L’onere della prova

C’è un comportamento sistematico e preconfezionato tipico dei ciarlatani. Che si tratti di chi millanta di saper leggere nel pensiero o di guarire la gente con un pendolo o ancora di riuscire a trovare l’acqua nel deserto con un pezzo di legno, tutti hanno una caratteristica in comune: sfuggire all’onere della prova e ribaltarlo. Per intenderci, si tratta di un errato approcio che hanno anche gli avvocati che accusano: “Io ti accuso, quindi tu dimostra di non aver fatto ciò che io dico che invece hai fatto!” Infatti, molti avvocati non sono molto diversi dall’essere dei ciarlatani. L’onere della prova sta a chi afferma. Quindi, se uno dice di saper leggere nel pensiero, deve dare le prove per dimostrare le sue capacità. Ed è proprio per questo che è stato istituito il CICAP, che secondo i ciarlatani è addirittura un’organizzazione inquisitoria: un concetto piuttosto distorto di inquisizione, direi…

Lo shaolin che buca il vetro con un ago

L’ispirazione per questo articolo mi è venuta da un episodio che, nel programma televisivo “Te l’avevo detto”, ha giustamente vinto il premio di miglior video. Cos’ha di particolare il nostro shaolin? Molto semplice. In apparenza, fa qualcosa di incredibile, quasi da risultare paranormale, cioè riesce a bucare un vetro con un ago e far scoppiare un palloncino posto oltre il vetro. Guardi il video e la sensazione che hai subito è qualcosa del tipo: “Ma che diavolo è successo?” Quello che sembra paranormale non lo è, ma è una tecnica appresa con ben 15 anni di esercizio. Decisamente non una cosa da poco. Eppure il principio fisico è… quasi banale! Come riesce lo shaolin a bucare il vetro? Sfruttando la pressione dell’ago stesso sul vetro. Un ago, infatti, è molto appuntito. Pertanto, la superficie di pressione diminuisce e, diminuendo la superficie di pressione, aumenta la pressione stessa sull’area. Risultato? Dopo 15 anni di esercizio, il nostro eroe shaolin riesce a bucare il vetro con un ago, facendo passare quest’ultimo dall’altra parte del vetro e scoppiando un palloncino posto oltre il vetro. Incredibile? No, fisica! Certo, l’esercizio è un altro paio di maniche… o di aghi!

L’onere della prova

Lo shaolin che ha bucato il vetro con l’ago, consapevole di avere davvero la dote esibita, non si è tirato indietro all’onere della prova e ha ripetuto l’esperimento con una videocamera ad alta velocità per capire cosa stesse succedendo, se fosse reale quanto visto. Cosa fanno i ciarlatani, invece? Si tirano indietro! Le scuse che usano sono di solito per ribaltare l’onere della prova sono le seguenti:

– ti accusano che sei chiuso mentalmente;
– scivolano via dicendo di andare tu a informarti.

Sono tutti tentativi di spostare altrove il discorso, di sviare, un po’ come fanno i prestigiatori (un prestigiatore NON è un mago!) che ti fanno vedere una cosa mentre ne stanno facendo un’altra di nascosto per compiere il trucco. Con il primo stratagemma, si difendono per risentimento. Con il secondo stratagemma, fanno invece perdere tempo e fatica alla controparte. Troppo comodo così: mentre loro impiegano due secondi a millantare una stronzata e se ne restano a bearsi, tu dovresti spendere un sacco di tempo ad “approfondire” su una cosa che, appunto, è una stronzata senza dimostrarti nulla? Ma per favore! Va detto che non tutti sono realmente dei ciarlatani. Alcuni sono “solo” dei deliranti, convinti di avere davvero dei poteri magici, ma tendenzialmente usano sempre i due metodi detti sopra per ribaltare l’onere della prova. Ma se uno sa di avere una determinata capacità, perché deve scappare all’onere della prova? Sarà allora per questo che il famoso milione di dollari messo in palio dallo sbugiardatore di ciarlatani James Randi non è ancora è stato riscosso da nessuno. In ogni caso, è intuibile la pericolosità, diretta o indiretta, di questi soggetti se non vengono opportunatamente controllati e tenuti a bada.

Onere della prova ed esistenza di Dio

Da notare che il ribaltamento dell’onere della prova, a volte, è usato anche in ambito religioso per contestare un ateo: “Io credo in Dio, so che esiste, sei tu che devi dimostrare che Dio non esiste!” Posizione assurda, più assurda che mai! Come si fa a dimostrare qualcosa che, per definizione, non esiste? Provarci sarebbe da stupidi, perché se qualcosa non esiste… non esiste! Il che dimostra quanta irrazionalità ci sia nella fede e nel credere in Dio. Un ateo non crede in Dio perché nulla nella vita gli fa pensare che esista Dio. Si può comprendere il credere in Dio all’epoca degli antichi romani o degli antichi greci, dove non esistevano le conoscenze scientifiche di oggi. Ma oggi, appunto, con le conoscenze che abbiamo, non ha senso credere in Dio. Come si può dire che un ladro è entrato in casa nostra se vediamo che tutto è a posto e non c’è nulla di concreto che ci faccia pensare a un ladro? Credere che sia entrato un ladro sarebbe da paranoici.

Attenzione alla credunoleria!
Giornalisti e ricerche (?) da budinocerebrati

L’illusione del naturale
La pericolosità della medicina alternativa