Festini, baldoria e stupri

Negli ultimi tempi, stiamo assistendo a molti fatti di cronaca in cui minorenni o giovanissime vengono stuprate. La comune di questi casi è sempre un contesto di baldoria. Non stiamo infatti parlando dello stupro da stereotipo nel vicolo di una strada o del ricatto sessuale alla Weinstein per fare carriera. Distinguere i casi è importante per capire il senso di questo articolo. La baldoria, lo svago, la voglia di evadere è quello che si riscontra in questi episodi, il cui culmine è lo stupro. Purtroppo, la retorica dei nostri media è sempre la stessa, canonica e poco credibile, ma atta a non far risentire le persone e fare del buonismo. Io sono il solito guastafeste e la mia domanda è:

cosa spinge questi giovanissimi a fare baldoria?

Non importa se è in piazza per la fine dell’anno o un droga party o in discoteca. La risposta è che c’è una mancata comprensione della vita o un’insoddisfazione personale, una gabbia esistenziale da cui non si sa come trovare risposte sane. Voi direte che per un 15enne è difficile comprendere la vita, laddove ci sono 50enni (tantissimi) che non l’hanno ancora capita. Beh, questo è il ruolo dei genitori, che dovrebbero essere presenti, senza essere pedanti, nella vita dei loro figli. Sì, ho parlato di essere presenti, perché sarebbe troppo facile imputare la colpa al genitore violento. In moltissimi casi, ci si rende conto che non è questo che accade, ma che è l’assenza del genitore che porta i figli ad avere comportamenti di cui i genitori, quando succede il fattaccio, se ne sorprendono. Il punto è che molti adolescenti non diventano affatto sbandati. Anch’essi hanno tanto da imparare dalla vita e hanno le loro fragilità, ma dimostrano come non sia necessario sfociare nel devasto. Chi obietta che non si può prevedere come i propri figli si comporteranno è bocciato, perché dimostra di fare le cose a casaccio e quindi ha fallito nel suo ruolo genitoriale. Per quanto riguarda il discorso assenza, sento già molti genitori mormorare, poiché per motivi di lavoro ritengono di non avere sufficiente tempo per i figli. La mia risposta a costoro è molto semplice:

è meglio accontentarsi di una vita più modesta o che ci sia un solo stipendio corposo anziché lasciare i figli in balia di se stessi.

Se siete così oberati dal lavoro per pagare la casa dei sogni o permettervi il SUV, scegliete rispettivamente una casa più modesta e un’utilitaria. È molto meglio insegnare al figlio i valori della vita, altrimenti, fra le altre cose, rischierà di diventare un apparente, instaurando un circolo vizioso perché non ci sarà solo il SUV del genitore, ma anche l’iPhone ultima generazione o la maglietta firmata HM (un insulso logo venduto a peso d’oro) del figlio.

Sia ben chiaro, un crimine è sempre un crimine e come tale va punito, con o senza le attenuanti del caso. Ma non mi sento di essere più di tanto compassionevole con ragazzine che, per evadere dal mondo, non sanno trovare altro se l’alcol o la droga o il gran macello in piazza per San Silvestro (dove può accadere di tutto, in preda tutti quanti agli istinti più animaleschi). Le attività sane ci sono, dallo sport alla musica, dai libri al bricolage. Sono tutte attività che non vanno imposte, ma proposte e guidate, accettando le inclinazioni personali di un giovane. I media si incentrano sullo stucchevole discorso che vede il carnefice malvagio da una parte e la povera vittima dall’altra, ma le cose sono ben più profonde e c’entrano gli adulti. Dove gli adulti falliscono nel loro ruolo, lo schema è il seguente.

sbandati —> baldoria (alcol, droga ecc) —> perdita di controllo —-> stupro

La 15enne stuprata di cui si sta parlando ha accusato uno che considerava amico e dice che non se l’aspettava. Ma vogliamo renderci conto che, in determinati contesti, viene fuori il peggio di ognuno e lo stupro è solo l’apice di quanto di più degradante abbiamo nella società?

Al ragazzo che stupra la sua compagna o amica farei indubbiamente assumere le sue responsabilità. Tuttavia, all’adolescente stuprata direi che mi dispiace, ma anche che deve gestire la propria vita in modo sano anziché partecipare ai festini. Per evitare ogni equivoco, l’adolescente stuprata NON è colpevole dello stupro subito, ma di essere ancora incapace di vivere. I media nazionali hanno paura di dire tutto questo per omertà, buonismo, paura di perde l’audience, ma non capiscono che così non miglioreremo mai la società. Quando la questione è cruda, va detta in tale modo. Lo si dirà senza fare attacchi o che altro, ma andrà detta per quello che è. Sia lo stupratore sia la vittima non sono altro che degli sbandati che, indubbiamente per responsabilità dei genitori, non hanno saputo trovare canali positivi per affrontare le difficoltà della vita.

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