Perché l’attacco in Siria deve preoccupare

Prima di spiegare la mia opinione, ci tengo a premettere che non sono un pacifista a oltranza. Il mio articolo, infatti, non sostiene una posizione classica del tipo “oh, com’è orribile la guerra”, “la guerra è sempre il male”. Essere pacifisti a oltranza non ha senso, perché è la guerra che ci ha permesso di liberarci dal nazismo e dal fascismo. Come al solito, il mio intento è quello di decifrare gli avvenimenti sotto una diversa luce, per poter riflettere a un raggio più ampio. L’obiettivo di questo mio articolo è:

far capire il fallimento della comunità internazionale, dell’UE e della politica classica.

O meglio, l’attacco in Siria è solo UNO dei tanti episodi che dimostrano il fallimento. Stati Uniti, UK e Francia hanno giustificato l’attacco in Siria con l’uso delle armi chimiche da parte di Assad. Che ci sia la possibilità che esse ci siano c’è. Il punto è che l’attacco è avvenuto PRIMA di avere la certezza dell’esistenza delle armi chimiche. È su questo fatto che vorrei porre l’accento, perché ci riporta a quando la giustizia era sotto l’Inquisizione ed eri sempre colpevole fino a prova contraria, e non innocente fino a prova contraria come, in teoria, dice la giurisprudenza di oggi. In questo senso, l’attacco in Siria è gravissimo, perché porta la gente a manifestare sempre più fobia, fanatismo e reazioni fuori dalla misura. In questo senso, l’attacco in Siria ci fa regredire a un senso di “giustizia” sui livelli dell’Inquisizione. E allora, non siamo tanto diversi dagli islamici rimasti al “loro” medioevo…

Qualcuno obietterà che l’attacco in Siria è lecito per combattere il terrorismo. Evidentemente, queste persone non comprendono che il terrorismo si combatte rafforzando i confini nazionali e la sicurezza interna. Non comprendono che i terroristi vogliono proprio questo e li aspettano, disposti anche ad ammazzare i loro stessi “fratelli” islamici se non sottostanno alla Jihad. Il quadro è molto più complesso di quello che appare agli occhi di noi occidentali che viviamo lontani dal Vicino Oriente. Siccome non bisogna commettere l’errore di essere superficiali, ho scritto qui a riguardo. Leggetelo, perché in pochi sanno cosa davvero sta succedendo nel Vicino Oriente e prendono cantonate grossolane.

Tornando all’argomento di questo articolo, invece, l’attacco in Siria ha scopi non ben decifrati, perché in teoria l’attacco è conseguenza delle PRESUNTE armi chimiche di Assad. Da notare come il termine “presunte” sia stato ingenuamente usato da chi ha approvato l’attacco. Cioè, almeno si poteva avere la presunzione di avere la certezza dell’esistenza delle armi chimiche. In pratica si tratta di un attacco preventivo, cosa molto pericolosa perché chiunque altro può agire allo stesso modo per avere il pretesto di far scoppiare una guerra mondiale. Nella pratica, gli “alleati” non hanno una posizione ben precisa in Siria, perché combattono Assad, ma per combattere Assad sembra che vogliano sostenere l’ISIS. Poi però dicono che vogliono abbattere l’Isis e che non vogliono rovesciare Assad. Insomma, la confusione di intenti è evidente. Tutte queste azioni, però, chiaramente vengono meno ai principi comunitari, secondo cui non si deve intervenire in situazioni interne di altri paesi, anche ci fosse la dittatura. Da ciò deriva l’assoluta inutilità della NATO e dell’ONU, che di fatto sono enti che fanno da barzelletta, che non controllano un bel nulla ma si soggiogano a chi è più potente e comanda.

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