Il problema dei migranti e dell’immigrazione

L’immigrazione è un tema delicato su cui noto che in pochi hanno un punto di vista equilibrato, razionale ed intelligente. Questo tema diventa scottante proprio in questo periodo dove il fenomeno dei migranti dilaga e siamo spaventati dal terrorismo. Sostanzialmente, ci sono due posizioni sbagliate, contrapposte, di concepire l’immigrazione.

1) La Lega e la destra classica che, partendo da posizioni condivisibili, finiscono per sfociare nel razzismo. Razzismo che, ricordo, è una forma di violenza di cui ho già discusso. Generalmente, il razzismo della Lega è ben visibile dai discorsi di discriminazione nei confronti dei meridionali e dei neri che hanno la “colpa”, appunto, di essere meridionali e neri, non considerando che un uomo va giudicato in base a quello che è come persona e non per la sua etnia.

2) La sinistra e gli “hippie” che sono a favore dell’integrazione a oltranza, non capendo che questa visione dell’integrazione è una forzatura perché ci saranno sempre gruppi di persone che, se messi nella stessa gabbia, finiranno per ammazzarsi. Se volete sapere cosa intendo per vera integrazione, leggete questo articolo.

Riflettendo sul punto 1 e sul punto 2, se ne desume che una corretta immigrazione si ha quando si ha modo di entrare in contatto tra popoli che traggono beneficio da un contatto. Questo è ovvio tra un italiano e uno svedese (anche se, in realtà, gli italiani in Svezia non sono ben visti perché hanno un grado di civiltà inferiore, anche se accettabile). Ma proviamo a prendere un africano cristiano. La Lega qui già insorge. Un africano cristiano è perfettamente compatibile alla nostra società. La mia posizione sulla religione è negativa, ma ora questo discorso è relativo. Checché se ne dica, l’Italia, che siano credenti di comodo o veri, è per maggioranza a stampo cristiano. Ho scelto di fare l’esempio dell’africano cristiano perché spiega bene il discorso della compatibilità. L’Africa è un continente enorme. Ci sono popoli islamici, popoli cristiani, popoli violenti e popoli tranquilli. Discriminare l’Africa facendone un “unicum” non ha senso. Chi prova fastidio perché l’africano cristiano ha danze “strambe” ha seri problemi di intolleranza e razzismo, visto che anche noi abbiamo usanze che possono essere reputate strambe anche da una regione all’altra, come il mangiare le lumache o il travestirsi per carnevale o la polenta che è gradita al nord Italia ma non al sud. Quelli di sinistra integrazionisti però non esultino, perché il discorso non vale per un islamico. Un islamico entrerebbe in netto contrasto con il mondo occidentale, banalmente anche solo per questioni alimentari visto che esistono sostanze provenienti dal maiale tranquillamente usate in prodotti vegetariani. Figuriamoci poi stupidaggini come il burkini, un goffo tentativo di far convivere sotto uno stesso tetto due culture che non possono andare d’accordo. Abbiamo già noi i nostri bigotti cristiani, e se mettiamo insieme anche gli islamici creiamo una nuova guerra santa. Non a caso, gli islamici che riescono a convivere pacificamente da noi sono quelli di comodo, che non si fanno scrupoli a vendere pizze con würstel e alcolici.

In sostanza, per quanto riguarda l’Islam, un’integrazione è teoricamente possibile attraverso la laicizzazione. Ci sono però due problemi:

1) l’Italia crea già lo scontro religioso con la devozione al papa (volutamente in minuscolo) e i crocifissi in aula, prova del fatto che l’Italia, all’atto pratico, non è affatto un paese laico;
2) il mondo islamico è ancora al “suo” medioevo in termini di importanza religiosa (ma, negli ultimi anni, le cose stanno cambiando, vedi le rivolte in Tunisia e in Iran).

