Halloween, non solo consumismo

Il 31 ottobre è Halloween, una festività anglosassone che negli ultimi anni è diventato popolare anche in Italia. Nei paesi anglosassoni, le decorazioni vengono messe con settimane di anticipo. I colori predominanti sono il viola, l’arancione e il nero, un po’ come il rosso per il Natale. Ad Halloween, le usanze sono molte. Quelle più famose sono due. La prima riguarda i bambini, i quali vanno in giro vestiti per chiedere dolci bussando alle porte delle persone con la tipica frase “trick or treat” (“dolcetto o scherzetto”). La seconda riguarda un po’ tutti ed è quella di intagliare una zucca per porvi, all’interno, un lume. In generale, poi, per Halloween è usanza anche organizzare party e ritrovi per vedere film in tema horror o raccontarsi storie. Naturalmente, in pieno stile anglosassone (e del nord Europa in generale), grande importanza viene data al cibo e in particolare ai dolci. Halloween infatti è contraddistinta dalla preparazione di dolci tipici. Alcuni sono anche di tradizione italiana, come quelli a base di mandorle, cacao, amaretti nelle loro innumerevoli varianti regionali. Altre sono di stampo anglosassone, come i brownie, la torta di zucca, ma perché no pure il pan di zenzero originario della penisola geografica della Scandinavia (Svezia, Norvegia e Finlandia). Interessante, in questo periodo, come i pasticcieri si ingegnino a creare forme sempre più originali e appariscenti con ingredienti che per il resto dell’anno sono normalissimi, ma che per Halloween danno vita a creazioni come biscotti a forma di dita o di pipistrello o di fantasmi. Quest’atmosfera di gioco (ai bambini anglosassoni, fin dalle elementari vengono insegnate filastrocche a tema) e di coinvolgimento del cibo ha reso Halloween quella festa consumistica che è oggi, sicuramente nei paesi anglosassoni ben più famosa della Pasqua (in Inghilterra, ad esempio, sono tutti pronti per Halloween mentre Pasqua viene trascorsa senza accorgersene a differenza dell’Italia dove forse conta più del Natale!).

Halloween

Le origini

Ma Halloween ha un significato che va al di là del gioco e dei dolci creati per questo periodo. Il termine “Halloween” significa “All Hallow’s Eve”, ovvero “Vigilia di Ognissanti”. Il termine è pertanto di origine cristiana. Ognissanti è una festività resa ufficiale dal cattolicesimo nell’840 d.C. da papa Gregorio IV (seguita dalla Commemorazione dei Defunti). La questione è che le origini di Halloween sono molto confuse ed è un mix di paganesimo e cristianesimo. Una delle ipotesi fa risalire le origini di Halloween a Samhain, una festa delle isole britanniche molto antica che sanciva la fine del periodo di raccolto prima del rigido e difficile inverno. Per questo motivo, il 31 ottobre è chiamato anche Capodanno Celtico. Non solo, fra la notte del 31 ottobre e il primo novembre si riteneva che la barriera fra vivi e morti cadesse (“un giorno che non esiste”), permettendo quindi ad entrambi di entrare in contatto, in modo tale che i propri cari si potevano ritrovare. Dall’altro lato, le usanze della zucca e del “trick or treat” vengono fatte risalire al cristianesimo. In realtà, gli irlandesi intagliavano le rape e non le zucche e solo con l’immigrazione di inizio ottocento avrebbero iniziato a usare le zucche perché più reperibili. Può sembrare strano, infatti, ma nelle isole britanniche non si trovano le zucche. Chi ci ha vissuto lo sa bene! Si trovano le butternut squash, ma per il resto le uniche zucche che arrivano sono solo quelle per Halloween da intagliare. La zucca infatti comunque è stata importata dall’America! Ma perché c’era questa usanza di intagliare rape e zucche? Perché era semplicemente un modo di intercedere per i defunti, di solito i propri cari. Il “trick or treat” è forse una rivalutazione in chiave moderna di quando, nel Medioevo, i poveri ricevevano cibo in cambio di preghiere anche in questo caso per i defunti nel Purgatorio. Insomma, Halloween oggi è conosciuta per i suoi connotati consumistici e di divertimento, però scopriamo che il suo significato è più profondo. È una festa dedicata ai morti (ma ancora non si parla di streghe, vampiri e fantasmi), al cambiamento delle stagioni che per gli antichi era fondamentale, di importanza vitale e imprescindibile. Non racchiude particolari messaggi di divinità e forse è per questo che in generale i cristianesimi protestante, evangelico e cattolico li condannano definendola come festa satanica, del maligno, demoniaca e altre stupidaggini da fanatici e intolleranti religiosi (e certo, ci mancherebbe).

L’ipotesi per cui Halloween derivi dall’antica festività di Samhan non è accolta da tutti, ma una cosa è certa. Si tratta di una festività diffusa con il cristianesimo, che indubbiamente attinge dal paganesimo. I celti, infatti, erano stati convertiti ampiamente nel VII secolo. E le conversioni non avvengono solo con la forza, ma anche prendendo festività e celebrazioni che quei popoli già possiedono, rivoltandole a favore della nuova religione. N’è un esempio anche il Natale, che nei paesi scandinavi ha poco a che vedere con le usanze che conosciamo in Italia e in generale nei paesi cattolici, tant’è che, in svedese, “Natale” si dice “Jul”, dallo Yule pagano.