L’uso delle app per gestire l’alimentazione

Negli ultimi anni, stando andando di moda le applicazioni per smartphone, dette anche app, per gestire meglio la propria dieta o in generale l’alimentazione, spesa compresa. Ma sono davvero utili e aiutano? Personalmente, rimango decisamente scettico a riguardo. Basta far notare che le diete esisteva anche 25 anni fa, quando non c’erano le app. E si dimagriva e si rimetteva di nuovo peso nel 90% dei casi come oggi! Anzi, possiamo anche dire che, nonostante tutte queste app per la dieta, specialmente si è aggravata l’obesità infantile, di pari passo con il cellulare usato sempre più spesso dai bambini. Voglio però far riflettere sulle motivazioni che spingono a usare queste app:

– fa tutti i calcoli;
– fa guadagnare tempo e rende tutto veloce.

Insomma, nelle motivazioni è implicita la comodità. E fin qui di per sé nessun male. Ma non sono convinto che sia davvero così. Da quello che noto, a me sembra di più che la gente voglia avere tutto a disposizione senza faticare, anche quando in realtà si tratta di cose semplicissime e veloci. Le app fanno tutti i calcoli? Cosa vuol dire? Non sono calcoli da NASA, ma semplicissime operazioni da scuola elementare. Forse che, quando imparate a fare somme e moltiplicazioni alle elementari, vi fanno usare le calcolatrici? Non minimizzate la cosa, per favore. Poi vai a vedere gli strafalcioni in programmi come “L’eredità” e capisci perché il paese va in malora. Lo so, contestare l’uso delle app oggigiorno vuol dire essere quasi del tutto soli. Di per sé, la tecnologia può essere utile, ad esempio un’app può essere utile per tenere centinaia di statistiche sugli allenamenti. Quando però ti serve un’app per sapere che 150 g di pasta ha 520 kcal e 100 g ha 350 kcal, beh, vuol dire essere proprio degli analfabeti matematici. Non a caso, spesso chi usa tutte queste app e i vari social network non capisce in realtà nulla di tecnologia. Non sa installare correttamente un antivirus o formattare il computer. Alla fine, si scopre che le app vengono usate perché:

non si vuole conoscere le realmente le cose!

Se uno sa quello che mangia e gli alimenti che usa, non ha bisogno di usare app. Sa già tutto a memoria, almeno indicativamente ma quanto basta per gestirsi senza app. Io ho usato solo un foglio di Excel nella fase di apprendimento, in modo tale da memorizzare più facilmente. Solo nel periodo di apprendimento, appunto. Poi ho imparato a conoscere e ad assimilare le mie abitudini e non ho più avuto alcun bisogno di questi mezzi tecnologici. Stessa cosa per la spesa. Anche quando prendo cose diverse di settimana in settimana, non ho bisogno di nessuna app. So quello che mangio, conosco il mio stile di vita e mi viene tutto automatico. E aggiungo ulteriormente, in realtà ho scoperto che faccio molto più in fretta rispetto a chi usa le app! Proprio perché mi conosco, so cosa compro, so cosa mangio, ed è tutto spontaneamente nella mia testa. E non ho bisogno di app! Ma tutto parte dalla conoscenza, e dalla voglia di conoscere. Certo, non nego che la fase iniziale di apprendimento possa essere tediosa e lunghetta, ma è successivamente che si ha il vero guadagno. Ci sono tante persone che evitano di mangiare fuori o sgarrare perché non hanno la più pallida idea di cosa mangiano. E quindi usano le app, senza sapere che in realtà sono dati molto variabili e che possono sbagliare di moltissimo. Quindi? Quindi, conviene imparare da capo come funziona. Così potete fare come me e stimare, in un range accettabile, le calorie di un piatto solo vedendolo e assaggiandolo. È incredibile, ci sono numerose persone che non lo sanno fare. E non dico solo agli inizi, quando si approciano a una dieta, ma anche quando continuano a usare le app dopo diverso tempo in cui in teoria non servono più. Con la motivazione che le app fanno tutti i calcoli e risparmiare tempo. Mah, sarà, tra l’osservare un piatto e stimare le calorie a mente e il tirare fuori lo smartphone cercando l’alimento, sinceramente, mi sa che si fa prima con il primo metodo. Solo che, appunto, il primo metodo impilca lo “sporcarsi le mani”, mettersi giù con carta e penna o foglio di Excel e dedicare un periodo apposito. Continuare a usare le app, invece, vuol dire continuare a camminare con la stampella. Oppure è come andare in bicicletta con le rotelle anche da adulti. Siamo così abituati a usare le app e a dipendere da esse che non sappiamo più fare le cose più semplici. Anche trovare runner per strada senza il concessionario di cardio, smartphone e walkman fa stranissimo. Ma forse che voi usereste il navigatore satellitare per una strada che conoscete? Sarebbe ridicolo farlo! Ecco, è comprensibile quando NON si conosce la strada! A parte che una volta un mio compagno di università, oibò, è riuscito a sbagliare strada proprio usando il navigatore. “L’ha detto il navigatore!” Sigh.

La tecnologia rende stupidi?