A scanso di equivoci, non si sta dicendo che islam e cristianesimo sono assolutamente incompatibili. Affinché la convivenza possa esistere, si deve creare una società laica, in cui la religione è vissuta nella sfera personale. Come arriva la Lega di turno a decantare l’Europa cristiana, la convivenza è impossibile anche se l’islamico è un credente parziale. La destra italiana non accetta la diversità culturale, negando l’opportunità agli islamici moderati di convivere tutti insieme. Non siete convinti che la destra italiana sia così? Pensate a Peppa Pig, che la destra voleva censurare per la presenza di un personaggio omosessuale. Mi sembra evidente che, se da un lato l’islam convinto non possa convivere con l’occidente, la destra Italiana e che vuole tenere i crocifissi in aula non predisponga ad accogliere neppure chi gli islamici che mangiano maiale senza problemi e se ne fregano dell’halal (e ce ne sono, fidatevi, oh se ce ne sono!).

E i migranti?

Il discorso dei migranti, a mio avviso, è un caso su cui si sfocia facilmente in patosensibilità. Quello che a me stupisce è che diciamo di voler aiutare (diciamo, farlo è un altro discorso) chi è arrivato qui con il barcone, fregandocene però della situazione nel paese d’origine. Questa è pura ipocrisia. Perché i governi non si impegnano ad aiutare questi paesi direttamente? Aiutare la gente che ha più mezzi per fare un viaggio in barcone è inutile, se nel frattempo non si agisce a monte. I paesi più deboli e poveri vanno aiutati concretamente, con una seria legislazione che imponga a ogni cittadino di contribuire in base al principio di solidarietà sociale. Alla fine, però, ai poteri più alti fa comodo che gran parte del mondo rimanga nella povertà e nella fame, facendo poi campagne di accoglienza o di lotta all’immigrazione che in entrambi i casi sono delle pagliacciate. Il problema è che non si fa nulla per migliorare le condizioni dei paesi più poveri affinché non ci sia bisogno di migrare. Ci mettiamo in bocca paroloni come “spirito di accoglienza”, ma non facciamo nulla per far arrivare il benessere dove esso manca, cosa dimostrata anche dai miliardi di Cop che non hanno portato a nulla. E allora amen, che l’umanità riposi in pace.

Sul fallimento dell’Europa così com’è oggi, ho comunque discusso nell’articolo “Fallimento dell’Europa, Brexit ed esempio catalano“.

La verità è che non c’è alcuno spirito di accoglienza, ma una tratta di esseri umani che arrivano come disperati in paesi dove non riescono a integrarsi. Lo spirito di accoglienza è un’altra cosa! Si accolgono i migranti per foraggiare la mafia, i politici corrotti e i criminali. Con che coraggio si vorrebbe parlare di accoglienza? Chiamiamo questa cosa con il vero nome: schiavismo. Una volta c’erano le navi che trasportavano i neri. I primi a contrastare la tratta degli schiavi neri furono i britannici. Benissimo, perché oggigiorno non si fa qualcosa di simile per risolvere un problema di tale gravità internazionale? Stiamo parlando di esseri umani che vengono usati come merce per la criminalità. Purtroppo, in Italia questo problema sfocia nel razzismo e la xenofobia (*). Vedi il caso del maliano ucciso in Calabria, che deriva da una situazione pregressa di sfruttamento. È ovvio che, più ci sono sbarchi, più ci sono braccianti da sfruttare. I migranti attuali rappresentano il nuovo schiavismo del terzo millennio. Possibile che i buonisti non ci arrivino? La mafia dei migranti esiste ed esiste il traffico illegale dei migranti che arrivano con il barcone.

* Non è del tutto vero! La Francia è molto più intollerante dell’Italia e la Germania ha ancora gravi problemi di neonazismo. Anche l’Austria, recentemente, sta prendendo sempre più caratteri intolleranti.

