Demenza e pseudo-demenza depressiva

La demenza senile è una grossa piaga non solo a livello di costi sanitari, ma prima di tutto per il soggetto che n’è affetto e per i suoi cari. Ma vorrei chiarire una cosa. Malattie come l’Alzheimer e il Parkinson, tostissime e micidiali, terribili, non sono prerogativa della vecchiaia. Niente affatto! È un errore considerarle come malattie “inevitabili” della vecchiaia, perché altrimenti non verrebbero diagnosticate anche a persone più giovani. È invece vero che l’età senile, con il decadimento fisico, predispone di più all’Alzheimer e in generale a tutte le patologie basate sulla demenza. Capite quindi perché è importantissimo prevenire fin dalla giovinezza seguendo uno stile di vita corretto? Se contraiamo l’Alzheimer, purtroppo ci capita, ma è nostro dovere prevenire il più possibile. Il discorso è ben diverso rispetto a chi fuma o eccede con gli alcolici. Chi fuma ed eccede con gli alcolici è solo uno stupido che se le va a cercare, mentre chi contrae patologie di demenza è molto probabilmente predisposto geneticamente (ma lo stile di vita contrasta!).

Caratteristiche e forme di demenza

L’Alzheimer e il Parkinson sono le malattie di demenza più note, ma ne esistono svariate tipologie, con sfumature e sintomatologie differenti, con diverse aspettative di vita. In generale, possiamo raccogliere la demenza con le seguenti caratteristiche:

– afasia;
– bradicinesia (lentezza dei movimenti);
– umore depresso, ansioso, apatico o tendente al borderline;
– sonnolenza diurna;
– difficoltà nella memoria a breve termine;
– tremori;
– rigidità;
– difficoltà posturali;
– difficoltà a mantenere l’equilibrio (che porta a fratture ossee);
– bradilalia (lentezza e monotonia del linguaggio verbale).

Non c’è che una sola terapia per chi soffre di demenza: la cura infermieristica per sperare di prolungare il più possibile una condizione accettabile e quanto più dignitosa del soggetto. E quando questa condizione non potesse più essere mantenuta, a mio avviso è del tutto legittimo e di diritto il suicidio, ovviamente solo a patto che, prima, si è fatto tutto il possibile dal punto di vista medico per aiutare il malato.

Pseudo-demenza depressiva

La pseudo-demenza depressiva è una particolare patologia che ha molti sintomi in comune con la classica demenza. Spesso è confusa con l’Alzheimer, perché chi ne soffre ha sempre difficoltà nel linguaggio. Ma non si tratta di Alzheimer, è tutto un altro tipo di malattia. La differenza tra la pseudo-demenza depressiva e l’Alzheimer è che il malato di Alzheimer perde concretamente le proprietà di linguaggio, arrivando per così dire a inventarsi una sua lingua. Il malato di Alzheimer, cioè, direbbe “ponna” per “penna” o “niu” per “nero”. Nella pseudo-demenza depressiva, il sofferente in realtà comprende il linguaggio, ma si blocca. Sa dire “penna” o “nero”, ma non ci riesce, così come tende a non rispondere alle domande, a sentirsi spaesato. La base di questo comportamento è più di tipo depressivo che di demenza e, infatti, si parla di pseudo-demenza, cioè una demenza che maschera una condizione più specifica di depressione. I familiari e il soggetto spesso rimarcano i problemi fisici, non accorgendosi che è più un blocco mentale che una vera e propria incapacità fisica. Sono sicuro che questo comportamento, a uno stadio non patologico, è tipico di tanti vecchi che, finita la normale esistenza di studio, lavoro e famiglia, tirano i remi in barca e si fanno mantenere anche nelle azioni più quotidiane e semplici, giusto perché loro hanno dato e ora a loro è tutto dovuto: nessuna pietà per questi soggetti, nessun posto sull’autobus ceduto da parte mia! Tornando comunque alla pseudo-demenza depressiva, come detto da non confondere con la vera demenza, la terapia si basa sostanzialmente sull’assunzione di antidepressivi o stabilizzatori di umore, ovviamente con un’adeguata psicoterapia cognitivo-comportamentale.