaro che l’energia elettrica, sotto ogni forma, oggigiorno continua a dipendere molto dai combustibili fossili. Tuttavia, è altrettanto vero che i ricercatori stanno pensando di sfruttare l’idrogeno per alimentare le energie rinnovabili. I passi vanno fatti gradualmente. Le tecnologie ci sono e, con pazienza, si fa quello che si deve. Ciò che mette tutto in discussione è probabilmente la geopolitica (mi viene in mente l’industria del ghiaccio artico soppiantato dal freezer).

Cambiare lo stile di vita prima di tutto: il vero futuro

Aggiungo una cosa sull’auto elettrica. Nonostante io sia favorevole, non va santificata e idealizzata. Quello che dobbiamo fare, anziché passare solamente passare da un tipo di auto a un’altra, è cambiare il nostro modo di concepire lo spostamento. Se guardo alle città scandinave, noto subito che si spostano moltissimo a piedi, in bicicletta, con i trasporti pubblici e l’auto viene usata da chi ha davvero una imprescindibile necessità. Se non impariamo a fare come loro, passeremo da un problema all’altro. Dite di no? È la stessa cosa accaduta con la plastica. Noi oggi vediamo la plastica come un grande nemico, la combattiamo e discriminiamo in tutti i modi (tanto che molti dischi musicali vengono prodotti in digipak in nome della sostenibilità). Eppure, quando la plastica fu inventata doveva risolvere esattamente i problemi ambientali legati all’utilizzo dell’avorio e altri manufatti che distruggevano gli ecosistemi. Ma l’umanità non ha imparato la lezione, non ha cambiato il suo modo di vivere sulla Terra e, dalla plastica che doveva risolvere i problemi ambientali, la plastica è diventata un problema ambientale molto grave. Se pensate che il problema dell’elettrica non sia già in atto, vi rammento le proteste in Serbia, un paese fortemente ricco di litio che le industrie vogliono depredare per la “fame di elettrico”, trasformando la popolazione locale nella discarica d’Europa. Non risolveremo mai nulla se non cambiamo la mentalità!

I recenti risultati sulla fusione nucleare, che non è quella di oggi a fissione (articolo aggiornato a dicembre 2022), su cui spiego meglio nell’articolo sui cambiamenti climatici, lanciano il vero sguardo al futuro. Io non vorrei mai passare all’oggi, in cui non vediamo gli africani e i bengalesi che rovistano tra i rifiuti elettronici per qualche spicciolo, a tante Serbie con terreni dissestati e celati agli occhi per poter ricavare i metalli delle cosiddette rinnovabili adesso gettonate. Non stiamo parlando di fantascienza e poco importa se sarà fra 30 anni. Quello che conta è che capire che la via non è quella della politica del fotovoltaico o delle eoliche ecc. Potrà anche essere idrogeno, ma fa uguale, avete capito cosa intendo. Anziché costruire adesso dei pannelli che saranno a regime vero in chissà quanti anni, francamente penso che sia meglio essere pazienti e aspettare ricercatori che lavorano su soluzioni concrete. Sapete qual è la vera ragione per cui i politici adesso puntano così tanto sulle rinnovabili? Come detto anche nell’articolo sul cambiamento climatico, è tutto dovuto alla guerra in Ucraina. L’occidente è stato colto alla sprovvista dall’azione crudele di Putin e cercano pertanto di mettere disperatamente una pezza.