Le responsabilità dell’Europa

In molti paesi dell’Africa e dell’Asia, le guerre civili sono conseguenza del vecchio colonialismo europeo. Nel passato, quindi, l’occidente ha avuto influenza nelle dinamiche poi sviluppatesi a mano a mano dov’è venuta a mancare la democrazia “all’improvviso”. Oggigiorno l’Europa sembra svegliarsi di colpo e accorgersi che c’è questo problema, ma la situazione non è un problema di oggi. È un problema che deriva da secoli indietro. Respingere è facile, ma la radice di quanto sta accadendo è più profonda e l’Europa ha contribuito. Non si sta dicendo che è tutta colpa dell’Europa, ma che indubbiamente ha avuto il suo peso determinante. È vero che non si può fare una politica di totale e scriteriata accoglienza (sarebbe una follia, visto che non sono tutti compatibili con l’occidente!), ma l’Europa che ora si preoccupa dei migranti dov’era prima? Se a Salvini si possono imputare toni esagerati e che istigano continuamente il razzismo, è altrettanto vero che l’Europa di oggi è un fallimento totale, penosa e ridicola. È un’Europa che non è mai intervenuta seriamente nel problema. Il concetto di razza o etnia, prima del colonialismo, non esisteva in Ruanda. Il genocidio ruandese è uno dei maggiori esempi di responsabilità dell’Europa sui problemi dei paesi poveri.

E le navi Ong?

Ultimamente, si parla molto delle navi Ong che trasportano i migranti. È interessante come in tanti non abbiano capito nulla a riguardo. La navi Ong non sono trafficanti, perché l’intento è salvare le persone proprio dai trafficanti. Possiamo ribattere che alcuni lo facciano per sentirsi importanti (quindi non è vera solidarietà), ma questa è una questione esistenziale e legalmente le navi non sono illegali. È una legge di mare, che è perfettamente chiarita. Le navi non solo hanno tutto il diritto di salvare le persone in mare, portandole in un porto sicuro, ma sono prima di tutto obbligate a farlo (così dice la legge). E non solo le navi Ong, bensì tutte (tutte, dalla Guardia Costiera alle navi da crociera!). La Lega dice che sono illegali, ma è una bufala. Le navi che vogliono uno sbarco stanno rispettando la legge. Non sono le navi che salvano le persone ad essere illegali, ma i mafiosi locali ed europei che trasportano le persone sui barconi. Salvini o chi per lui può mettere qualunque multa vuole, ma legalmente è diritto di mare salvare le persone e cercare un porto sicuro. Piaccia o no ai leghisti, le Ong non stanno violando nulla. Le multe si scavalcano con estrema facilità. L’immigrazione clandestina è una cosa, mentre è un’altra cosa rispettare le leggi di mare che prevedono l’obbligo di salvare le persone. Tale obbligo ha la priorità sulle multe e qualunque giudice imparziale le renderebbe nulle. Il problema nasce alla radice, cioè nello sfruttamento delle popolazioni povere. Ma su questo, come detto in precedenza, l’Europa ha le sue responsabilità. Definire le navi Ong come criminali perché trasportano illegalmente i migranti è la tipica situazione in cui ripeti una bugia e la bugia diventa verità.

