La tecnologia rende stupidi?

La prima volta in cui mi sono soffermato con spirito critico sull’utilità della tecnologia risale ai tempi dell’università. Dovevamo andare in escursione e stavamo raggiungendo il luogo d’incontro prefissato. Un nostro compagno usava il navigatore ma, incredibilmente, sbagliò strada! Errare è umano, si può dire, ma quello che destò scalpore anche ad altri fu che c’era il cartello stradale con la direzione giusta! Lui però insisteva “ma il navigatore diceva così!”

Poi, qualche giorno fa, è uscito l’ennesimo articolo sull’ANSA che parla della dipendenza dalla tecnologia. Nulla di nuovo sotto il sole. I ragazzi sono dovunque sui social e usano continuamente le app. Sembra che smanettino come il miglior hacker ma poi, dal vivo, non sanno chiedere informazioni o hanno problemi con la cassiera del supermercato. Il tema è molto ricorrente e anche serie come X-Files e Doctor Who segnalano il problema. La gente non sa più comunicare, è sempre china sul cellulare o sta troppo ai videogame. Devo dire che, essendo figlio dell’internet degli anni ’90, pur condividendo la preoccupazione sulla tecnologia, non si è individuato il nocciolo della questione:

la colpa non è tanto della tecnologia, ma di un generale impoverimento d’animo.

In sostanza, c’è tecnologia e tecnologia. Un conto è adoperare internet per informarsi, un altro diffondere bufale per creare panico, diffidenza, odio e risentimento. Ma sono elementi che esistono già e che sono sempre esistiti (vedi l’articolo sul Medioevo). L’errore è stato quello di assecondare questo carattere umano con la tecnologia sbagliata, quando invece si doveva indirizzare la gente verso un uso più utile di essa. Si possono fare parecchi esempi oltre a quello che mi è accaduto all’università. Ad esempio, si va a correre con il cardiofrequenzimetro e lo smartphone, salvo poi non essere capaci di gestire il ritmo ascoltando il proprio corpo. Si usa la mappa di Google per trovare una via, ma così non impariamo a guardarci intorno e, paradossalmente, non impariamo mai la strada. C’è sempre meno voglia di faticare e studiare e poi è ovvio che siamo allo sbando. Usiamo le app per gestire la dieta, ma poi non sappiamo valutare gli alimenti attraverso lo studio. Ovviamente, chi usa questi mezzi dirà che sono utili, che ci semplificano la vita ma, a conti fatti, rimangono handicappati. Ma non è finita qui. Ormai esistono decine di social network, ma nessuno sa fare un discorso, tanto che Twitter permette un numero limitato di caratteri (beh, certo, anche la sintesi è un dono, ma è diverso dall’assecondare un difetto!). E poi, invece, non si sa più scrivere una mail. Ecco, la mail è un esempio molto utile per capire quello che voglio dire. La mail è tecnologia. Il cartaceo è bellissimo, ma è indubbiamente vero che la mail è spesso più comoda. Ma quante persone scrivono ancora mail? Tutti sui social network a postare stati e link, ma le mail sono state ormai abbandonate. Eppure la mail ha segnato una importante rivoluzione tecnologica, permettendo una comunicazione più facile ed economica. Quindi, non si deve puntare il dito contro la tecnologia, bensì bisogna recuperare la capacità di comunicare, che sia tramite una mail o di persona. In alcuni casi, la tecnologia ci aiuta a farlo, mentre in altri no. I cellulari sono utili, ma se stiamo tutto il tempo chini ad aspettare qualche notifica qualcosa non va. La tecnologia non è mai intrinsecamente positiva o negativa. Siamo noi che possiamo decidere come usarla e, purtroppo, è vero che la stiamo usando male o con superficialità negli ultimi anni. Sono concetti che ho espresso anche in altri articoli, come sulla TV o sui robot. Evidentemente, il problema è più ampio e affonda nel come l’umanità si evolve (nel bene e nel male). Se l’umanità si evolve (o forse dovremmo dire devolve?) impoverendosi d’animo, il circolo vizioso proseguirà e saremo sempre più dipendenti da certi strumenti che solo in teoria ci facilitano la vita. Nel senso che ce la facilitano, sì, ma annientano anche la capacità di comunicare, di problem solving, di avere spirito critico. Ricordatevi sempre l’esempio della mail. La tecnologia, se usata bene, è positiva e ci migliora come esseri umani. La scelta è sempre nostra!