L’abbaglio del colesterolo… come proteggere davvero il cuore?

Nel sito, è stato più volte detto di non demonizzare i grassi saturi e che quello del colesterolo (vedi la pubblicità spazzatura della Danacol) è un po’ un grande abbaglio. Parliamo ora di colesterolo, appunto. Quello che a tanti sfugge è che il colesterolo è utile all’organismo, altrimenti non lo produrremmo in modo congenito per l’80%! E solo il 20% del colesterolo presente nell’organismo proviene della dieta. Il colesterolo è fondamentale ad esempio per la costituzione delle membrane cellulari, per la produzione di bile e per la sintesi della vitamina D. In pratica, NESSUN animale, compreso l’uomo, può vivere senza colesterolo! Allora perché il colesterolo è stato così a lungo demonizzato? Siamo alle solite: l’eccesso. Chi è in sovrappeso ed è sedentario per definizione mangia troppo e gli alimenti più a rischio contengono anche colesterolo. Non è il colesterolo a provocare i problemi di salute, ma il cattivo stile di vita! Quello che conta è il rapporto tra colesterolo totale e quello buono (HDL). Per inciso, il colesterolo totale non è la somma di quello buono e quello cattivo (LDL), ma comprende anche una parte di colesterolo VLDL. Il colesterolo buono ha una specie di ruolo simile agli “spazzini”. Tanto più questi “spazzini” funzionano meglio, tanto più l’organismo è in salute. Il rapporto tra colesterolo totale e colesterolo buono (indice di rischio cardiovascolare, IRC) dev’essere:

inferiore a 5 per gli uomini e a 4.5 per le donne.

La differenza di 0.5 è dovuta al fatto che le donne hanno per costituzione maggior massa grassa (non superiore al 20% per chi è in salute). Come fare per abbassare il rapporto senza demonizzare gamberi e formaggi? Seguendo uno stile di vita corretto, ovviamente:

– praticare un’attività sportiva a medio-alta intensità con una frequenza ottimale;
smettere di fumare;
– essere normopeso (con i valori aggiornati);
– non eccedere con gli alcolici (vedi “Quanto alcol possiamo bere nella dieta?“);
pressione sistolica inferiore a 130 (gli sportivi sono spesso abbondantemente al di sotto di questo valore).

Aggiungo anche il consiglio di non esagerare con il caffè, bevanda che spesso viene assunta a sproposito per “tirarsi su” (dormite meglio!). Lo sport aumenta i livelli di colesterolo buono in una percentuale che va dal 3% al 9%. L’aumento del colesterolo buono è tanto maggiore quanto più ci si allena bene, evitando il classico jogging con il walkman. Da notare che la perdita di peso è un fattore decisamente importante per alzare il colesterolo buono HDL. Tale aumento, infatti, corrisponde a ben 0.35 mg/dl per chilo di peso corporeo. Sembra poco, ma provate a pensare a chi ha 10 kg di sovrappeso ed è sedentario oppure è in condizioni di obesità. Sono dati scorrelati tra di loro, quindi abbinando i fattori si ottiene un innalzamento netto del colesterolo buono. In chi perde peso, il colesterolo buono si alza solo se il peso viene mantenuto, quindi il comune “effetto yo-yo” non porta a livelli ottimali di colesterolo buono.

Es.

Prendiamo il classico soggetto sedentario di mezza età con 10 kg di sovrappeso e sedentario. Non è fumatore (almeno questo). Colesterolo totale 220 mg/dl e colesterolo HDL a 40. È out sia per i medici all’antica sia per i medici più aggiornati degli ultimi anni. Il rapporto tra colesterolo totale e colesterolo buono è infatti di 5.5. Il soggetto decide di dimagrire e iniziare a fare un po’ di jogging. Colesterolo totale 225, colesterolo buono 45. Va già meglio, ma non è ancora sotto il 5. Il nostro soggetto allora decide di fare sul serio. Raggiunge un pesoforma atletico, che è minore rispetto all’IMC di 22 per gli uomini (per le donne sarebbe minore di 20), e corre per 4 ore a settimana con allenamenti di qualità. Il colesterolo buono schizza a 55 mg/dl e l’IRC scende finalmente sotto il 4.5!

Avere il colesterolo TOTALE a 230, 240, anche 250 è spesso del tutto normale per uno sportivo. Ma tale dato va meditato con l’aumento del colesterolo buono. Basta notare anche gli altri valori e si capisce bene che non solo non c’è alcun rischio, ma si è più sani di un pesce. È però chiaro che un sedentario, a meno che non sia in sovrappeso o fumi, difficilmente ottenerà un guadagno rilevante di colesterolo buono. Il problema è qui, non del colesterolo. Purtroppo, ancora oggi molti medici sopravvalutano la misura del colesterolo totale. E, per contro, sottovalutano il ruolo positivo del colesterolo buono. Suppongo perché spiegare alla gente che bisogna fare sport a medio-alta intensità non faccia vendere i farmaci e la Danacol. Purtroppo, sia perché è più difficile educare le persone ad avere un corretto stile di vita sia per vendere, le pubblicità di prodotti per combattere il colesterolo sono diventate sempre più aggressive. La verità è ormai nota, ma meno la si dice più conviene a tanti.