Aggiungo un’altra cosa sulle navi. L’innominabile (lo chiamo così) ha detto che, grazie alle sue misure, sono morte solo 2 persone in mare nei primi mesi del 2019. È obiettivamente una bufala, e pure bella grossa. Cercate i dati e scoprirete che sono morte parecchie persone. Quindi, non vedere gli sbarchi non vuol dire che in mare non muore la gente. Anche un cane capisce che l’innominabile ha detto una cavolata, mentre molti italiani, carenti di spirito critico e razionalità, ci credono (magari perché presi dalla foga del sovranismo). L’UNICEF dice 365 morti nei primi tre mesi del 2019. A livello assoluto, siamo ad oltre il 60% rispetto a tutti i morti nel 2018. Non direi proprio che stiano salvando le vite. L’atteggiamento dell’innominabile sa tanto di quel nazismo che sbandierava di far lavorare gli ebrei, che nei campi concentramento (secondo la loro propaganda) stavano bene.  Se proprio dobbiamo trovare qualcosa di positivo in questo sovranismo, credo che almeno ora sappiamo che c’è un problema. Bisogna imparare ad aprire gli occhi. Le soluzioni sovraniste sono sbagliate, perché con la violenza e la discriminazione non si risolve nulla. Faccio presente che le bugie della Lega e dei sovranisti non sono nuove. Fanno parte di una strategia di negazionismo che già i nazifascisti attuavano (ne discuto nell’articolo sul perché è importante la memoria).

La verità nuda e cruda sulla questione navi Ong? È che, in realtà, sono solo un capro espiatorio per non dire che, per una nave Ong che salva una manciata di persone, continuano comunque ad arrivare migranti in altro modo. Pertanto, si punta il dito su chi fa comodo, perché facendolo su quello realmente corrotto si può finire come Borsellino. Inoltre, le navi Ong sono una fissa della destra anche perché sarebbe ridicolo fare la guerra contro la Guardia Costiera. È più facile prendersela con le navi Ong!

L’Italia è stata lasciata sola?

La risposta è: non esattamente. I paesi che non si affacciano sul Mediterraneo non hanno compreso quanto sia grave il problema degli sbarchi. La Germania l’ha compreso negli ultimi anni (i tedeschi hanno preso ben 600 mila siriani nella crisi del 2015!). Ma non è corretto dire che è l’Italia che si becca tutti i migranti e gli sbarchi. Malta viene accusata dalla Lega di non concedere mai gli sbarchi, ma non è vero. Malta è un piccolo paese, con un territorio che, complessivamente, è circa un terzo del territorio comunale di Roma (316 km² per l’arcipelago della piccola repubblica sul mare). Vuol dire che Malta prende quel poco che può prendere e gli altri devono per forza essere mandati altrove. Anche la Grecia subisce molti sbarchi. Inoltre, una buona parte dei migranti arrivati in Italia, appena può, fugge proprio nella tanto criticata Germania o richiede asilo politico a Germania e Francia (*). È una bugia bella e grossa quella che dice la Lega, con lo scopo di creare sentimenti di odio. È la Germania stessa ad essere il secondo paese al mondo con più immigrati, preceduta solo dagli Stati Uniti. La Germania può essere accusata di non aver capito subito la gravità del problema degli sbarchi, mentre è un’assurdità sostenere che l’Italia si prende sempre gli immigrati e i tedeschi no. Alla luce dei fatti, è la Germania che dovrebbe dire di essere stata lasciata sola, non l’Italia, ma non lo fa perché compie il suo dovere di solidarietà. Se l’Italia non sa gestire l’immigrazione (la metà dei 600 mila siriani del 2015 ha trovato lavoro, mentre in Italia i migranti finiscono per fare i “vucumprà” o i braccianti o a spacciare), è inutile fare sempre le vittime e accusare gli altri. Nonostante la folta immigrazione, in Germania alle elezioni del 2021 l’Afd (estrema destra, pur preoccupante) si è fermata al 10%, con un boom dei verdi. A dovere di cronaca, va detto che l’Italia non è l’unico paese che si lamenta di essere stata lasciata sola. A ruota, un po’ tutti si lamentano di questo ed è proprio ciò che dimostra l’incapacità dell’Europa di affrontare il problema alla radice, poiché il blocco degli sbarchi e la costruzione dei muri sono solo una temporanea toppa destinata a saltare. E neppure si può pensare che i migranti vengano bloccati in Turchia e Libia, dove inevitabilmente finiranno nei lager con lo sguardo occidentale che potrà girarsi dall’altra parte.

