Canzone: The Writing on the Wall
Artista: Iron Maiden
Album: Senjutsu (2021)
Con oltre 40 anni di carriera alle spalle, gli Iron continuano ad avere successo non a caso. Lo dimostra The Writing on the Wall, una canzone che, in questi tempi di pandemia, guerra in Ucraina e cambiamenti climatici che hanno messo una marcia in più, appare profetica. Il testo parla di cambiamenti in atto e della cecità degli esseri umani verso ciò che sta avvenendo. Vengono usati termini per così dire “apocalittici”, come “graveyards” (“cimiteri”), “slaves” (“schiavi”), ma anche “earthquake” (“terremoto”) in senso metaforico. È un giudizio inclemente, che va a sottolineare l’approccio sbagliato che abbiamo avuto finora. Considerandoci, “vincitori”, siamo in realtà diventati i nostri stessi schiavi. A cosa si riferiscono Adrian Smith e Bruce Dickinson? Beh, credo che ognuno possa trovare ogni tipo di esempio che vuole. Possiamo partire dallo sterminio delle balene per ricavarne l’olio delle lampade, fino ad arrivare all’innovazione della plastica che ad oggi è una piaga. A volte, non è necessario che ci si riferisca a qualcosa di specifico, perché quello che conta è il messaggio di base. Ma la visione non è solamente negativa. La canzone invita le persone ad aprire le menti, “da Hollywood a Babilonia”, perché i cambiamenti sono in atto e dobbiamo darci tutti quanti da fare. Ecco come si spiega il ritornello con tutta quella sfilza di domande. Si domanda e interroga, con l’obiettivo di far notare la realtà che ci è davanti. Il video, anche se può risultare la solita pacchianata dei Maiden, storicamente inabili a fare qualcosa di dignitoso sotto questo punto di vista (ma basta che la musica sia di qualità!), a mio parere stavolta si abbina bene alla tematica e termina con una ventata di speranza.
Testo