Quindi, cosa significa il discorso? Che non ha senso attenersi al valore antico di 200 mg/dl. Gli sportivi hanno spesso già un colesterolo totale alto, ma di pari passo anche ad alti livelli di colesterolo buono. Vuole forse dire che così tanti sportivi sono malati? Sarebbe un’assurdità colossale! E non ha senso pensare di fare i salti mortali nella dieta, rovinandosi la qualità della vita a tavola bandendo tutta una categoria di alimenti. Conta l’indice di rischio cardiovascolare. Se siete sedentari e in sovrappeso, dimagrite, cambiate stile di vita e fate sport. Solo così il cuore sarà veramente protetto! Con buona pace della Danacol.

Lo stile di vita e il ruolo del colesterolo

Ecco la sorpresa: se lo stile di vita globale è corretto e non sussistono altri fattori di rischio, il colesterolo alto non è un problema. Se proprio necessario, bisogna proseguire con le analisi del sangue per tenere monitorato ma, premesso uno stile di vita corretto, il problema del colesterolo è decisamente sopravvalutato. È invece vero che un colesterolo troppo basso comporta dei gravissimi problemi di salute e, addirittura, alcuni studi correlano bassi livelli di colesterolo a un maggior rischio di demenza senile. Il colesterolo fa bene all’organismo. Quello che fa male è il TROPPO colesterolo tipico di chi è in sovrappeso. Ma il concetto di troppo vale per tutto, anche l’acqua! So che nella nostra società siamo abituati ad avere paura di un po’ tutto e la mia affermazione sembrerà “coraggiosa”. Ma un colesterolo alto, da solo, ha un ruolo veramente marginale (per non dire nullo) se si segue un corretto stile di vita facendo sport e con una pressione arteriosa ottimale (o almeno quella sistolica inferiore a 130). Cioè, insomma, con uno stile di vita corretto come ho già spiegato. E per comprenderlo non serve che lo dica un medico. Ci si arriva usando un po’ di sale in zucca. Il problema è che la maggior parte delle persone NON segue affatto un buon stile di vita. Sì, lo so, arrivare addirittura a dire che il colesterolo ha un ruolo marginale è molto rivoluzionario. Ma, vedete, si parla dei rischi del colesterolo proprio perché, in particolare negli over 40, sono in pochi a fare sport e ad avere uno stile di vita corretto (alcuni che fanno sport non ce l’hanno!). Il problema non è del colesterolo, ma del cattivo stile di vita della gente. Gli sportivi hanno spesso il colesterolo alto perché è alto quello buono. Se un soggetto è sedentario, magari con un paio di chiletti in più, verosimilmente avrà anche il colesterolo buono basso. Ma allora è spacciato lo stesso, che abbia il colesterolo sopra il 200 o meno! Il colesterolo ha un fondamentale ruolo per il sistema immunitario. I veri fattori di rischio sono il fumo, il sovrappeso e l’eccesso di alcol. Guarda caso, questi sono proprio i vizi comuni nella popolazione. Siccome non si ha il coraggio di puntare il dito contro le cattive abitudini, il colesterolo è il perfetto capro espiatorio. Bassi livelli di colesterolo aumentano la probabilità di ammalarsi di cancro. Non lo dico io, ma quello che ormai parecchie ricerche dimostrano. Che poi molti medici se ne dimentichino o che si vogliano vendere farmaci e Danacol è un altro paio di maniche.

Fate sport? Avete smesso di fumare? Siete normopeso con i valori moderni? Siete astemi o bevete alcolici senza eccedere e senza episodi di alcolismo del sabato sera? Siete abituati a non prendere troppi caffè? Se rispondete negativamente anche a solo una di queste domande, fidatevi, l’ultima cosa di cui vi dovete preoccupare è il colesterolo. Tutto questo lo sostiene anche uno studio (2014) apparso sul The Telegraph. Cito:

“[…]il miglior modo per per un cuore in salute è smettere di fumare, essere attivi, e assicurarsi che l’intera dieta sia salutare”. E poi, “recenti studi hanno dimostrato che una dieta bassa di grassi saturi non abbassa il colesterolo o non diminuisce i rischi cardiovascolari“.