* Questo significa che, se anche l’Italia si vede arrivare un quantitativo abnorme di migranti, questi sul nostro territorio non vogliono stare! I motivi li potete facilmente intuire.

Ma non vogliono integrarsi!

Uno degli esempi che si fanno in merito è quello dei rom. Da un lato, è vero che ci sono i rom che sfruttano i bambini per fare accattonaggio. C’è poco da dire su questi soggetti: vanno messi in galera, togliendo l’affidamento dei figli. Ma non bisogna farne un discorso assoluto. Esistono anche i rom che vivono come degli “invisibili”. Arrivano a un livello di disperazione che li porta ad accendere un falò per cacciare gli animali selvatici. La disperazione li porta a mangiare la frutta dagli alberi nella zona. Molti di loro sono malati. Ma, rispetto a quelli che sfruttano i bambini, vorrebbero che i figli andassero a scuola. E gli sgomberi di alcuni governi fanno perdere i diritti in questo verso. Quindi, una Meloni di turno dice che loro non vogliono integrarsi per giustificare l’odio. Molti tra loro non vogliono, altri sì ma vivono come dei disperati a cui basterebbe insegnare le norme civili e far andare i figli a scuola. Il fatto è che molti rom sono in Italia da 10 o 20 anni, con i figli nati in Italia e che sono italiani ma, al contempo, è come se non lo fossero. Senza una vera politica di integrazione, sia da parte della sinistra che della destra, questi figli saranno a loro volta a forte rischio criminalità.

L’errore verso i rom sta sia nella sinistra buonista che nella destra xenofoba. Il buonista di sinistra vedrà un bambino che fa accattonaggio e gli darà l’euro. Lo xenofobo di destra discriminerà, indistintamente, tutti i rom. Le cose non stanno così e bisogna saper distinguere il singolo. Se un rom sfrutta i bambini, non bisogna dare l’euro, ma sbatterlo in galera. Se un rom vuole che suo figlio vada a scuola, ed esistono eccome questi rom, dev’essere concessa questa opportunità. Inoltre, non dimentichiamo alcuni meccanismi della criminalità. Ci sono rom che vogliono cambiare vita ma, venendo emarginati e discriminati, tornano nella criminalità, alimentando il circolo vizioso. In questo modo, il pregiudizio si rinforza, quando invece vanno puniti solo i rom che sfruttano i bambini e gli anziani per fare accattonaggio (o altri crimini, si intende). Questo si fa, anziché sgombrando e basta, offrendo delle opportunità. Se non ci sono le alternative, la percentuale dei rom che compie crimini sarà sempre alta, alimentando le paure e i pregiudizi.

Ho fatto l’esempio sui rom perché vengono menzionati spesso, ma il discorso vale per tutte le forme di pregiudizio. In pratica il messaggio distorto è che “non siamo noi ad essere razzisti, sono loro che non vogliono integrarsi”. Prima di essere frettolosi a concordare con questo pensiero, sappiate che è la stessa cosa che i nazisti dicevano degli ebrei per giustificare i ghetti. Gli sgomberi sono funzionali alla politica dell’odio (oltre che alla criminalità!). Poiché non ci sono soluzioni concrete una volta fatto lo sgombero, anche la parte onesta dei rom finisce per sopravvivere con la criminalità. Il risultato è che la destra, in questo modo, può dire che i rom spacciano, rubano e stuprano. È vero che una parte dei rom camperà sempre con la criminalità ma, per eliminare il rischio di empatizzare con la parte buona, è meglio non dare chance nemmeno ad essa.

La storia che non insegna

Sarebbe più corretto dire che la storia non può insegnare se non la si conosce. È quello che ho spiegato anche nell’articolo sul giorno della memoria e in quello sul perché la memoria è importante. La stessa mancanza di solidarietà dell’epoca è quella che ci affligge oggigiorno. Nessuno dice che bisogna accogliere in massa gli immigrati di tutto il mondo. Ma non vanno bene l’egoismo e lo sciovinismo a cui stiamo gravemente assistendo. Gli ebrei dell’epoca fuggivano a causa di riforme volte a cacciarli. Infatti, non da subito è partito lo sterminio. È uno scenario non molto diverso da oggi, con i vari decreti sicurezza, che hanno lo scopo di emarginare gli indesiderati (che non sono soltanto gli stranieri!). Non importa se alcune norme non passano, poiché è chiaro l’intento. Ebbene, gli ebrei a inizio novecento furono respinti anche dai paesi alleati, da Cuba e da dovunque! Gli ebrei hanno cercato di essere accolti dovunque e da tutti sono stati rifiutati. Moltissimi di loro sono morti nei campi di concentramento per cecità verso il problema.

Il vantaggio degli anni 2000 è che possiamo informarci e capire come sono le situazioni in alcuni posti. Il problema è che, dopo quanto accaduto agli ebrei nel novecento, non abbiamo imparato granché. La memoria non è un valore fine a sé. Ci serve. Ci serve per imparare e migliorare la società. Ma la storia va trasmessa per poterne ricavare un’utilità!

Un altro esempio di memoria perduta è quella degli immigrati ad Ellis Island, fra cui c’erano anche gli italiani. La memoria è stata perduta a tal punto che molti lo vedono come atto di coraggio per cambiare la vita, per giustificare che invece con gli attuali migranti è giusto usare la “mano forte”. La verità storica è che, invece, anche quegli immigrati viaggiavano come dei disperati in nave, spendendo tutto ciò che avevano, nella stiva, dove non c’era la toilette. Arrivati ad Ellis Island, dovevano superare un questionario di 31 domante e gli arrivati erano trattati in modo severo e discriminatorio. Si veniva segnati sulla schiena con un gessetto, ad esempio X per la disabilità mentale e PG per le donne incinte (pregnant girl). Inutile dire che i medici erano dei Mengele a cui mancava solo di compiere le stesse atrocità del “medico” nazista. Ellis Island, per un periodo, fu anche un carcere per gli stessi immigrati, se venivano sospettati di essere comunisti.

Immigrazione e surriscaldamento globale

Quando si parla di immigrazione, vengono menzionati svariati aspetti. Un aspetto di cui però si tace o si parla pochissimo è il surriscaldamento globale. In questo articolo, ho detto come lo scioglimento dei ghiacciai dell’Hindu Kush metterà a rischio, direttamente o indirettamente, circa 1.5 mld di persone. Sì, avete capito bene: un miliardo e mezzo di persone! E “solo” ai piedi dell’Hindu Kush. Ciò provocherà una migrazione senza eguali. Adesso, i “sovranisti” gonfiano il petto perché chiudono i porti e i confini, con la sicumera di aver portato più sicurezza. Stanno ancora comodi e viziati e possono permetterselo. Ma tra 20 o 50 anni, quando il surriscaldamento globale sarà sempre più drammatico, non ci sarà alcun “sovranista” che tenga. Purtroppo, al surriscaldamento globale non c’è soluzione. Siamo già nel punto di non ritorno (come spiegato nell’articolo linkato). Adattarci sarà complicato e sarebbe azzardato riportare una soluzione semplicistica ora. Quello che è certo è che anche l’ondata del “sovranismo” sarà abbattuto e ci attenderanno tempi duri. E chi non riuscirà a scappare dalla fame sarà lasciato a morire, dato che ad alcuni partiti non interessa affatto “aiutarli in casa loro”.

Il surriscaldamento globale spiega bene perché non è possibile un’accoglienza totale. Non possiamo accogliere miliardi di persone da tutto il mondo. È pura follia, oltre al fatto che “il mondo è bello perché vario”. Possiamo accogliere solo una parte di queste popolazioni. Ma è proprio questo che spiega perché è necessario un intervento internazionale. I paesi più poveri o in difficoltà devono disporre dei mezzi per affrontare il cambiamento climatico. Come dicono bene alcuni, non dobbiamo cambiare il clima, ma il sistema!