Questi studi forti sono periodicamente in contrasto con un’autentica campagna del terrore, vedi molte fake news che passano sui siti stile ANSA. Nonostante svariati studi dicano di no, c’è sempre qualcuno che se ne esce dicendo falsità. Me ne viene in mente uno di Atlanta con soggetti già malati e su cui è ovvio riscontrare un aumento della mortalità. Secondo questo studio, il colesterolo buono non sarebbe poi così buono. Sì, ma se lo studio si basa su chi ha già malattie cardiache, cosa pensi di aspettarti? Che guariscano tutti e campino 100 anni? Lo ammetto, non ho controllato se il dolo è da parte dei ricercatori o dei giornalisti che hanno girato la news. È però ben palese che sia uno studio ridicolo! Studi dei soggetti che sono già malati e concludi che il colesterolo buono non è così protettivo? Lasciatemelo dire, a me sembra che sia uno studio che viene pubblicato per non far morire il business dei farmaci contro il colesterolo. Siccome il ruolo del colesterolo è stato ridimensionato e non lo si ritiene più così pericoloso, a meno di non essere già malati, ogni tanto devono pubblicare qualcosa di questo tipo. Altrimenti, la Danacol fallirebbe. Certo, quando hai trovato un capro espiatorio per 50 anni, non basta che gli studi l’abbiano riabilitato. C’è sempre una squisita componente psicologica che gioca sul rapporto con il consumatore che non ha uno stile di vita corretto.

Il ragionamento è in relazione a quello sui grassi saturi. Anziché cercare di controllare il colesterolo con diete che rischiano di penalizzare la qualità della vita, imparate ad assumere gli omega-3 del pesce grasso. Dovremmo assumere 1 g al giorno di EPA e DHA (che sono contenuti nel pesce grasso, appunto). Se non mangiate pesce grasso come il salmone e lo sgombro e quindi non assumete gli EPA e i DHA, inutile prendersela con il colesterolo o i grassi saturi! Questo è ciò che si verifica puntualmente nella popolazione, che poi non fa sport e, magari, fuma o beve troppi alcolici. Colpa del colesterolo? Ma per favore!

Uova e colesterolo

Le uova sono il classico alimento demonizzato per il colesterolo. Come ho però scritto anche nell’articolo sulle bufale alimentari, un uovo al giorno in media si può mangiare e chi non soffre di ipercolesterolemia ne può mangiare anche 4 in una volta! Per chiarimenti ulteriori su uova e alimentazione, leggete pure l’articolo “Uova, un alimento da valorizzare“.

Qui dico una cosa. Poiché abbiamo già chiarito che solo il 20% del colesterolo nell’organismo proviene dal cibo, ipoteticamente potremmo mangiare anche 3-4 uova al giorno (meglio non farlo, perché ci vuole equilibrio in tutto). A questo punto, l’organismo produrrà meno colesterolo per compensare quello introdotto dalle uova. È una reazione fisiologica. Ciò vi spiega bene che il colesterolo alto, quello veramente alto, è dovuto a due cause:

1) cattivo stile di vita;
2) predisposizione genetica.

Attenzione alle false notizie!

Ultimamente si sta diffondendo una bufala sui livelli di colesterolo da mantenere per proteggere il cuore. La bufala gira in diverse varianti. Alcuni parlano in modo ambiguo di ridurre il colesterolo del 70% e altri parlano di non superare un valore che in realtà è variabile è non ben distinto tra 70 mg/dL e 100 mg/dL. Da notare come le fonti originarie parlano solo del colesterolo “cattivo”, che poi nel giro di disinformazione diventa addirittura quello totale. Che sia in un verso o in un altro, non serve avere una laurea in medicina per capire che si tratta di una autentica bufala. Gli studi riportati sono inventati di sana pianta e questo lo dico non credendo affatto nel “grande complotto delle industrie farmaceutiche”. Queste fonti, anche in teoria autorevoli come i giornali nazionali, propongono dei metodi secondo i quali si può abbassare il colesterolo a soglie così basse attraverso un percorso dietetico e al ricorso dei farmaci. Ebbene, è tutto falso. Il presupposto di questa bufala è che la maggior parte delle persone è sedentaria e in sovrappeso, quindi si parte già da una condizione a prescindere dannosa e che riduce l’aspettativa di vita. Tuttavia, anziché spingere le persone a cambiare stile di vita facendo sport e a dimagrire in modo sano ed equilibrato, si vuole vendere l’ennesima bufala che illude le persone di arrivare a risultati miracolosi con la pillola magica. Tutto questo non solo è disinformazione, ma anche pericoloso perché si rischia di buttare via tanti soldi per acquistare alimenti particolari costosi e farmaci che non servono realmente (tranne che in casi di patologia conclamata, ma non è di questo che stiamo parlando). È proprio questo lo scopo fraudolento: far comprare farmaci o prodotti come la Danacol che, purtroppo, sta ancora portando avanti la sua campagna terroristica. Ripeto, non sono assolutamente uno di quelli che crede nel complotto delle industrie farmaceutiche, quindi non mi viene nulla a favore a smontare questa bufala. È una vera e propria “fake news” (visto che l’espressione va di moda) su cui il governo, a quanto pare, lascia correre. State in guardia da queste bufale!

Il colesterolo basso, detto ipocolesterolemia (<130 mg/dl), fa male ed è correlato, oltre che a un aumento della probabilità di cancro come detto in precedenza, anche alla demenza senile e all’Alheimer. È quindi molto grave questa bufala che gira. Non si sa ancora la precisa relazione tra queste malattie e il colesterolo basso, ma si nota che il colesterolo basso ha una relazione con esse.

Prevenzione e cultura medica di base