Alcuni contestano le migrazioni dovute al cambiamento climatico notando che, sulle navi, ci sono donne africane in sovrappeso con bambini. È lo stesso discorso del caso di Josephine. Se tu hai un bestiame e hai mangiato fino a ieri, adesso arriva il surriscaldamento globale. Nel giro di pochi anni, come in alcune zone della Somalia, zone rigogliose si trasformano in deserto. Quindi, non fai in tempo a morire di fame, ma ad esempio di dissenteria. Ormai siamo così assuefatti dal sovranismo e dal “complotto dei migranti” da non riuscire a capire i vari meccanismi. Ci manca la sensibilità prima di tutto. Quello che è vero è che, sì, chi resta è l’ultimo degli ultimi. Pertanto, ripeto:

ci vuole una soluzione integrata e internazionale, cessando le forme di sovranismo.

Non bisogna sottovalutare la disperazione legata ai cambiamenti climatici. Quello che stiamo vivendo è ancora nulla. Se non iniziamo ad adottare delle politiche internazionali, le migrazioni saranno devastanti. E non ci sarà porto chiuso che tenga! A questi popoli, non frega nulla se rischiano di morire nel deserto o annegati. Laddove sentiranno che c’è anche solo uno zero virgola percento di possibilità, vorranno rischiare. I sovranisti temono già la futura invasione dai popoli indigenti. È su questo che si basa lo slogan dell’aiutarli in casa loro, ma anche la fobia della sostituzione razziale (*). L’aiutarli in casa loro è uno slogan, al pari dell’arbeit macht frei nazista, per accalappiare voti adesso che siamo solo agli albori dei cambiamenti climatici. Se non avremo un vero senso di solidarietà sociale internazionale, che non è portare il pacco di riso a chi muore di fame, i confini verranno facilmente sbaragliati da milioni di migranti per volta. Sarà la normale conseguenza di un occidente ancora troppo indifferente ed egoista.

* Curioso che parlino proprio di sostituzione razziale. In effetti è quello che hanno già fatto i nazisti e i fascisti nel novecento (vedi sulle bufale del fascismo e il proselitismo della Lega).

Immigrazione e razzismo

Purtroppo in Italia è ancora molto difficile trovare qualcuno che ragiona correttamente. E spesso si fa confusione tra il volere un’immigrazione gestita meglio e il razzismo. È giusto dire che da noi l’immigrazione dev’essere rivista e che ci vogliono dei regolamenti migliori. Ma è altrettanto becero che questo diventi motivo per fare razzismo. Un recente episodio (novembre 2017) di una ragazza minorenne di origini africane, ma con madre italiana, ha messo alla luce questa incapacità di attivare il cervello dell’italiano medio. Metà delle persone in pratica arrivava a “giustificare”, attraverso tutto un giro di sviamenti, il 60enne che ha picchiato la ragazza minorenne. È un atteggiamento molto pericoloso. Regolarizzare meglio l’immigrazione sì, razzismo no! È invece veramente incredibile come gran parte degli italiani reputi le due cose di fatto come sinonimi e sfoghi la rabbia e la violenza su chi è innocente. Quindi, anche se magari può sembrare scontato, attenzione a non usare l’immigrazione deficitaria come una “scusa” per sfogare il razzismo. I “veri” patrioti, visto che viene tirato in ballo il patriottismo in queste vicende, sono persone che diffondono messaggi di democrazia e si difendono quando necessario, ma non prevaricano e non sfogano violenza. Sono persone che studiano, vanno all’università e danno un contributo sociale. O sono persone che semplicemente insegnano ai propri figli la capacità di amare. I razzisti non c’entrano nulla con il patriottismo, sono solo dei mentecatti!

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